Missioni Consolata - Gennaio 2010
66 MC GENNAIO 2010 L E PAROLE DI M EDIAMENTE Infibulazione / xenofobia / apartheid / matrimonio / migranti infanzia / crescita / sviluppo I SITI DEGLI EDITORI • www.fanucci.it • www.epoche-edizioni.it • http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/rizzoli/ • www.bambinideldeserto.org Mediamente Fuori dal coro Il Gatto dagli occhi d’oro Silvana De Mari, Fanucci editore, 2009 – Euro 14,00 Silvana De Mari racconta con leggerezza - che non ha nulla a che vedere con la superficialità - una storia per tutti, adulti e ragazzi. È la storia dell’undicenne Leila che abita in una casa-baracca vicino alla palude, ha una mamma che fa lavori «schifezzosi» e un papà che, appena ha saputo del suo arrivo, ha preso un’astro- nave d’oro e d’argento ed è tornato su Marte. È la storia dei suoi compagni di scuola, ragazzini specchio dei fallimenti o della tenacia dei genitori; dei bambini vicini di casa: albanesi, rumeni, russi e africani, sradicati dalla loro terra e dalle loro tradizioni; è soprattutto la storia di Maryam, nata in Etiopia dove sorge il Nilo e sottoposta a una pratica insensata e dolorosa: l’infibulazione. Ed è ancora la storia di tanti altri personaggi. Una galleria reale e fresca, dipinta con una scrittura che tocca le corde più profonde di ognuno di noi. Quelle del nostro io adolescente, che qualche volta ritorna e che, per fortuna, riesce ancora a farsi sorpren- dere dalla magia della vita e dalla voglia di combattere contro le ingiustizie. Sullo sfondo, un gatto nero con gli occhi d’oro... «Diamoci del tu»: botta e risposta con l’autore Silvana, perché hai scelto la narrativa per ragazzi? «In realtà è una narrativa“anche”per ragazzi ma non solo. E, poi, perché i libri per ragazzi devono avere un tale ritmo da trascinarti dentro, devono pulsare di vita ed averne fede. Un libro letto e amato a 12 anni re- sta dentro e va a far parte del nostro sistema cognitivo. Entrare nel cuore dei più giovani è una grande re- sponsabilità ma anche un grande pregio». Medico chirurgo in Etiopia, sei stata testimone dell’atrocità dell’infibulazione. Raccontaci... «La prima volta che ho visto un’infibulazione è stato all’ospedale di Bushulo, un posto bellissimo sulle rive di un lago in Etiopia. Un contrasto tra l’incanto dell’esterno e l’orrore di ciò che capitava all’interno, in quelle sale operatorie dove la morte si portava via giovani donne per infezioni causate da una pratica con- tro la dignità umana. Proprio tra quelle mura, ho giurato che avrei combattuto per le donne e le bambine. Questo libro è l’inizio della mia battaglia. Una battaglia per il sorriso che ad ogni donna deve essere garan- tito. Non a caso dedicato a Ayaan Hirsi Ali, coraggiosa donna somala,mutilata orribilmente e oggi depu- tato in Olanda». La simbologia del «gatto nero» e, in altri tuoi libri, degli orchi, cosa rappresenta? «Il gatto nero della storia è l’elemento magico, la capacità che ha la vita di sorprenderti quando meno te lo aspetti o, se meglio vogliamo, di un’altra parola che comincia con m, il miracolo. La narrativa fantastica può contenere elementi fiabeschi e, per fortuna, anche i mostri.Tutto ciò che è troppo atroce da guardare in faccia ma che per farsi elaborare deve essere raccontato. Sono proprio le fiabe a dirci che gli orchi esistono e che possono essere battuti o salvati».
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