Missioni Consolata - Gennaio 2010

regime di Algeri.Mentre tutto il pae- se si sottometteva al diktat dei gene- rali panarabisti, la Cabilia era tutto un subbuglio di movimenti di resi- stenza, partiti, organizzazioni clan- destine... Nel 1980 a seguito della cancella- zione di una conferenza che lo scrit- tore MouloudMammeri doveva da- re sul tema della poesia berbera an- tica, gli studenti prendono possesso della giovane università di Tizi Ou- zou. La repressione selvaggia che MISSIONI CONSOLATA La guerra di liberazione e la vittoria confiscata La guerra d’Algeria (1954-1962) non è stata, contrariamente a quello che si pensa spesso, una rivoluzione che avrebbe coinvolto tutto il terri- torio algerino. Essa si è svolta princi- palmente in Cabilia e nell’Aures (10). Queste due regioni, entrambe montuose e entrambemasirofone, forniscono l’essenziale dei combat- tenti e dei leader della resistenza.Ma soprattutto una grandissima parte del circa 1milione di morti che cau- sò il conflitto. Quando le truppe francesi lascia- no definitivamente il suolo algerino, precedute poche settimane prima dalla maggioranza dei civili europei, la resistenza interna,quella dei «ma- quisards», è quasi decimata. La vitto- ria è stata politica ma nonmilitare. Militarmente all’interno i partigiani erano stati quasi decimati dalle ulti- me offensive dell’esercito francese. Una indipendenza conquistata con grande sofferenza da unmovi- mento plurale e progressista che nel suo documento base dichiarava di voler costruire una Algeria chiusa soltanto all’ingiustizia sociale e alla schiavitù (11). Ma una indipendenza che fu confiscata subito da una forza militare formata fuori dai confini, nei campi profughi inTunisia e Marocco, chiamata esercito delle frontiere e che era «sponsorizzata» dai regimi nazionalisti arabi e rispondeva esat- tamente agli equilibri politici voluti dalla guerra fredda in corso. L’esercito delle frontiere era fresco, ben armato,ben vestito,ben nutrito e non avevamai sparato una pallot- tola contro quello francese.Quello dei partigiani dell’interno era ormai quasi decimato, affamato, stanco e lasciato quasi senza munizioni e sen- za armi nell’ultimo anno.Munizioni e armi che dovevano arrivare...dalle frontiere (12). Da una parte il regime, dall’altra gli oscurantisti Nonostante tutto, la Cabilia non si rassegna. La rassegnazione non sembra far parte del vocabolario di questi montanari abituati a resistere da migliaia di anni. Anche dopo l’in- dipendenza la regione non ha mai smesso di essere un bel puzzle per il subirono nei giorni successivi portò al sollevamento generale. Fu la pri- ma volta dal colpo di stato del 1965 che unmovimento popolare osò af- frontare apertamente la dittatura del «Fronte di liberazione naziona- le». Dalla protesta nacque il «Movi- mento culturale berbero» (Mcb) che animò il fronte di tutte le lotte de- mocratiche per più di dieci anni. Il 5 ottobre1988, tutto il paese si accese in una insurrezione generale, indotta da dentro il regime stesso, perché, come altrove, la casta al po- tere considerava di aver acquisito abbastanza potere e capitale sottrat- to alle casse dello stato per passare al liberomercato senza perdere il MC GENNAIO 2010 49 Casbah di Algeri: il minareto di una moschea e una fontanella pubblica. Pagina accanto: una coppia di isla- mici a passeggio.

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