Missioni Consolata - Febbraio 2010
MISSIONI CONSOLATA MC FEBBRAIO 2010 13 Dio solo, dichiarava, deve bastare a una missionaria. E se in Africa, a predicatori degli Esercizi spirituali e a oratori delle conferenze settima- nali avrebbero avuto sempre gli stessi confratelli di missione, e se le omelie festive sarebbero state sem- pre in kikuyu perché dirette ai neofi- ti e se,mancando libri di spiritualità, quasi dappertutto gli unici libri di studio e di meditazione sarebbero stati la Bibbia e il catechismo, non s’inquietassero, perché Dio le avreb- be nutrite largamente con la sua Pa- rola interiore e con la sua Eucaristia, di cui dovevano cibarsi come d’un viatico quotidiano. E se gli impegni di missione non sempre avrebbero concesso loro il tempo di prolunga- te orazioni davanti al tabernacolo, non esitassero a «lasciare Dio per Dio»: lo avrebbero ritrovato lungo i sentieri della savana nascosto nel volto dei mocciosi, dei vecchi, degli infermi a cui avrebbero portato il lieto Annuncio in spiccioli di Vange- lo e di bontà. Suore operose E non se ne stessero mai inopero- se, con le mani in mano,ma «come gli occhi della serva sono fissi ai cen- ni della sua signora», così una mis- sionaria deve essere pronta al lavo- ro, al sacrificio, al servizio, al richia- mo di una nonnina qualsiasi che vuole la medicina per la tosse... Diceva che talvolta «qui dentro bi- sogna lavorare per due o tre». Per conto suo rideva quando uno si la- mentava per il troppo lavoro. «Più lavoro c’è e più se ne fa...»: beninte- so se si è operosi per Dio solo e se si sa pregare di più quando più c’è da fare... Perché «non è lo sfaticare che salva le anime,ma il sacrificio...». Suore di preghiera Teologo e uomo di preghiera, proibiva alle sue missionarie le «de- vozioncelle»; voleva per loro una preghiera di fede, solida nella so- stanza, contenuta negli orari ma prolungata lungo il giorno come un respiro che non deve mai venire meno all’anima. Non voleva il molti- plicarsi delle pratiche di pietà o il prolungamento di quelle comunita- rie solite se non in particolari circo- stanze, perché, diceva «voi siete mis- sionarie, non delle claustrali». «La fe- deltà alle pratiche di pietà stabilite è
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