Missioni Consolata - Gennaio 2010

MISSIONI CONSOLATA MC GENNAIO 2010 43 A LESSANDRA C APPELLETTI - Laureata in Lingue e letterature orientali all’Università di Venezia, specializzata in Relazioni internazionali e diplomatiche presso il Dipartimento di Studi internazionali dell’Università di Padova, è attualmente dottoranda all’Università Orientale di Napoli. Il tema della ricerca sono i «Corpi di produ- zione e costruzione» del Xinjiang. Tra le sue esperienze professio- nali: un incarico presso la direzione della camera di commercio italo-ellenica di Salonicco, ruoli di assistenza commerciale per aziende e banche che lavorano con la Cina, interpretariato e inse- gnamento della lingua italiana a cinesi per il comune di Venezia. Collabora con varie testate su tematiche inerenti l’attualità politica cinese e le minoranze. Da alcuni anni collabora con Missioni Consolata . M ICHELANGELO C OCCO - Giornalista della redazione esteri del quoti- diano il Manifesto , si occupa in particolare di Medio Oriente. Scrive analisi e reportage sul mondo arabo-islamico, con particolare riferi- mento al conflitto israelo-palestinese, per testate italiane e straniere. F OTOGRAFIE : Alessandra Cappelletti (pag.25,26,28,30,36,40,41), Michelangelo Cocco (pag.31,32,34,35,38,39,44). Coordinamento redazionale a cura di Paolo Moiola. Gli autori Q INGZHEN : letteralmente si traduce con «chiarezza e verità», espressione che viene utilizzata in tutta la Cina per indicare ciò che può essere ricondotto alla fede islamica, in particolare i dettami rela- tivi alla dieta. H AN : gruppo etnicomaggioritario in Cina, costituisce il 92%della popolazione cinese e il 19%della popolazione mondiale. X INJIANG HEPING JIEFANG : «liberazione pacifica del Xinjiang», espressione utilizzata dai politici cinesi per indicare l'entrata dell'Esercito di liberazione popolare nel Xinjiang nel 1949, e la se- guente conquista del potere. In realtà non si trattò né di liberazione né di un'azione pacifica,ma della conquista di un territorio in cui si ve- rificarono scontri, ribellioni ed esecuzioni. R ENMINBI : valuta corrente in Cina, chiamata anche kuai, 10 ren- minbi corrispondono a circa un euro. L ANZHOU : capitale della regione del Gansu . K ORLA : città del sud del Xinjiang. T AKLAMAKAN : propaggine del Gobi, deserto che si estende dalla Mongolia al Xinjiang. Il termine è in uiguro e significa «chi entra non ne esce più”», a indicare le difficoltà e i pericoli che il viaggiatore che vi si avventura deve affrontare. G UANGDONG : regione del sud-est della Cina con capitale Canton, che ha visto un rapidissimo sviluppo economico durante gli anni '80 e '90. A LTAI : vasta area di montagne e steppe nel nord del Xinjiang. N ANSHAN : località turistica nei pressi di Urumqi. Y URTA : tipica abitazione dei nomadi delle steppe. A pianta circolare con un lucernaio sulla sommità, è costituita da un sostegno ligneo e da una spessa copertura in feltro. H UOYANSHAN : «montagne infuocate» nei pressi di Turfan. L'espressione deriva dal colore delle montagne, che al tramonto assu- mono sfumature rosso fuoco. S HARQI T URKESTAN , in cinese DongTu :Turkestan Orientale, espres- sione proibita dal governo per indicare il Xinjiang. Alessandra Cappelletti Glossario essenziale gionale, il suo mandato dovrebbe essere scaduto da tempo, ma Pe- chino lo tiene in quella posizione perché adotta senza problemi il “pugno di ferro”. La sua carriera politica è legata alle politiche re- pressive verso gli uiguri: se non ci fosse necessità di attuarle, non ci sarebbe più bisogno di lui. Solo fa- cendo vedere che doma un popo- lo di terroristi può continuare ad avere potere, soldi, influenza e il controllo delle attività economiche della regione per sé e la sua fami- glia. Ma a quanto pare è entrato in rotta di collisione con Pechino per come ha gestito le proteste nel Xinjiang: dopo il 5 luglio, è entra- ta in vigore una legge che impedi- sce ai capi regionali del Pcc di uti- lizzare la forza di polizia locale senza prima aver avvisato Pechino. Probabilmente Wang Lequan ha abusato del suo potere e, con qua- si 200 morti sulla coscienza, il go- verno non è potuto stare zitto». Se la Cina vi concedesse una autonomia reale, rinuncereste al sogno di un TurkestanOrien- tale indipendente? «Quello che noi chiediamo è li- bertà. Non indipendenza, ma un’autonomia vera, sul modello di quella richiesta dal Dalai Lama per il Tibet. Se ci dessero libertà, sa- remmo disposti anche a vivere con i milioni di coloni han che sono sta- ti spediti nella nostra patria. Del re- sto nei loro confronti ci siamo sem- pre comportati bene, anche se hanno rubato le nostre terre. C’è però un problema di fondo: quando chiediamo autonomia, Pechino risponde che il Xinjiang è una regione autonoma, quando chiediamo autonomia reale, so- stengono che ce l’abbiamo già. Quindi vorrei poter dialogare con il governo centrale e ascoltare co- sa hanno da proporci. Siamo di- sposti a sederci a un tavolo e ne- goziare una soluzione equa. Ma per il momento nessuno, all’in- terno del governo, intende par- larmi». ■ N OTE : (1)Questa intervistaè scaturitadadue in- contri: il primoavvenutonelmaggio2009, quando la leader uigura si trovava in Italia per promuovere la sua autobiografia La guerrieragentile.Unadonna in lottacontro il regimecinese (Corbaccio,Milano2009),il secondo nel novembre 2009, durante un incontro al senato in cui rappresentava la causa del suo popolo. G LI HAN ( ED ALTRE PAROLE CHIAVE )

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