Missioni Consolata - Marzo 2010

DOSSIER 32 MC MARZO 2010 Tutta colpa dello «status quo» D urante l’occupazione di Gerusalemme da parte dei cro- ciati, i cristiani di rito latinoebbero il predominiosui luo- ghi, senza affatto escludere gli orientali.Quando il Saladino conquistò la città santa (1187), confiscò tutte le chiese cri- stiane; alcune le trasformò in moschee, altre le lasciò ai cri- stiani, anche per lucrare sulle offerte dei pellegrini.L’entrata del Santo Sepolcro, invece, fu affidata a due famiglie musul- mane: ai Joudeh fu data la chiave dell’unico portale rimasto funzionale e ai Nusseibeh il privilegio di chiuderlo e aprirlo. I governi successivi concedevano i diritti a suon di maz- zette. Grazie alle somme sborsate dai sovrani di Napoli e Si- cilia, i francescani ottennero i diritti di abitareeufficiarenel- la basilica del Santo Sepolcro e costruire un convento sul monteSion.Dal 1336al 1662essi furonogli unici padroni del Cenacolo, Santo Sepolcro, Calvario, Tomba della Vergine, Mangiatoia di Betlemme. Poi i turchi ottomani sottrassero la Palestina ai mameluc- chi d’Egitto (1517) e i sultani cominciarono a favorire gli or- todossi, loro sudditi. I monaci greci passarono all’offensiva, rivendicando la chiesa di Betlemme e poi quella della risur- rezione: con tangenti edocumenti falsi ottennero il control- lo della cappella del Calvario e della pietra dell’unzione (1633), poi il possesso esclusivo dell’edicola del Santo Se- polcro (1675).Di frontea tali scippi i papi sollecitarono lepo- tenzecristianeperché facesseropressionesullaSublimePor- ta: undecretodel 1690, dichiarava i francescani legittimipro- prietari dei santuari e restituiva loro gli antichi diritti. Per più di un secolo emezzo,mentre attorno ai luoghi sa- cri crescevano interferenze e pressioni delle potenze ege- moni, dentro lemura sacre la lotta per il controllo si risolve- va spesso a cazzotti e bastonate. L’episodio più grave av- venne nel 1756, con l’irruzione vandalica nella basilica e l’assaltoal convento francescano.Unaltrodecretodel sulta- noconcesseai greci lacomproprietàcon i latini del SantoSe- polcro e la proprietà della basilica di Betlemme e dellaTom- ba dellaVergine. Nel XIX secolo laquestionedei luoghi sacri divenneun ca- so politico soprattutto tra Francia e Russia: la prima si as- sunse laprotezionedei cattolici, laRussiaquelladegli orien- tali. Le lotte«fraterne» continuarono,usandotutti imodi per estromettersi avicenda.Nel 1847 i greci rimosserodallagrot- tadi Betlemme lastellad’argento,con lascritta latinacheat- testava la proprietà latina del luogo. Francia e Russia co- strinsero la Turchia, nel 1852, a firmare l’ennesimo decreto che ripristinava la situazione ( status quo ) sui diritti di pro- prietàeaccessoall’internodel SantoSepolcro,dellabasilica della Natività e della tomba di Maria; situazione risalente al 1767, tenendo conto di ulteriori diritti acquisiti da altre co- munità cristiane. I l documento assegna la basilica del Santo Sepolcro quasi interamente ai greci ortodossi,ma le parti essenziali sono in condominio con cattolici (rappresentati dai fratiminori) e armeni, che a turno si susseguono, notte e giorno, con le ri- spettive cerimonie liturgiche. Queste tre comunità (latina, greca, armena) hanno pure residenza effettiva nella basili- ca, ognunaconproprieabitazioni ecappelle.Altrechiese,co- me siro-giacobiti e ortodossi etiopi, godono di alcune con- cessioni per svolgere le loro funzioni nelle grandi solennità, mentre i copti posseggonoalcunestanzeeunacappelladie- tro l’edicola del Santo Sepolcro, col diritto di officiarvi solo alcuni giorni. Lo Statusquo determinapureorari etempi di funzioni,per- corsi di processioni e modo di realizzarle con canti e incen- si... I diritti di ogni comunità sono stabiliti dall’usodi lampa- de, addobbi,quadri,candelieri.Di importanza cruciale sono i diritti di pulizia,manutenzione, restauro: chi ripara il tetto o il muro di una cappella ne acquista il possesso esclusivo; appendereo rimuovereuna lampada,unquadrodaunpila- stroounmuro... implica il riconoscimentodi possesso su ta- le pilastro o muro. Ma lo Status quo stabilisce un principio draconiano: senza comune accordo,niente può essere cam- biato o innovato, sia nel possesso della basilica che nell’e- sercizio del culto. T ale situazione oggi è considerata un dato di fatto acqui- sito, ma rimane sempre difficile ridurre al minimo i disa- gi della coabitazione. Le comunità si incontrano periodica- menteperdecidere riparazioni e restauri dellabasilicaecer- care una migliore distribuzione delle differenti liturgie, ma letrattativesono lungheedestenuanti. Imonaci etiopi ecop- ti, per esempio,discutono da decenni su chi spetti restaura- re un edificio cheminaccia di cadere sul tetto del santuario; migliaiadi fedeli passanoperunasolaporta, ma tra lesei di- verseconfessioni nonc’èmododi accordarsi per aprireun’u- scita di sicurezza. Bisognatenerepresentecheperquestecomunitàognipic- cola cosa assume un significato simbolico.Tuttavia il vento del dialogo ecumenico ha cominciato a soffiare anche den- tro questemura, stemperando i conflitti secolari: non esiste più,almenoda parte cattolica, l’accusa di «usurpazione» dei luoghi santi. Frati, pope, monaci armeni, abuna etiopici ed egiziani, incrociandosi nella penombra del luogo,si scambianoperfinosobri cennidi sa- luto. Anzi, la pluriforme presenza cristiana su tali luoghi è ritenuta una ricchezza pre- ziosa da salvare e un diritto irrinunciabile. Rimane ancora il fatto innegabile che ba- sta molto poco, come togliere una ragnate- lanel postoaltrui,per scatenare risseescaz- zottate. Eppure, guardando il lato positivo, reazioni del genere sono segni inequivoca- bili di attaccamento e amore alle memorie tangibilidel nostroSalvatore. EancheLui,di fronte a tali scene, non si scandalizzerebbe più di tanto,ma si farebbe una tacita risata. SCAZZOTTATE... SACROSANTE Da oltre un secolo nessuno sa chi abbia l’autorizzazione di rimuovere la scala di legno dalla facciata della Basilica del Santo Sepolcro.

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