Missioni Consolata - Febbraio 2010

MISSIONI CONSOLATA pronti a sparare, a mani e a petto nu- do al grido: «Non potete ucciderci, siamo già morti!». S einAlgerialadisoccupazione supera il 22% (tra i giovani è an- che più alta) (3), in Cabilia i tassi sono spaventosi. La direzione del la- voro della provincia di Tizi Ouzou (Alta Cabilia) dichiara che il 25,6% dei giovani è senza un lavoro decen- te (4).Ma vuol dire che i valori reali sono più alti. La dispersione scolastica è altissi- ma. Su 10 allievi iscritti alla prima e- lementare solo 2 arrivano all’esame del baccalauréat (fine scuole supe- riori). La crisi degli alloggi e il caro vi- ta che cresce continuamente rendo- no la sopravvivenza delle famiglie quasi impossibile. E questa è stata la forza che ha fatto alzaremilioni di giovani (emeno giovani) in tutta la Cabilia,di fronte a chi ritengono re- sponsabile della loro situazione. Ma la forza comunicativa di que- stemanifestazioni si è diffusa poi in tutta l’Algeria.Tutto l’anno 2001 e MC FEBBRAIO 2010 65 I l Maghreb in genere e l'Algeria in modo particolare è og- gi zona di pochissima diversità religiosa. Dopo essere stati cristiani in larga misura a nord e animi- sti a sud, i nordafricani si sono convertiti in massa all'i- slam. Il processo di islamizzazione è stato lungo e doloro- so, ma si è concluso con grande adesione da parte degli autoctoni alla nuova fede venuta da Oriente. I SLAM Musulmani sunniti (oltre il 90% ),musulmani ibaditi (circa 1-2%) sparsi nel deserto a sud. E BREI Gli ebrei nordafricani sono composti da due gruppi: ebrei berberi e ebrei sefarditi, sfuggiti alla persecuzione in Eu- ropa. Una volta minoranza sostanziosa oggi presenti a nu- meri molto ridotti. Si parla di tre quattro famiglie nelle città che ne accoglievano una volta decine di migliaia. La partenza della comunità ebraica algerina, contrariamente ad altri paesi musulmani non è stata causata della que- stione palestinese,ma piuttosto della posizione pro-colo- niale presa dalle élite ebraiche durante la guerra di libera- zione. Nel 1962 insieme alle popolazioni europee, anche gli ebrei d'Algeria si sono imbarcati per Marsiglia. C ATTOLICI Secondo il ministero degli affari religiosi algerino la co- munità cattolica algerina è circa di 11.000 unità, e ha a di- sposizione circa 100 preti e 170 suore, sparsi per il territo- rio nazionale. All'indipendenza, c'è stato un accordo di mutuo rispetto tra la chiesa cattolica e autorità algerine lasciando i beni ancora occupati alla chiesa e convertendo i luoghi abbandonati in luoghi di culto musulmano o di cultura. P ROTESTANTI Le chiese evangeliche (nordamericane in modo particola- re) hanno fatto un grosso lavoro di proselitismo in Algeria negli ultimi decenni. I convertiti sono ormai decine di mi- gliaia e i luoghi di culto centinaia. Il boom è stato special- mente durante la guerra civile. L a proliferazione delle comunità protestanti ha creato forti polemiche e ha spinto il governo, per accontentare gli islamisti della coalizione al potere, a prendere misure restrittive nei confronti delle comunità non musulmane. Ogni comunità religiosa è obbligata a costituirsi in asso- ciazione e a chiedere il permesso del governo regionale per aprire nuovi luoghi di culto (ma in tali casi i permessi in genere sono concessi). Ma più grave per le libertà dei non credenti e di altri gruppi religiosi è il fatto che alcuni giudici hanno cominciato anche a condannare a brevi pe- ne di prigionia e a forti multe persone accusate di proseli- tismo per altre religioni o di non rispetto di alcune regole dell’islam. Cosa mai avvenuta in passato. K.M. Con quasi il 92% di musulmani, per le altre religioni rimane poco spazio. Negli ultimi anni, per compiacere gli islamisti e tentare di frenare l’attivismo delle chiese evangeliche, sono scattate le prime condanne per proselitismo. Tanto Islam e poco altro

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