Missioni Consolata - Gennaio 2010

60 MC GENNAIO 2010 è praticata da persone e da gruppi economici, a volte con la connivenza dei massimi responsabili politici. Da questo punto di vista, anche il Nord del mondo ha pesanti responsabilità. Basti pensare alla vicenda di Oil for food : durante l’embargo all’Iraq, diplomatici e imprese occidentali hanno partecipato a una vergognosa rapina ai danni della popolazione irachena, così bambini e donne sono stati privati di cibo e medicine e una feroce dittatura è stata mantenuta al potere. Non bisogna neppure dimenticare che proprio le ban- che dei paesi ricchi sono il rifugio dei bottini dei corrutto- ri. L' indice di percezione della corruzione (una classifica di 180 paesi stilata ogni anno, vedi box) ideato da Transpa- rency non riesce a dar conto di questo aspetto e ha persi- no un risvolto paradossale: la Svizzera, ad esempio, è un paese con un basso livello di corruzione, ma sono soprat- tutto le sue banche (con quelle di Usa e Gran Bretagna) che «lavano» i capitali sporchi. La TracFin, l’agenzia francese sul riciclaggio, ha calcola- to che nel 2003 la Total ha pagato 5 milioni di dollari in commissioni illegali a funzionari iracheni, utilizzando con- ti bancari aperti in Svizzera. Tra le molte azioni delineate dalla Convenzione dell’O- nu per prevenire e sradicare la corruzione, vorrei sottoli- nearne una: spetta agli stati liberare il proprio paese da questo male, ma per farlo devono coinvolgere la società civile: Ong e cittadini che credono nell’onestà e possono svolgere un’azione di sorveglianza su politici, amministra- tori e imprese. Combattere la corruzione tocca anche a noi. C inquecento organizzazioni non governative hanno lanciato un’iniziativa di pressione sui governi perché adottino la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (Uncac). La Convenzione, è stata approvata dall’Assemblea generale nel 2003, ma dopo sette anni oltre un terzo dei paesi membri non l’ha ancora sottoscritta. L’Italia, che era rimasto l’ultimo paese della Unione Europea a non aver- lo fatto, si è messa al passo solo il 29 luglio del 2009, quan- do il parlamento ha approvato la legge di ratifica, dopo un tira e molla durato ben tre legislature. La Convenzione Onu è molto importante perché è l’u- nico trattato internazionale vincolante per i paesi ade- renti che ha come obiettivo quello di combattere e puni- re la corruzione, un fenomeno che è sempre esistito ma che, con la globalizzazione economica e finanziaria, ha assunto proporzioni spaventose. Le colpe della corruzione sono molte: accresce la povertà perché si impossessa di risorse che potrebbero essere destinate allo sviluppo sociale. Gli studi della Ban- ca Mondiale dimostrano che, dove la corruzione è più alta, minori sono gli investimenti in sanità e istruzione. Danneggia la coesione sociale perché inquina le rela- zioni tra persone e comunità, alimenta traffici e attività illegali, ingenera nei cittadini onesti un senso di frustra- zione e di impotenza. Viola i diritti umani perché, indebolendo i governi, gli apparati statali, la pubblica amministrazione, lascia i cit- tadini abbandonati a se stessi, privandoli di diritti civili fondamentali, come le pari opportunità e un equo tratta- mento davanti alla legge. Infine, la corruzione ostacola lo sviluppo perché sco- raggia i donatori più corretti ed efficienti e gli investitori stranieri più capaci e onesti. In situazioni di emergenza, per colpa della corruzione, vengono rubati denaro e beni destinati al soccorso di popolazioni colpite da calamità o conflitti, con due effet- ti egualmente intollerabili: popolazioni povere e inermi sono condannate alla morte e alla sofferenza, mentre, altrove, nel mondo, cittadini generosi sono ingannati e privati della fiducia verso la cooperazione. T ransparency International ( www.transparency.org ) , l’Ong che si occupa proprio di questo problema e che pubblica un autorevole Rapporto sullo stato del- la corruzione nel mondo , ha studiato il fenomeno in Afri- ca dimostrando che ogni anno almeno 150 miliardi di dol- lari vengono sottratti ai popoli africani da politici e ammi- nistratori corrotti. Proprio qui sta il punto: la corruzione non è anonima, ma CORRUZIONE GLOBALE La Convenzione Onu contro la corruzione esiste dal 2003. L’Italia l’ha ratificata solo nel luglio scorso. La corruzione accresce la povertà, viola i diritti umani, alimenta traffici illegali. Una Ong internazionale ne fa il monitoraggio tutti gli anni. Ma per ridurla occorre l’impegno di tutti. persona, economia, finanza di Sabina Siniscalchi, Fondazione culturale di Banca Etica La classifica della corruzione (indice di percezione della corruzione) I paesi meno corrotti 1 Nuova Zelanda 2 Danimarca 3 Singapore 3 Svezia 5 Svizzera I paesi più corrotti 176 Iraq 176 Sudan 178 Myanmar 179 Afghanistan 180 Somalia L’Italia, terz’ultima dell’Unione Europea ... 61 Cuba 61 Turchia 63 Italia 63 Arabia Saudita 65 Tunisia ... 71 Grecia 71 Romania ... ( tratto dalla classifica 2009 di Transparency intl. )

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