Missioni Consolata - Gennaio 2010
MC GENNAIO 2010 45 ALGERIA T admait. La piccola cittadina la- scivamente adagiata tra la pia- nura del Sebaou e i fianchi del- le colline boscose di Sidi Bounab si sveglia al rumore dei razzi lanciati verso la foresta dalla caserma milita- re che occupa il suo lato nord, oltre la strada nazionale che collega l’Alta Cabilia alla capitale Algeri. Negli anni ‘90 fino agli inizi del 2000 i bombardamenti facevano parte della routine. La foresta di Si- di Bounab ha ospitato importanti gruppi islamici armati e l’esercito era solito rastrellare la zona con so- stegno dei mezzi aerei e dell’arti- glieria. Ma ormai sono anni che il governo proclama ad alta voce che la guerra è finita. Di gruppi armati se ne vedono pochissimi ormai in giro. Per lo più si sentono notizie di esplosioni, di autobombe, kamika- ze... La stampa dice che ormai i gruppi rimanenti, che si fanno chia- mare «Al Qaeda- Maghreb» ( vedere box, ndr ), hanno cambiato strategia e forma di lotta.Ma la gente sem- plice non sa cosa pensare. Non è che in altre guerre ci sia qualcosa da capire,ma in quella algerina ve- ramente non si capisce nulla. Isla- misti e potenti del governo erano amici e poi improvvisamente han- no scatenato una guerra che teori- camente era tra di loro,ma che in pratica è stata una vera e pro- pria guerra contro i civili. Un vero macello: varie centinaia di migliaia di morti, centinaia di migliaia di sfollati. Un paese svuotato dalla sua élite intellettuale, un patrimonio e- conomico andato in fumo, immen- se ricchezze passate dal pubblico al privato. Gli idrocarburi, nazionaliz- zati a suon di trombe negli anni ‘70, tornati (zitto zitto) in mano alle multinazionali. Ora i due soggetti sono tornati ad andare a braccetto.Come se niente fosse.Hanno fatto votare al popolo un referendumper una amnistia ge- nerale. Niente inchieste,niente pro- cessi. Amici come prima. Ma Tadmait ha perso l’abitudine dei bombardamenti e si sveglia spa- ventata in questa caldissima matti- nata d’estate.Alcuni dicono che non è in corso nessun rastrellamento e che è solo per approfittare del caldo eccezionale di questi giorni per bru- ciare un po’di foreste. In effetti da qualche anno in qua, da quando è finita la grande insurre- zione cabila della «primavera nera», l’ Esercito nazionale popolare (Anp) al- gerino ha inventato una nuova atti- vità per passare l’estate.Va in giro con gasolio e torce e dà fuoco ai bo- schi. Nella loro genialità, gli strateghi dell’armata nazionale hanno ideato questa tattica per impedire ai gruppi armati di reinsediarsi di nuovo: fare del paese un deserto totale. È una pratica corrente dall’inizio della guerra civile.Ma negli ultimi anni, non si nascondono nemmeno più.Vanno in giro lungo le strade L’ALTRA FACCIA DEL MAGHREB di KarimMetref * Tra le comunità berbere del Maghreb Algeria Reportage dalla Cabilia 1 Chiamati «berberi» ovvero «barbari» da tutti gli invasori, le popolazioni masire del Nordafrica hanno sempre lottato per difendere la propria lingua e cultura, oltre ad un sistema comunitario, i cui pilastri sono solidarietà e responsabilità. Musicista di strada («gnawa») proveniente dal sud-ovest del paese.
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