Missioni Consolata - Gennaio 2010
MC GENNAIO 2010 55 A nno nuovo.È l’alba,nel buio, da est,nuvole rosse annuncia- no il nuovo giorno.La piccola semplice chiesa è aperta,qualcuno è già lì, in silenziosa preghiera;ne indo- vino la sagoma nella semi oscurità.La vita comincia presto in Africa.Nel fre- sco dellamattina il silenzio è sovrano, un buon tempo per pregare.Cerco di raccogliermi,godendo del momento. Di colpo l’aurora inonda il cielo, il sole fa capolino sopra gli alberi e i primi raggi entrano di sghimbescio dalla porta aperta. La chiesetta co- mincia a riempirsi,mille mormorii lo rivelano nel silenzio: passi veloci di bambini a piedi nudi; passi lenti di vecchi al ritmico tic-toc del bastone, lo svolazzare leggero dei lessos del- le donne, lo scricchiolio della ghiaia e il leggero ansimare delle piccole danzatrici liturgiche che fanno le prove finali. Entro le sette la piccola chiesa è piena, le candele accese, i fiori arrangiati, i chierichetti ben alli- neati alla porta principale,mentre il coro si prepara al ritmo del tamburo battuto con dolcezza.Un tocco di campanella e il coro esplode in un canto di gioia, le piccole danzatrici entrano, tre passi avanti e due indie- tro, mentre p. Joseph Gitonga se- gue i chierichetti, tutti compunti, spruzzando con generosità acqua santa. La messa del nuovo anno è co- minciata. Canti, danze, preghiere e letture…Quando p. Giuseppe è pronto per la predica non c’è più un angolo libero, i bambini si sono infi- lati fin quasi sotto l’altare. Altri con- tinuano ad arrivare, e, incredibile, riescono a ritagliarsi un posto a se- dere. All’offertorio, sotto lo sguardo vigile degli «uscieri», si forma una doppia fila.Danzando, giovani e vecchi, donne e bambini offrono, moneta dopo moneta, il loro obolo negli ottimisticamente ampi cesto- ni di fronte all’altare: il marrone ra- mato delle monete da uno, l’argen- to dei vecchi cinque, il dorato delle monete da dieci, l’azzurro delle po- che banconote da venti, il color cre- ma dell’unica banconota da cin- quanta, tutta accartocciata. Il mio cuore ride alla scena, pensando al- l’offertorio di certe chiese di città dove le monete sono una rarità in un mare di banconote! Quanta po- vertà c’è invece qui. Eppure è un’e- sperienza di pura gioia, la gioia sin- cera e semplice di gente che ha ben poco e lo condivide, contenta del- l’essere semplicemente vivi. È la gioia genuina di una vita piena di speranza nel nuovo anno che sicu- ramente porterà un futuro migliore a dispetto di tutte le avversità. E sento lo stridore tra il loro schietto ottimismo e il tono dei molti messaggi che ho ricevuto quella notte stessa dall’Europa. Le parole dalla terra dell’abbondanza erano piene di pessimismo e tristez- za guardando il futuro. La messa mattutina dalla terra della povertà è, invece, un inno alla vita e alla spe- ranza. Che la speranza sia diventata un lusso dei poveri? ALENDU, ANNONUOVO KENYA - KISUMU di Gigi Anataloni Vi racconto di Alendu, dove ho iniziato l’anno avendo il privilegio di condividere la letizia dei poveri che ancora hanno fiducia in Dio e nella vita e non vogliono tutto e subito.
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