Missioni Consolata - Marzo 2010

MISSIONI CONSOLATA MC MARZO 2010 31 vità missionaria della chiesa, nel fare discepoli di Cristo i popoli e le culture a cui è inviata. Laboratorio di dialogo Intanto le diversità, che attraver- so i secoli sono diventate separa- zioni, divisioni e competizioni, ri- mangono quasi intatte nella chie- sa di Gerusalemme, minandone la credibilità della testimonianza e fa- cendole assomigliare alla biblica Babele. Tuttavia, al di là delle ap- parenze, oggi Gerusalemme è un laboratorio di dialogo ecumenico e interreligioso. I cristiani in Terra santa sono impegnati in incontri di dialogo a livello formale e istitu- zionale e altre iniziative di vario ge- nere per camminare insieme verso l’unità. Per raggiungere tale meta ognuno è esortato a restare fede- le alla chiesa in cui Dio gli ha dato di vivere e a restare al tempo stes- so aperto alle altre chiese. Il cammino del dialogo ecumeni- co, iniziato nel 1964 con l’abbrac- cio in Terra santa tra papa Paolo VI e il patriarca ortodosso Atenagora, è continuato tra ostacoli ereditati dalla storia e innumerevoli diffi- coltà provenienti dalla situazione politica, di violenza e oppressione. Ma proprio tale situazione di con- flitto ha contribuito alla coesione tra le chiese. Unite dalle stesse pro- ve, si sono riavvicinate le une alle altre per ascoltare e rispondere agli appelli e alle sofferenze delle società in cui sono chiamate a vi- vere e operare; e per rendere più forte la loro voce contro le ingiu- stizie. Tra le iniziative prese in comune dai capi delle chiese va segnalato il memorandum comune sul signi- ficato di Gerusalemme (1994); l’apertura del giubileo del 2000; l’accoglienza di Giovanni Paolo II (2000) e di Benedetto XVI (2009); la creazione del Jerusalem Inter- Church Center (Jic, Centro interec- clesiale di Gerusalemme). L’ultimo esempio è il « Documento Kairos Palestina» , pubblicato lo scorso di- cembre ( vedi riquadro p. 30 ). Ponte di pace e riconciliazione Nel 1948 i cristiani costituivano il 20% della popolazione palesti- nese; oggi, la percentuale è scesa all’1,8%. I cristiani sono una mino- ranza schiacciata tra i due colossi: ebrei e musulmani. Il dialogo in- terreligioso è un’altra dimensione essenziale nella vita della chiesa, soprattutto con l’islam. La situa- zione di conflitto contribuisce ad avvicinare i fedeli di queste due re- ligioni, anche se una certa propa- ganda cerca di fare risaltare un’i- potetica persecuzione islamica contro i cristiani. Nulla di tutto questo, almeno in Palestina. Anche in fatto di dialogo interreligioso, le chiese presenti nella terra di Gesù sono un esem- pio per le comunità cristiane che vivono nel mondo in situazioni si- mili di minoranza religiosa, con conseguenti tensioni e conflitti; so- prattutto costituiscono una scon- fessione di quanti predicano e pra- ticano il «conflitto di civiltà». Naturalmente il dialogo è esteso anche all’ebraismo. Pur essendo minoranza, i cristiani hanno un ruolo importante da giocare nel conflitto arabo-israeliano. Avendo essi in comune con i giudei i valo- ri biblici e con i musulmani la lin- gua araba, possono essere il pon- te che permette la riconciliazione. Tanto più che, come afferma un professore dell’università di Be- tlemme, «senza i cristiani lo scon- tro tra ebrei e musulmani sarebbe molto più forte». In tale ruolo, la chiesa continua a ricordare al mondo intero che quella in corso non è una guerra di religione, ma una resistenza in difesa dei diritti umani fonda- mentali. E per resistere i cristiani chiedono la solidarietà e corre- sponsabilità di tutte le chiese del mondo verso la chiesa madre: dal- la pace e riconciliazione di Geru- salemme dipende il futuro del Me- dio Oriente. Le chiese cristiane in Palestina hanno bisogno di sostegno mora- le e materiale per resistere anche a una forte tentazione: quella di emi- grare. La Terra santa rischia di di- ventare un museo cristiano senza pietre viventi. E cosa sarebbe la terra di Cristo senza cristiani? ■ Monumento a ricordo dello storico incontro tra il papa Paolo VI e il patriarca ortodosso Atenagora nel 1964 (Basilica della Natività, Nazaret).

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