Missioni Consolata - Marzo 2010

DOSSIER 36 MC MARZO 2010 In quantomessianici credono nel Nuovo Testamento come parte in- tegrante della bibbia, i cui autori e destinatari appartengono al popo- lo d’Israele, ma data a conoscere a tutte le genti. Celebrano la santa cena in generale una volta al me- se. Il battesimo è proposto agli adulti ed è praticato per immer- sione, come nella chiesa primitiva. Credono nella Trinità e nel valore salvifico della morte del Signore Gesù, ma ostentano la croce nei luoghi di culto, poiché nella me- moria collettiva è diventata sim- bolo di uccisione e morte. «Ma non ci vergogniamo del Messia croci- fisso: anche per noi la croce è sim- bolo significativo della nostra fe- de, che ci ricorda quello che il Mes- sia ha dovuto soffrire» afferma il messianico Gershon Nerel. I l messianismo è nato nel 1800 in Inghilterra, quando i cristiani di origine ebraica, per differen- ziarsi dagli altri, si organizzarono in associazioni proprie, come la «Unione cristiana ebraica» (1865). Associazioni e alleanze messiani- che dalla Gran Bretagna si diffuse- municazione di massa, per dimo- strare agli ebrei che la messianicità di Gesù è fondata su prove evi- denti e aiutare i cristiani a ritrova- re le radici della loro fede. P er lo più gli ebrei messianici preferiscono non mostrare la propria fede. Oltre a essere ri- spettosi della legge mosaica, essi si comportano da leali cittadini, so- no presenti nell’esercito, università e altri settori professionali, in as- sociazioni israeliane umanitarie, hanno fondato quella «Pro Life» per lottare contro l’aborto e aiuta- re le donne in difficoltà. Eppure sono spesso oggetto di angherie, intolleranza e persecu- zione. Ad aizzare l’ostilità sono al- meno due «Organizzazioni anti- missionarie» ultra-ortodosse, co- me Yad L’achim (Mano ai fratelli) e Lev L’achim (Cuore per i fratelli). I loro attivisti raggiungono, e a vol- te oltrepassano, i limiti della lega- lità, denigrando e minacciando gli ebrei messianici, screditando i lo- ro pastori e anziani, attaccandomi- nacciosi manifesti con la foto del «messianico» del quartiere e la scritta «pericolo». «Quando un ebreo in Europa di- ce di credere in Gesù Cristo, ciò di- venta un biglietto per entrare nel- la società normale; in Israele è il contrario: credere in Yeshua è un biglietto per uscire, esclude auto- maticamente dalla società ebraica» afferma un rabbino; e un altro ag- giunge: «In Israele un ebreo può essere buddista o ateo, ma non gli è consentito di credere in Yeshua Hamashiah ». ■ ro negli Stati Uniti e nel resto d’Europa, con la stessa visione: riu- nire i cristiani di origine ebraica e annunciare il Messia agli ebrei. Q uanti sono oggi gli ebrei mes- sianici? È difficile dirlo, essendo co- munità fluttuanti. Ogni assemblea conta tra 20 e 250 membri, che si radunano in appartamenti o sale private, con poche eccezioni, co- me l’uso di Christ Church. Ciascu- na di esse è autonoma, con storia, carattere e organizzazione pro- pria. Molte somigliano a comunità evangeliche e carismatiche, specie quelle dove i membri provengono da movimenti e gruppi carismati- ci. Nei loro incontri, tutti danno im- portanza alla testimonianza: «Noi l’abbiamo trovato!». Mancando una qualsiasi autorità centrale rimane difficile definire il numero dei messianici. Secondo stime approssimative, attualmen- te essi sarebbero oltre mezzo mi- lione nel mondo, metà dei quali ne- gli Usa e tra i 5 mila e i 15 mila in Israele, distribuiti in un centinaio di comunità; calcoli più realistici contano nel paese 80 assemblee con circa 7 mila membri. E sono in continua crescita, co- me scrive un ampio servizio di Up Front (supplemento del Jerusalem Post del 13-2-2009). Il vistoso tito- lo dice: «La fede avanza: 7mila cre- dono in Gesù come loro redento- re». E il sottotitolo aggiunge: «Con grande irritazione dell’ establishe- ment in Israele». Alcune foto a co- lori mostrano giovani, con T-shirt rosse e scritta in ebraico: «Ebrei per Gesù», che distribuiscono vo- lantini. L’articolo cita pure espres- sioni della loro fede senza censu- rarle: «Yeshua è l’incarnazione del Dio di Abramo, di Isacco e di Gia- cobbe». «Se mi rifiutassi di parlare di Yeshua ai miei simili, sarebbe come conoscere la medicina con- tro l’Aids e tenerla per me». «Ebrei per Gesù» è il gruppo più conosciuto, anche se minoritario, e il più avversato per la sua attività missionaria. I suoi adepti organiz- zano campagne con predicazioni pubbliche e discussioni individua- li per le strade, distribuzione ai passanti di stampati informativi a bizzeffe e uso di tutti i mezzi di co- La signora Maureen Grimshaw, custode del centromessianico di Christ Church. In basso, ragazza di un’assemblea messianica canta in Christ Church.

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