Missioni Consolata - Febbraio 2010

ROMANIA caldarari , che lavoravano il rame, i churara , affilatori di coltelli, e i rom dell'oro, che sono presenti ancora oggi inTransilvania e spesso hanno un tenore di vita addirittura superio- re agli abitanti romeni, e danno adi- to a leggende di ogni tipo sulle loro «malefatte»). A l nostroarrivo (oltreachi scri- ve ci sono altri giornalisti, tra cui un inviato dell'inglese Bbc, e alcuni operatori della Fondazione Casa della carità, che a Milano aiuta- no i romnell'accoglienza e nell'inse- rimento lavorativo), si fanno avanti soprattutto donne e anziani, gli uo- mini sono all'estero.C'è Anita, 78 an- ni, che ti vende a un prezzo irrisorio uno scialle che ha fatto a mano.C'è Liliana, 30 anni, che ha una figlia di 5 anni e zoppica vistosamente dopo essere stata investita da un treno passato ad alta velocità lì vicino, so- pravvivendo per miracolo. «Nel 2007 ero in Italia, mendicavo conmio figlio per le strade di Rho e Milano», rac- conta Liliana, che non ha marito e vive a Bals con la madre, «mi ver- gognavo da morire,ma non potevo far altro, dove- vo trovare da mangiare per il piccolo e per me.A un certo punto, dopo l'ennesima umiliazione, ho detto ba- sta e sono tornata qui. Sono povera, ma qui ho la mia dignità». Dignità che, inmodo piuttosto in- credibile, viene messa in discussio- ne pochi minuti dopo, quando nien- temeno che il sindaco di Bals, scorta- to da quattro poliziotti, ci si avvicina: «Chi siete, cosa ci fate qui voi stranie- ri? Cercate i rom? Questi non sono rom, quelli veri stanno da un'altra parte, vicino al fiume», ripete inti- mando all'operatore della Bbc di spegnere la telecamera (ma lui, ro- meno di origine, ribatte in lingua madre il suo diritto a filmare in luo- go pubblico e la spunta; stava infat- ti girando un reportage sui rom in Europa, Italia compresa, e il risulta- to è un ottimo documentario chia- mato Gipsy child thieves , Piccoli la- dri zingari, scaricabile daYoutube in lingua inglese). Evidentemente, al primo cittadino non piaceva l'estre- ma povertà di quelle case ben na- scoste dietro la ferrovia, tanto da ar- rivare a negare la propria identità a- gli stessi abitanti (l'incidente diplo- matico si è risolto poco dopo con una chiacchierata distensiva in Co- mune). Q uestoèunodei tanti casi.Po- veri ediscriminati:per i rom di Romania, almeno 200 mila sui due milioni di abitanti totali, la discriminazione c'è e si tocca con mano. «Basta entrare in un qualsiasi bar o ristorante per capire come stanno le cose: non ci sono camerie- ri rom, perché nessun romeno si fa- rebbe mai servire da uno“zingaro”», spiega Franco Aloisio, referente del- l'ong romena Apel, che si occupa di reinserimento lavorativo, e vicepre- sidente italiano di Fundatia Parada (Fondazione Parada), organizzazio- ne internazionale nata nei primi an- ni '90 quando l'attore e clown fran- co-algerino Miloud Oukili è arrivato a Bucarest e ha deciso di aiutare i «bambini delle caldaie»,minori sen- zatetto che scappano dalla povertà della campagna e vivono tra droga e prostituzione in città, a uscire dalla loro condizione disagiata tramite l'avvio di un circo e una struttura di reinserimento scolastico e lavorati- vo. «Solo a Bucarest sono unmi- gliaio, meno di qualche anno fa ma sempre presenti», riprende Aloisio, «e rom è il 50% di loro, così come lo è la metà dei bambini orfani inseriti negli orfanotrofi, spesso in condizio- ni indescrivibili». La Fondazione li

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=