Missioni Consolata - Febbraio 2010

MISSIONI CONSOLATA MC FEBBRAIO 2010 49 si dai romeni doc. La zona sull'argine nord del fiume è quella più popola- ta, ed è da qui che vengono la mag- gior parte delle persone che ora vi- vono nei campi di Triboniano e via I- dro a Milano, oppure nei dintorni di Torino. I primi a invitarci nella pro- pria casa (una delle più belle del quartiere) sono Octavian e sua mo- glie Guta, e la loro storia è esempla- re: «Siamo andati in Italia all'inizio degli anni '90, fra i primi. Facevo il muratore», spiega l'uomo, «ci sono rimasto più di 10 anni, poi una volta raccolti i soldi sono tornato qui con moglie e figli e ho costruito la casa. Ora ho 41 anni e sono nonno, ho smesso di lavorare e vivo bene qui». Come fate a mantenervi? «I miei due figli continuano a vivere a Milano, e ci mandano 300 euro al mese, che per la vita di qui bastano», rivela Oc- tavian. La moglie, al ricordo dell'Ita- lia, diventa triste: «Era dura là, facevo l'elemosina, lavavo i vetri,molti auti- sti ai semafori mi chiedevano di pro- stituirmi», rivela la donna, «ma so- prattutto, subivamo uno sgombero alla settimana, e con due figli da In queste pagine: vita a Tantareni, un villaggio rom in Romania, dove la crisi economica mondiale non aiuta certo chi è rientrato in patria e vuole ricostruirsi una vita con i soldi risparmiati in anni di lavoro e umiliazioni. mantenere era uno strazio conti- nuo». Loro sono fortunati ora e se ne rendono conto. La situazione in Italia 20 anni do- po, infatti, è ancora la stessa. «Ma guai a dire che siamo nomadi», ar- gomenta Florin, 19 anni, incontrato per le «strade rom» di Salcuta, villag- gio in aperta campagna dove le strade asfaltate non sono ancora ar- rivate, «io vado e vengo dall'Italia e da altri stati europei come Germania e Spagna,ma solo perché qui non ho futuro. Il nostro è nomadismo forzato».C'è da credergli vedendo la situazione romena, e considerando un ulteriore aspetto sorprendente in negativo: la maggior parte della po- polazione romena non sopporta la minoranza rom. È un dato di fatto che fa apparire le discriminazioni in atto nei loro confronti in Italia (vedi su tutte il «censimento con impron- te» voluto dal Governo italiano nel- l'estate 2008) poca cosa.Un primo e- sempio di ciò arriva poco dopo esse- re giunti nell'altro quartiere romdi Bals, al di là dei binari della stazione: qui vivono un centinaio di rudari , i romdel legno (soprattutto in passa- to i loro clan venivano distinti per il tipo di lavoro: oltre ai rudari c'erano i

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