Missioni Consolata - Febbraio 2010
A sinistra: militari burundesi. Il paese è uscito recentemente da una guerra civile iniziata nel 1993. A destra: festa di villaggio. Sotto: l’interno del Burundi è fertile, ma il paese è sovrappopolato. 18 MC FEBBRAIO 2010 VESCOVI D’AFRICA/1 La nostra severità non consiste nel cacciare qualcuno.Vogliamo solo che i governanti si migliorino, tenga- no conto del bene comune, e que- sto possa condurre delle persone re- sponsabili ad atti migliori possibili. Non possiamo raggiungere l’otti- mo, ma vogliamo che il bene sia ri- cercato e raggiunto se possibile. Non vogliamo fare colpi di stato nei confronti di chi si comporta male, ma vogliamo che la persona in questione possa raggiungere un certo miglioramento. Un ravvedi- mento su quello che gli segnalia- mo. Dando uno sguardo sulla Rdc, vediamo che il paese è enorme e problematico, e causa instabilità in tutta la regione.A che punto è la riconciliazione? Penso che la riconciliazione in Rdc, soprattutto nelle zone che co- noscono ancora la violenza deve co- minciare con la cessazione delle o- stilità e dei combattimenti, altrimen- ti non si può nemmeno parlare di riconciliarsi nell’immediato. Penso inoltre che il Congo nella sua immensità ha bisogno anche di una coesione non solo ecclesiale. Quest’ultima esiste, l’ho vista e spe- rimentata: tutti i vescovi si impegna- no nel rifiutare la violenza, combat- tere le ingiustizie e farla finita con questo sfruttamento delle risorse naturali, che causa molti nervosismi all’interno del paese. Ma iomi auguro che anche il po- tere politico sia più coerente, unito, abbia davvero un influsso verace e un amore per la popolazione che fi- nora non abbiamo visto. Ecco quello che manca a quel paese. Nel frattempo lo sforzo di poter ri- conciliare quella zona tarda molto a potersi verificare concretamente. Soprattutto nel Kivu Nord e Sud (province ad Est del paese). Intanto abbiamo ancora molti profughi del Kivu in Burundi e in Rwanda: questo rientra nel peso e- norme che le popolazioni del Congo stanno ancora portando. Come può essere fermato lo sfruttamentomassiccio delle ri- sorse naturali da parte di multina- zionali e stati esteri? La responsabilità primaria è quella dello stato, che dovrebbe essere in grado di difendere da questo sfrut- tamento disordinato e criminale delle proprie risorse.Ma la chiesa deve essere sempre allerta e rende- re la comunità cristiana attenta a questo fenomeno, per cui il nostro ministero è quello di vedere che nessun bene venga preso ingiusta- mente, come da un ladro che entra in una casa e piglia quello che rag- giunge. Questoministero di vigilanza e coscientizzazione mi sembra sia quello della chiesa. Non solo per la Rdc, paese ricco di materie prime. Parlo anche per Bu- rundi e Rwanda dove queste risorse non sono conosciute.Credo che in questi tre paesi noi cristiani dobbia- mo avere gli occhi aperti su questi beni che devono far progredire la popolazione.Nessuno deve pren- derli come sua proprietà oppure co- me bene privato. È un patrimonio di
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