Missioni Consolata - Febbraio 2010
MISSIONI CONSOLATA Io penso che ci sia la volontà del- la gente.Molti di loro vogliono ri- conciliarsi, partendo dal vangelo. È una prassi che non dovrebbe dura- re troppo tempo, perché il Signore ci dice di riconciliarci quanto prima e non aspettare a buttarsi in questa battaglia del perdono chiesto e concesso o del perdono offerto semplicemente anche quando non è chiesto. Lo abbiamo visto e pensiamo che a poco a poco entreremo in questo movimento della riconciliazione. Io sono particolarmente toccato perché ho un’opera apostolica che ho fondato «Vita nuova per la ricon- ciliazione» che va spesso incontro alla gioventù studentesca o rurale, ai politici, alla popolazione, a colline che hanno conosciuto drammatiche vicende di separazione. Vedo vera- mente che c’è una volontà di ripren- dere un cammino che sia più pacifi- co di quanto dal 1961 abbiamo co- nosciuto. Io spero che i burundesi approfitteranno di questo sinodo giacché hanno cominciato questo sforzo tramite i sinodi diocesani. Parlando di leader politici,que- sti hanno avuto un ruolo determi- nante, anche nei massacri.Come può la chiesa favorire la conver- sione dei politici? Ogni conversione parte dall’ascol- to della parola di Dio. La prima cosa da fare è invitare i nostri politici ad entrare meglio e più in profondità nella parola, e sentire come il Signo- re è il pastore del suo popolo. Anche se di fronte a loro hanno un mucchio di gente che li segue, devo- no capire che hanno questo ruolo di condurre il popolo a nome di Dio. La seconda cosa è rimanere vicino a questi politici per ascoltarli, per scambiare con loro, essere loro ab- bastanza vicini quando necessitano di un consiglio o un parere. Penso che andando verso la de- mocrazia, chi governa dovrebbe a- scoltare. Non penso che la democra- zia di tipo francese sia lamigliore,do- ve il presidente fa quello che vuole, anche se scelto democraticamente. Il processo democratico non si espleta solo nel momento delle elezioni, ma anche durante l’esecuzione,nelle scelte politiche.Questi leader ne fan- no di continuo e hanno bisogno che non vengano solo da loro stessi,ma da un confronto. Anche se le istituzioni parlamen- tari operano in questo senso,mi pa- re che non basti. Perché i parlamenti camminano secondo i partiti, e il partito al potere può benissimo es- sere troppo favorevole al suo capo e non riflette abbastanza sulla non convenienza di una data misura. Una terza possibilità di aiutare i nostri politici a governare bene è una scelta di leggi giuste.Non solo leggi che obbediscano all’opinione mondiale, di chi forse, non ha gli stessi problemi di fronte. Leggi di chi non crede di rappresentare solo un partito che l’ha scelto,ma anche, in un certo senso, di Dio. Per cui deve stare attento a questa arte di guida- re, di governare. Nel messaggio finale del sinodo avete scritto che i politici cattolici che non ascoltano l’insegnamen- to della chiesa,devono pentirsi oppure allontanarsi dall’ammini- strazione della cosa pubblica. MC FEBBRAIO 2010 17 Lo abbiamo incontrato al margine del sinodo per l’Africa a Roma. Riconciliazione: pensando al Bu- rundi, comemetterla in pratica? Siamo felici che il sinodo per l’A- frica abbia affrontato questo tema. In Burundi, da 4 anni, stiamo realiz- zando dei sinodi diocesani e ancora prima avevamo cominciato altre i- niziative, che portassero alla ricon- ciliazione. Ci sono 3 diocesi che hanno terminato questi incontri, a- spettiamo le altre 5 diocesi, in mo- do da arrivare in 1 o 2 anni alle con- clusioni pratiche, e nel contempo arrivi l’esortazione postsinodale di questo sinodo (messaggio del Pa- pa, ndr ). Io spero già che il frutto di questi sinodi diocesani ci stia aiutando. Perché tutte le strade per la ricon- ciliazione le abbiamo davvero per- corse e abbiamo tentato di far avan- zare questo carro per il quale i bu- rundesi sentono una chiamata particolarmente forte.
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