Missioni Consolata - Marzo 2010

26 MC MARZO 2010 DOSSIER «C he gioia, quando mi dissero: “Andia mo alla casa di Dio”. Ora i miei passi si fermano alle tue porte, città di pace» (Sal 121). Così cantava estasiato il pio israelita, quando, dopo un lungo viaggio raggiungeva il Monte degli Ulivi e poteva finalmente contem plare la città santa. Sarà stato anche il canto di Gesù, quando si recava a Gerusalemme per le grandi feste; un canto concluso con un pianto: «Gerusalemme, Gerusalemme... quantevolteho voluto raccogliere i tuoi figliuoli, come la chioc cia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali» (Luca 13,34). Dal Dominus Flevit , la chiesetta che ricorda tale pianto, la visione di Gerusalemme con serva intatto il suo fascino e mistero. Il pano rama di cupole, campanili e minareti attesta la sua singolarità: città unica e universale, do ve i fedeli di tre monoteismi possono rivol gersi all’unico Dio. Gerusalemme è il centro dell’ebraismo, è il centro del cristianesimo e dal VI secolo è per l’islam «la Santa» (Al Quds). Nelle sue vicende storiche, spesso dram matiche, Gerusalemme è stata la città dell’in contro e continua a essere tale. È stata defi nita ombelico del mondo (Ezechiele 38,12); è stata cantata da salmisti e profeti quale pa tria spirituale e universale, in cui tutti i popoli sono chiamati a riconoscersi fratelli, anche i nemici tradizionali come Egitto e Babilonia, a causa dell’origine comune: «Raab e Babilo nia... Palestina, Tiro ed Etiopia: tutti là sono nati. Si dirà di Sion: l’uno e l’altro in essa so no nati e lui, l’ Signore regist li: là costui è n do canterann te tutte le mie ti» (Salmo 87, Vista dall’alt mento del t Gerusalemme tutta d’oro, c specchiasse gemella che scendere dall’ fondersi con l come scrive l’ rena e celeste dente, materia porale e mistic una realtà bi due volti, com nome ebraico forma duale); mensione in p ne dialettica: l storica richiam la Gerusalemme celeste attrae quella storica e, con essa, attrae tutta la storia umana. G erusalemme città dell’incontro o sem plicemente città della coesistenza? Un dilemma drammatico che affiora ogni volta che ci si ferma a osservare anche su perficialmente il turbinio di lingue, culture, rumori, colori, vestiti e comportamenti che riempiono le stradine della città vecchia: i passi veloci dei rabbini che si recano al Muro e quelli lenti dei musulmani apparentemen te senza meta; pellegrini cristiani che prega no ad alta voce a una stazione della via cru cis, mentre il bottegaio fuma indifferente il suo naghilé ; fogge di monaci ortodossi e suo re cattoliche che s’incrociano senza guardar si; e poi soldati che sembrano bivaccare a ogni angolo delle strade... Ciascuno vive nel suo mondo; mondi differenti che coesistono, l’uno accanto all’altro. Sotto la scorza di tale coesistenza si celano fortissime tensioni, prima di tutto tra ebrei e palestinesi, che spesso si tramutano in pro teste e scontri, e conseguenti repressioni. Tensioni fra le tre religioni monoteistiche e perfino all’interno di ciascuna di queste reli gioni; tensioni che pervadono anche i fedeli delle varie chiese cristiane. N onostante le contraddizioni della sua storia passata e presente, Gerusalem me continua a essere simbolo di tutte ne. E per risponde pensabile che ebrei, musulmani realizzi valori che concor nel riconoscere co divini: fraternità, e, giustizia, pace. città senza più né , né lutto, né dolo perfetta giustizia e dono di Dio, è pro empo stesso è pure gno umano. Da Ge tradizione delle tre e che parta e si con ella salvezza del ge B.B. lla terra»,menzionato ari di pellegrini ci, Basilica olcro). dente: Gerusalemme ppella del Dominus Flevit. GERUSALEMME: OMBELICO DEL MONDO

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