Missioni Consolata - Gennaio 2010

che proviene, oltre che da fonti natu- rali (giacimenti di cinabro,minerale ricco di mercurio),da una vasta serie di produzioni industriali, come quella del cloro,del polivinilcloruro (Pvc), ol- tre che dalle emissioni delle centrali termoelettriche a carbone,degli ince- neritori, delle acciaierie e delle indu- striemetallurgiche in genere. I princi- pali rischi corsi dalle persone esposte ad alte concentrazioni di mercurio comprendono gravi problemi del si- stema nervoso centrale, con altera- zioni neuronali emotorie,problemi renali, cardiovascolari e del sistema immunitario, nonché l’insorgenza di forme cancerose di vario tipo.Nel mare inquinato, il mercurio si con- centra soprattutto nei pesci di grandi dimensioni.Una ricerca condotta sul- le fochemonache del Mare del Nord ha evidenziato nei loro tessuti eleva- te concentrazioni di mercurio in con- comitanza con alterazioni del siste- ma immunitario, che potrebbero ave- re facilitato la moria di migliaia di questi animali, verificatasi tra il 1998 ed il 2002, a causa di un virus. Per quanto riguarda l’uomo, è tri- stemente famosa la «sindrome di Mi- namata», dovuta allo scaricamento nelle acque dell’omonima baia, nel mare di Shiranui in Giappone,di enormi quantità di metilmercurio, tra il 1938 ed il 1968,da parte dell’indu- stria chimica Chisso Corporation . Il metilmercurio è uno dei composti or- ganici del mercurio più pericolosi ed è caratterizzato da un’elevatissima tossicità cerebrale,dovuta al fatto che questo composto si lega ad alcu- ne porzioni di proteine, formando un complesso riconosciuto dall’organi- smo come «metionina», capace di su- perare la barriera emato-encefalica e di concentrarsi nel cervello.Per anni, il metilmercurio si è accumulato negli organismi marini della baia, consu- mati poi dalla popolazione locale. Questo composto si forma nelleme- die profondità oceaniche, come con- seguenza della decomposizione del- le alghe superficiali,da parte dei bat- teri, dopodiché esso entra nella catena alimentare, fino ad arrivare nei tessuti dei grandi predatori, come ad esempio il tonno . I sintomi principali dell’avvelenamento sono debolezza, cecità,demenza,paralisi, coma e morte.Ufficialmente sono state rico- nosciute 2.265 vittime (1.784 delle quali sonomorte nel corso dei 30 an- ni successivi al disastro ambientale). Attualmente vengono rilasciate nel- l’atmosfera circa 4.500 tonnellate an- nue di mercurio,di cui 2.250 da atti- vità industriali. I paesi asiatici ne emettono circa il 40%del totale, in- fatti i livelli di questo tipo d’inquina- mento sono particolarmente preoc- cupanti in Cina ed inVietnam. Un’altra sostanza, responsabile del- l’inquinamento nei mari di tutto il mondo è il tributilstagno (Tbt), un composto usato già da decenni nelle vernici antivegetative per le imbarca- zioni. Da recenti studi è emerso che il Tbt è responsabile della mascoliniz- zazione delle popolazioni di murici (molluschi utilizzati come bioindica- tori ). T ralepiùgravi formed’inquina- mentomarino ci sono quelle da idrocarburi. Sicuramente quelle che fanno più notizia e più impres- sione sono lemaree nere dovute ai disastri navali delle petroliere o ai ri- versamenti di greggio inmare,da parte delle piattaforme petrolifere offshore. In questi casi la quantità di petrolio riversata inmare è sempre di migliaia di tonnellate e le conse- guenze per l’ambiente e per le popo- lazioni abitanti nei pressi della zona del disastro sono ingentissime.Negli ultimi 50 anni si sono verificati più di 1.300 incidenti navali, che hanno coinvolto delle petroliere,molte delle quali più vecchie di 25 anni, cioè au- tentiche «carrette dei mari», spesso a singolo anziché a doppio scafo.Per capire l’entità di simili disastri,basta prendere in considerazione cosa ha significato il naufragio della petrolie- ra Prestige , avvenuto davanti alle co- ste della Galizia, in Spagna, il 19 no- vembre 2002 dopo il suo danneggia- mento avvenuto 5 giorni prima. La nave portava 77.000 tonnellate di greggio, 5.000 delle quali perdute già il primo giorno del disastro e le altre affondate con essa e rilasciate in ac- qua gradualmente. Immediatamen- te, sulla superficie del mare, si formò una macchia nera lunga 37 chilome- tri e larga 200metri. Il naufragio della Prestige ha inquinato 295 chilometri di costa ed il danno provocato è stato di circa 300milioni di euro,di cui 43 per la pulizia della costa, 200 per i cre- diti agevolati e 50 di indennizzo ai 7.000 pescatori locali,per i 6mesi di sospensione forzata della loro atti- vità. Per quanto riguarda l’ambiente, la fauna e le filiere della pesca e del- l’acquacoltura furono gravemente danneggiate e per riparare danni del genere sono necessari diversi anni di lavoro.Purtroppo disastri come que- sto sono dovuti, il più delle volte, alla volontà di certi armatori e compa- gnie petrolifere,di risparmiare, ricer- cando esclusivamente il profitto fi- nanziario a scapito della sicurezza.Gli scafi in ferro, col tempo, tendono in- fatti ad arrugginire,per cui la loro struttura si indebolisce e si possono verificare improvvisi cedimenti strut- turali, che portano al naufragio.Per evitare simili disastri sono indispen- sabili norme più rigide sulla manu- tenzione delle petroliere, controlli più NOSTRA MADRE TERRA 64 MC GENNAIO 2010 Delfini in un acquario. Pagina accanto: una tartaruga. Sono sempre di più le specie marine a rischio di sopravvivenza.

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