Missioni Consolata - Gennaio 2010
48 MC GENNAIO 2010 ALGERIA Le conseguenze del malgoverno e della corruzione del «Fronte di liberazione nazionale». • F RONTE ISLAMICO DI SALVEZZA (F IS ) Il18 febbraio 1989 nella moschea «al-Sunna» di Bab el Oued ad Algeri, Abassi Madani e un nutrito gruppo di mili- tanti islamici prima sconosciuti al pubblico fonda il «Fron- te islamico della salvezza» (Fis). Il primo partito islamista nell'Algeria finora ufficialmente socialista e laica. Il Fis guadagna molto velocemente terreno. In tutte le re- gioni del paese dove finora non c'era nessuna opposizio- ne, si presenta come unica alternativa alla gestione caoti- ca e alla corruzione del Fronte di liberazione nazionale. Nel 1990, durante le prime elezioni amministrative plurali, il partito dello «Cheikh» Madani e del suo giovane vice Ali Benhadj (idolo dei giovani) vince la grande maggioranza dei comuni. Si salva solo la Cabilia. A fine 1991 ottiene la maggioranza assoluta al parlamento già dal primo turno ed è in ballottaggio in un centinaio di circoscrizioni del paese. Il secondo turno non avrà mai luogo. I militari inter- vengono. Sciolgono il partito islamista e depongono il presidente in carica, Chadli Ben Jedid, accusato di aver agevolato l'arrivo al potere dei «barbuti». • G RUPPI ISLAMICI ARMATI (G IA ) L'arresto del processo elettorale porta alla guerra civile. Le formazioni armate che si danno alla macchia sono diverse. La princi- pale, quella legata al Fronte islamico della salvezza, è l’Esercito islamico della sal- vezza (Ais). Gli altri gruppi indipendenti formano una specie di nebulosa diffici- le da identificare e genericamente chiamata «Gruppi islamici armati» (Gia). Per quasi 15 anni il paese è messo a fuoco e a sangue dalla violenza dei gruppi e dalla repressione non meno violenta dell'esercito e dei gruppi para- militari vicini ai servizi segreti. Dopo l'insediamento del presidente Ab- delaziz Bouteflika, furono proclamate varie leggi di amnistia e la maggior par- te dei gruppi armati depose le armi. • G RUPPO SALAFISTA PER LA PREDICAZIONE E IL COMBATTIMENTO (G SPC ) Il Gspc era uno dei gruppi di guerrieri indipen- denti detti Gia. La sua base d'azione era princi- palmente in Cabilia (est di Algeri). Il suo fondatore (che ora è in carcere, dichiara di essere pentito) è Hassan Hattab «ex» membro delle forze speciali dei paracadutisti, il pilastro del potere dei generali. Dopo le varie amnistie, il Gspc rimase l'unico a rifiu- tare la mano tesa del governo e continuò ad essere at- tivo in Cabilia, giustificando così una pesante presen- za militare.Vari membri e capi del Gspc sono ex parà. Ad esempio, Abderrezak El Para, secondo capo del gruppo, reso famoso dal rapimento nel 2003 di 32 turi- sti occidentali nel deserto algerino. La sua cattura dai ri- belli del «Movimento per la democrazia e la giustizia nel Ciad» (Mdjt) e i goffi tentativi dei servizi di Algeri per re- cuperarlo di nascosto svelarono il legame mai reciso con i generali. • A L Q AEDA M AGHREB Nel 2006, il Gspc dichiara la sua lealtà ad Al Qaeda e si bat- tezza «Al Qaeda fi Bilad almaghrib al Islami», Al Qaeda nel Maghreb Islamico (Aqmi). Il contatto fu confermato dal numero 2 della rete internazionale, Ayman Azzawahiri, che annunciò attraverso un video, ripreso come al solito da Al Djazira, l'arruolamento del gruppo algerino sotto la sigla di Al Qaeda. Dopo alcuni anni di calma relativa, le attività dell'Aqmi hanno ripreso ad aumentare in numero e in intensità. Dal 2006 ad oggi sono centinaia le vittime militari e civili della violenza di questo gruppo. KarimMetref I gruppi islamici attivi in Algeria Islam e politica
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