Missioni Consolata - Gennaio 2010
MISSIONI CONSOLATA MC GENNAIO 2010 59 l’altare è ancora da venire,ma se uno chiude gli occhi e sogna, riesce a vedere una chiesa bellissima tra- boccante di gente festante. Anche qui la costruzione della chiesa diventa stimolo di rinnova- mento dopo anni di vita letargica. E il risultato è grande, nonostante le apparenze. Le piccole comunità cri- stiane di base hanno ritrovato nuo- va energia, le vedove (tante!) si so- stengono a vicenda nell’associazio- ne dedicata a Santa Monica; gli uomini han uno sbocco nell’asso- ciazione di San Agostino, i giovani, soprattutto quelli che sono nel lim- bo del dopo maturità, vengono se- guiti ed aiutati con progetti concre- ti di impegno e sviluppo e proposte sportive e musicali.Naturalmente non mancano i problemi. Rabuor, sulla strada principale, soffre di tutti i problemi già menzionati sopra, so- prattutto l’emorragia dei giovani verso la grande città.Ma il nuovo spirito del costruire la chiesa, è una forza di speranza e riscatto, che fa sì che anche molti cattolici passati ad altre chiese protestanti rientrino in comunità. A una buona ora emezza di cam- mino (qui le distanze si calcolano a piedi o al massimo in bicicletta) da Alendu c’è Onjweru, la cappella più vicina al lago e alla città. L’odore u- mido del lago arrivava con la brezza della sera. La chiesetta sembra com- pleta, porte e tetto inclusi,ma una volta entrati …c’è proprio bisogno di tutto. Le finestre non ci sono, il pavimento è ancora da venire e per banchi usano vecchi blocchi di ce- mento. Comunque non aspettano che la chiesa sia finita per usarla! Il tetto c’è e protegge sia dal sole che dalla pioggia.Quel che manca verrà un po’ alla volta, come al solito pas- so dopo passo, con l’aiuto di tutti. L’abbandono è finito e la comunità si è rianimata. Costruendo la sua chiesa ha ritrovato nuova energia e dignità, dopo essere stata troppo spesso umiliata dagli sberleffi e in- sulti delle sètte protestanti dalle fa- cili promesse e dai miracoli su ordi- nazione. La quarta sorella è Buoye , dove i missionari della Consolata hanno un centro di animazione. Là ho par- tecipato con i giovani alla messa di fine anno. Buoye è a 15 chilometri da Kisumu, dalla parte nord della strada asfaltata, a meno di mezz’ora a piedi da Alendu, con una chieset- ta costruita ancora negli anni Ses- santa, un bel centro di formazione e sviluppo per i giovani, un pozzo comunitario e un asilo in muratura. È certo la comunità meglio equi- paggiata. Ma è anche unica per un suo problema specifico: il lavoro minorile! Buoye, a differenza di tutti gli altri posti, si estende su uno sperone roccioso e non teme allagamenti. Quella roccia è diventata la benedi- zione e la maledizione del posto. La vicina città di Kisumu ha fame di ghiaione da costruzione. Così ogni casa è diventata una cava di pietra. Il problema è che non sono gli adul- ti a lavorarci,ma i bambini, spesso senza papà e/o mamma, portati via dall’Aids. La pietra è per loro una benedizione! Due o tre fratellini fra gli 8 e i 14 anni, in tre giorni riesco- no a spaccare abbastanza roccia da riempire un camion e «guadagna- re» così circa 25 euro, in un villaggio dove 50 euro al mese sono già tanti anche per un adulto.Una manna per loro,ma anche un grosso ri- schio, primo per le conseguenze sulla salute e lo sviluppo dei bambi- ni; poi perché con tanti soldi in ma- no, a quell’età, son tentati di imitare i più grandi, lasciando la scuola ed entrando in compagnie dubbiose; da ultimo è un disastro per l’am- biente, perché l’area è diventata co- me una gruviera con buche profon- de, pericolosissime quando piene di acqua.Un bel grattacapo anche per la comunità cristiana locale! “Safari njema ,” buon viaggio Alendu! Nei pochi giorni che son stato ad Alendu non ho certamente capito tutto,ma ho visto una comunità ot- timista, che nella fede e nell’amore per la chiesa cattolica ha trovato la forza per cominciare un cammino di riscatto e di rinascita. In una realtà piena di problemi, dove le sètte pro- testanti promettono facili miracoli, la chiesa cattolica, pur nella sua len- tezza, è un punto di riferimento sta- bile e sicuro, la pietra angolare su cui si può contare per un cammino in avanti, aiutando le persone a di- ventare soggetti del loro stesso ri- scatto. Alendu è la prova che co- struire la chiesa ( di pietre ) e costruire la comunità sono strettamente le- gati, e costruendo la comunità si co- struisce l’uomo nuovo. ■
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