Missioni Consolata - Gennaio 2010

frequenti,maggiore trasparenza nel- la gestione dei traffici marittimi (spesso certi armatori ricorrono a bandiere di comodo, il che si traduce in un certo rilassamento delle norme di sicurezza). Soprattutto sono indi- spensabili petroliere a doppio scafo (dal 2015 saranno rese obbligatorie nelle acque europee). Oltre che accidentale, come nel ca- so dei naufragi, l’inquinamentomari- no da idrocarburi è anche cronico, a causa della ricaduta di particelle in- quinanti dall’atmosfera,della perdita da raffinerie,dal dilavamento di oli minerali dispersi nell’ambiente,ma soprattutto dagli scarichi inmare or- dinati da capitani privi di scrupoli, nel corso di operazioni di lavaggio delle cisterne.Questa attività,da sola, rap- presenta il 20%dell’inquinamento totale da idrocarburi. Il Parlamento europeo ha attualmente adottato una direttiva, che obbliga gli Stati membri a comminare sanzioni pena- li, per gli scarichi intenzionali di idro- carburi e liquidi nocivi inmare, da parte delle navi. U ntipod’inquinamentomarino molto grave,ma poco cono- sciuto,perché le notizie inme- rito sono sempre frammentarie, se non occultate del tutto, è quello ri- guardante gli incidenti nucleari, le fu- ghe radioattive inmare ed il traspor- to delle scorie nucleari su nave.Basta pensare che il 21 gennaio 1968 un B- 52, con a bordo 4 bombe atomiche, si schiantò sul ghiaccio della costa nord-occidentale della Groenlandia e 3 bombe vennero recuperate,ma la quarta non vennemai trovata, nono- stante le ricerche sottomarine.Que- sto incidente venne tenuto segreto per 40 anni.Oppure possiamo parla- re dell’avaria che, il 12maggio 2000, colpì il sottomarino nucleare britan- nicoTireless al largo della Sicilia, con la fuoriuscita inmare del liquido di raffreddamento del reattore.Nel do- cumentario « The Loch longmonster » di Ken Loach è stata fatta una rico- struzione dell’incidente, che fu in realtà molto più grave di quanto as- serito inizialmente dalle autorità; se- condo tale ricostruzione il guasto oc- corso al sottomarino avrebbe potuto innescare la fusione del nocciolo del reattore nucleare, con conseguenze imprevedibili.Che dire poi dello scontro tra due sottomarini nucleari (il britannicoVanguard ed il francese LeTriomphant entrambi carichi di te- state atomiche), avvenuto tra il 3 ed il 4 febbraio 2009 nelle acque dell’A- tlantico? Fortunatamente in questo caso, nonostante i danni, non sono state riportate avarie all’attrezzatura nucleare,ma si tratta di una tragedia sfiorata.A partire dagli anni ’50, gli in- cidenti come questi sono stati nume- rosi. Purtroppo le alghemarine pos- sono accumulare le sostanze radioat- tive fino a concentrazioni centinaia di volte superiori a quelle dei fondali, dove sono sedimentate e la stessa cosa vale per i crostacei ed i pesci.At- traverso la catena alimentare, la ra- dioattività contamina così gli uccelli, i mammiferi marini ed infine l’uomo, causandomutazioni genetiche, ano- malie nello sviluppo fetale ed insor- genza di tumori. N on possiamo dimenticare, infi- ne, l’immenso vortice di plasti- ca, che costituisce una gigan- tesca isola di spazzatura localizzata nel Pacifico settentrionale e scoperta casualmente nel 1997 dal navigatore americano Charles Moore. La notizia di tale scoperta è stata data nel feb- braio 2008 dall’Independent.Nei die- ci anni successivi alla scoperta,Moo- re ha attivamente lavorato alla defi- nizione della consistenza e dei confini di quest’isola di rifiuti,costituita da al- meno 100 milioni di tonnellate di plastica proveniente da tutto il mon- do, dalle coste, dalle navi e dai pozzi petroliferi.Tali rifiuti tendono ad ac- cumularsi in quelle aree di mare do- ve le correnti ed i venti sono deboli. In realtà si sono formate due enormi masse distinte, la prima va dal largo della California fino alle Hawaii e la seconda dalle Hawaii fino quasi al Giappone. Si tratta di una zuppa di plastica,che sta appena sotto il livello dell’acqua edha uno spessore di circa 10metri e che,purtroppo,sta compor- tando gravissimi danni all’ecosistema marino per lamoria di pesci,di piante acquatiche,di mammiferi marini e di uccelli.Capita spesso, infatti,che i pezzi di plastica vengano scambiati per pre- de dagli animali,chemuoiono così, per l’ostruzione dello stomaco o del- l’intestino. Inoltre i frammenti di plasti- ca possono essere colonizzati da sva- riati microrganismi,alcuni dei quali pa- togeni, che vengono in tal modo trasportati ovunque dalle correnti ma- rine. È chiaro che,almenoper questa forma d’inquinamento,ciascuno di noi può fare la sua parte, limitando l’acquisto ed evitando la dispersione nell’ambiente del materiale plastico, che può essere riciclato. Nondimenticando,come ha scritto Alexander Pope,che il mare unisce i paesi,che separa,quindi undanno ar- recato al mare localmente può avere gravi ripercussioni su scala globale. Fine primapuntata-continua MC GENNAIO 2010 65 MISSIONI CONSOLATA

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