Missioni Consolata - Febbraio 2010

La Chiesa nel mondo a cura di Sergio Frassetto BURUNDI REGALI DI NATALE U n diploma, un libro e una zap- pa: li hanno ricevuti in dono, per Natale, 167 giovani e adulti che per tutto l’anno hanno partecipato al programma di alfabetizzazione pro- mosso dalla Caritas italiana, nei quartieri Nord di Bujumbura presso il centro missionario Centro giovani Kamenge . Grazie al sostegno di «Aiuto alla chiesa che soffre» anche gli scolari delle elementari e delle medie hanno ricevuto in regalo ma- teriale scolastico, uniformi e zainetti. Per questo Natale ben 16 comunità religiose - cattoliche, protestanti e musulmane - dei quartieri settentrio- nali della capitale hanno visto na- scere ciascuna una biblioteca, dota- ta di sedie, tavoli, lavagna e stuoie, grazie al contributo di un’associa- zione italiana. (Misna) BRASILE FAZENDA ESPERANÇA I l 12 dicembre circa 500 persone e- rano presenti all’inaugurazione del- la Fazenda Esperança nella Vila São Raimundo, un villaggio fanta- sma di case diroccate a 70 km da Boa Vista. Sorta 27 anni fa, in Brasi- le, per opera di Nelson Giovanelli e del frate Hans Stapel come progetto di pastorale sociale per il recupero dei tossicodipendenti, conta 68 opere nel paese e si è diffusa anche in altre nazioni dedicandosi ai pove- ri, alla promozione della donna, al- l’educazione dei bambini e all’aiuto delle famiglie povere. La nuova fon- dazione di Vila São Raimundo, in piena zona indigena, sarà una coo- perativa dove numerose famiglie po- vere potranno trovare lavoro e sussi- stenza per una vita dignitosa. Il ve- scovo di Boa Vista, Dom Roque, durante l’eucaristia inaugurale, pren- dendo lo spunto dalla festa della Madonna di Guadalupe, patrona dell’America Latina, ha paragonato questa iniziativa al «sì» di Maria al progetto di Dio che ora la Chiesa di Roraima ripete in risposta al grido dei poveri della sua terra. (Gianfranco Graziola) REP. CENTROAFRICANA L’ACQUA DELLA PACE S ono sei mesi che qui non si spara più, scrive il padre cappuccino Cipriano, e lunedì 21 dicembre è accaduto un fatto che sa di miraco- loso: ci siamo trovati a Borodoul, un grosso villaggio sulla strada dove i «ribelli» al governo hanno bruciato le case, perché i giovani avevano ri- fiutato di arruolarsi con loro. Da tutti i villaggi distrutti dal fuoco è venuta gente con i loro «mokundji» (capi), e tutti i ribelli sono venuti per parlare di pace. Ho cominciato io con una preghiera: «Dio è la nostra forza e il nostro coraggio - ho detto - e non si può vivere come bestie braccate, sempre in fuga, pieni di paura. Quando si è violenti non si ha mai ragione, ma è impossibile ammetter- lo, se non c’è la luce di Dio: una stella». Poi ci siamo detti con fran- chezza ciò che avevamo nel cuore: tutti avevano la loro sofferenza se- polta ed è venuta fuori, facendo an- che male. Alla fine è stata portata u- na grande bacinella d’acqua e tutti ci siamo lavati le mani, anche colo- ro che da mesi le avevano sporche di sangue, e ci siamo abbracciati. Con quell’acqua è stato poi asperso tutto il villaggio, anche le case bru- ciate, perché tutto fosse lavato da un nuovo battesimo, e ogni cosa potes- se rifiorire. Poi si è danzato fino a sera. Questa è stata la nostra prepa- razione a un Natale che nessuno di- menticherà più. (Misna) TERRITORI PALESTINESI UN OSPEDALE PER I BAMBINI L a fondazione Giovanni Paolo II e la Conferenza Episcopale Italiana, sono impegnate nella costruzione, nei pressi di Betlemme, dell’unica clinica di chirurgia pediatrica per quasi tre milioni di bambini residenti in un’ampia e popolosa regione, che dalla Gerusalemme occupata raggiunge Amman e abbraccia l’in- tera Giordania. «Non possiamo a- dottarli tutti in tutto - dice p. Faltas, che è anche vice-presidente della fondazione Giovanni Paolo II - ma vogliamo adottarli tutti in un aspetto importante: costruire per loro, a Be- tlemme, quel reparto di chirurgia pe- diatrica che oggi non esiste, né in Cisgiordania né in Giordania». Il padiglione dovrebbe essere intitola- to a Papa Benedetto XVI e sorgere non lontano dalla basilica della Na- tività di Betlemme, nella cittadina vi- cina di Beit Jala, in aramaico «tap- peto d’erba», occupata militarmente da Israele sin dal 1967. Questa ini- ziativa, «al di là dell’aspetto sanita- rio - dice padre Faltas - vuole essere la dimostrazione che la pacifica coesistenza tra persone dal differen- te credo religioso è possibile». (Misna) 8 MC FEBBRAIO 2010 Dom Roque, Hans Stapel e altri ospiti all’i- naugurazione della Fazenda Esperança.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=