Missioni Consolata - Gennaio 2010
NOSTRA MADRE TERRA acque costiere del Mediterraneo, il quale, essendo unmare quasi chiuso, presenta delle caratteristiche geo- morfologiche ed idrodinamiche tali da favorirlo.Dagli anni ’70, l’eutrofizzazione è particolarmente visibile e purtroppo ricorrente, so- prattutto nella stagione estiva, nelle acque del mare Adriatico (costiera emiliano-romagnola), dove si trova il delta del fiume Po, che raccoglie gli scarichi della pianura padana, una delle zone più densamente industria- lizzate, coltivate e ricche di alleva- menti, a livello europeo. L’eutrofizzazione è dovuta all’accu- mulo di sostanze nutritive, quali i sali di azoto e di fosforo (nitrati e fosfati), nelle acquemarine prossime agli estuari o alle foci dei fiumi inquinati. In un primomomento si ha un’ab- norme crescita di piante acquatiche, in prossimità dei litorali e di microal- ghe gelatinose (mucillagini, in glossa- rio ), che, una volta terminato il loro ci- clo vitale,muoiono e precipitano sul fondalemarino, dove vengono de- composte dai batteri aerobi, i quali, demolendo la sostanza organica, le riducono allo statominerale, con consumo di ossigeno.Questa attività batterica porta ad un impoverimento in ossigeno delle acquemarine, ac- centuato dal fatto che le stessemu- cillagini impediscono all’ossigeno at- mosferico di sciogliersi nell’acqua. Progressivamente, a causa della ridu- zione dell’ossigeno, i batteri aerobi vengono sostituiti da quelli anaerobi, che non hanno bisogno di ossigeno per compiere i loro processi metabo- lici e che liberano nell’ambiente so- stanze tossiche emaleodoranti, co- me l’ammoniaca, il metano e l’acido solfidrico, a seguito di processi di fer- mentazione delle sostanze organi- che. Come conseguenza si assiste, in un primomomento, all’intorbida- mento delle acque, che diventano maleodoranti e che possono assu- mere colorazioni insolite, e successi- vamente alla moria degli organismi bentonici ( in glossario ) più vulnerabi- li, come i celenterati,gli anellidi ed i molluschi, nonché le uova e le forme larvali.Ciò comporta una modifica- zione delle biocenosi ( in glossario ) dei fondali, dove spesso le specie au- toctone vengono sostituite da forme più resistenti alle variazioni di ossige- no. Le zone di anaerobiosi provocano inoltre l’allontanamento dei pesci in zone più ricche di ossigeno,determi- nando altrove il fenomeno della «pe- sca facile» e, in pratica, si trasformano in ambienti completamente o in par- te privi di vita. L’eutrofizzazione è fa- vorita da condizioni di stabilità me- teo-marina, dall’assenza di moto on- doso e dalle correnti marine deboli, situazioni più frequenti nella stagio- ne estiva.Purtroppo l’estensione di aree ricche di materia organica in de- composizione favorisce la diffusione di batteri e di virus patogeni (tifo,dis- senteria, colera, epatite virale, ecc.) e l’assimilazione di questi agenti ezio- logici da parte di molluschi destinati all’alimentazione, come i mitili, le ostriche ed altri lamellibranchi eduli, che spesso vengono allevati nelle vi- cinanze di scarichi fognari, con grave rischio di epidemie. O ltre alle sostanze organiche nutrienti, i fiumi inquinati ri- versano inmare un’enorme quantità di sostanze chimiche deri- vanti dall’attività industriale.Sono cir- ca 63.000 i composti chimici impiega- ti a livellomondiale e di questi 4.500 sono altamente pericolosi,poiché non si decompongono (vengono de- finiti P OP o persistent organic pollu- tants , inquinanti organici persistenti), ma si accumulano nei tessuti degli organismi viventi, soprattutto nel tes- suto adiposo, alterando il funziona- mento dei sistemi ormonale, ripro- duttivo ed immunitario e causando la formazione di tumori e l’interferenza nel processo di crescita dei giovani esemplari.Un grosso pro- blema è rappresentato dal fenomeno della biomagnificazione : in pratica gli inquinanti organici persistenti si tro- vano in quantità maggiore negli ani- mali all’ apice della catenaalimenta- re , cioè i carnivori predatori (tra cui i grossi pesci predatori come tonni, squali,pesci spada), quindi l’uomo, che si nutre sempre più di specie di pesci carnivori, rischia di risultare al- tamente contaminato dalle suddette sostanze. In effetti è ciò che sta capi- tando al popolo degli inuit del Polo Nord, una delle popolazioni più con- taminate al mondo dai Pop,poiché si nutrono di foche e di pesci ricchi di grasso, che accumulano,più di altre specie, le sostanze tossiche nei loro tessuti e le trasferiscono agli esseri umani.Non fa stupire il fatto che alte concentrazioni di Pop siano presenti nei mammiferi e nei pesci del polo Nord, anche in assenza di insedia- menti industriali,perché questi inqui- nanti possono essere trasportati a grande distanza dalle zone di rilascio nell’atmosfera e si depositano nelle regioni più fredde. Tra i Pop più diffusi nell’ambiente ricordiamo le diossine, i Pcb (policlo- robifenili), il Ddt emolti altri tipi d’insetticidi. I Pcb vennero sintetizzati a partire dagli anni ’30 ed utilizzati come liquidi refrigeranti per i trasfor- matori (perché dielettrici) e come fluidi idraulici nelle apparecchiature minerarie (perché non detonanti). La concentrazione dei Pcb nel plancton, negli invertebrati e nei pesci può es- sere 100 volte superiore a quella del- l’acqua, mentre negli uccelli e nei mammiferi marini si va da 10.000 a 1 milione di volte. La crescita del fito- plancton è inibita per concentrazioni di Pcb bassissime,pari a 50 parti per bilione,mentre la concentrazione le- tale per il pesce è di circa 0,5 parti per milione (ppm); per i mammiferi viene considerata pericolosa la concentra- zione di 10 ppm. Sperimentalmente si è osservato che le foche alimentate con pesce contaminato con 0,2 ppm di Pcb presentano una riduzione del- la fertilità del 50%.Nel fegato e nel tessuto adiposo dei delfini del Medi- terraneo sono state rilevate concen- trazioni di Pcb, che raggiungono le 450 ppme poiché queste sostanze, tra le altre cose,danneggiano grave- mente il sistema immunitario, gli scienziati ritengono che esse abbia- no contribuito alla diffusione dell’e- pidemia virale, che nell’estate del 1990 ha portato alla morte di mi- gliaia di questi animali nel mare no- strum. Per quanto riguarda il D DT (ora proibito, almeno ufficialmente) ed al- tri tipi di pesticidi e di insetticidi orga- noclorurati, è oggi noto che essi pos- sono raggiungere il mare non solo attraverso le acque fluviali,ma anche, emolto rapidamente, attraverso l’at- mosfera, prima che gli agenti chimici, in essi presenti, vengano disgregati. T ra gli inquinanti riversati in ma- re, derivanti dalle attività indu- striali ci sono i metalli pesanti, in particolare piombo, cromo, zinco e mercurio, che risultano estremamen- te tossici per gli animali e per l’uomo. In particolare, tra questi, il metallo decisamente più tossico è il mercurio, 62 MC GENNAIO 2010
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