Missioni Consolata - Marzo 2010

DOSSIER 28 MC MARZO 2010 stolica la chiesa crebbe in pluralità di modi d’intendere riti e comu- nione, nell’unica chiesa fatta di cri- stiani-giudei e cristiani-pagani, uni- ti nell’unica fede in Cristo. La pluriformità aumentò dopo l’età apostolica, con la diffusione del vangelo in tutte le direzioni nel mondo allora conosciuto e la fon- dazione di nuove comunità o chie- se locali, che si svilupparono in dif- ferenti aree geografiche e attorno a importanti centri amministrativi e culturali, sotto la guida di un ve- scovo. Alle chiese di origine apo- stolica fu riconosciuta particolare autorità sulle altre chiese. Cinque in particolare, chiamati patriarcati, Roma, Costantinopoli, Alessan- dria, Antiochia e Gerusalemme (pentarchia), costituirono i vertici e punto di riferimento, attorno ai quali fu organizzata la chiesa uni- versale, all’interno dell’impero ro- mano e al di fuori dei suoi confini, come in Armenia, Persia, Mesopo- tamia, Etiopia, India. Ogni chiesa locale si sviluppò con caratteristiche proprie di lin- gua, liturgia, teologia, diritto ca- nonico, spiritualità, conservando sempre la comunione e l’unità di fede, riconoscendosi parte dell’u- nica chiesa di Cristo. Per quattro secoli unità e pluriformità crebbe- ro assieme, fino ai tempi delle grandi controversie cristologiche. Poi le divisioni L’evoluzione della fede cristiana fu accompagnata fin dagli inizi dal- l’incalzare di movimenti ereticali, riguardanti soprattutto la figura di Cristo e il mistero della sua incar- nazione. Tali controversie teologi- che mettevano a rischio anche la pace e unità sociale, per cui l’im- peratore stesso si fece promotore di concili ecumenici, convocando i vescovi per risolvere le controver- sie. I primi due concili, di Nicea (325) e di Costantinopoli (381), che definirono rispettivamente la divinità di Gesù e dello Spirito San- to (da cui il credo niceno-costanti- nopolitano) furono accettate da tutte le chiese. Non così i concili di Efeso (431) e di Calcedonia (451). A Efeso fu condannato il nesto- rianesimo, che sosteneva un’unio- ne apparente tra natura divina e umana di Cristo, negando a Maria l’appellativo di «madre di Dio» ( Theotókos ), ritenendola genitrice della sola persona del Cristo-uo- mo. Tale concilio non fu accettato dalle chiese in Persia: nasceva co- sì la chiesa assira, impropriamen- te chiamata nestoriana, e sostenu- ta dall’impero persiano, in funzio- ne anti-bizantina. A Calcedonia fu condannata Eu- tiche: affermava che Cristo ha so- lo la natura divina (monofisismo), nella quale la natura umana si fon- de come una goccia d’acqua nel mare. Il rifiuto di tale concilio die- de origine a chiese nazionali: chie- sa egiziana o copta con la sua fi- liazione etiopica ed eritrea, chiesa siriaca giacobita e chiesa armena. In passato queste chiese veniva- no chiamate «monofisite»; oggi si definiscono «ortodosse orientali antiche», per distinguersi da quel- le calcedoniane chiamate global- mente «chiesa ortodossa orienta- le» (o bizantina). A partire dal IX secolo, con l’evangelizzazione dei popoli sla- vi, per opera dei santi Cirillo e Me- todio e con il battesimo della Rus’ nel 988, furono stabilite altre chie- se ortodosse nell’Europa orientale. Queste rimasero in comunione con la chiesa di Roma o latina fino al 1054, quando cioè, dopo un pro- gressivo e reciproco estraneamen- to e per motivi politici e teologici, le chiese di Bisanzio e di Roma si scomunicarono a vicenda, trasci- nando nello scisma anche le chie- se dell’Europa orientale. Cinque secoli dopo, la cosiddet- ta riforma protestante provocò la- cerazioni e divisioni anche nella chiesa d’Occidente, con la cosid- detta riforma protestante, con con- seguenze indirette anche sulle chiese dell’Est. Vari missionari inviati nelle chie- se orientali riuscirono a creare pic- cole comunità favorevoli all’unità Processione dei frati francescani presso la pietra dell’unzione. Funzione religiosa di monaci greco- ortodossi.

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