Missioni Consolata - Gennaio 2010
MC GENNAIO 2010 3 I l 22 novembre 2009 è stata festa grande per la diocesi di Maralal (Kenya): due nuovi diaconi locali venivano ordinati. «La celebrazione è stata bellissima, ma la giornataè finitamale. Quelli venuti daWambaeArchers sono stati attaccati, un autista ucciso. Mi sento così triste», recitava l’sms di uno dei diaconi ordinati. Su una di quellemacchine c’era Benigno LeeDongUk, unmissionario della Consolata coreano, in Kenya per un anno di servizio prima dell’ordinazione. Era sulla vettura proveniente daWamba. Così racconta: «Pace di Cristo. Ti racconto quello che mi è successo quando domenica siamo tornati aWamba da Maralal. Con me c’era il diacono Andrew Kasumba, alcu- ni seminaristi e i giovani della parrocchia. Tornando da Mararal, ho sentito qualcuno che sparava. Ho pensato che fosse un cacciatore Samburu; invece, davanti a noi c’erano due guerrieri con il fucile spianato che venivano avanti spa- rando. Una pallottola ha spaccato il fanale dalla mia parte. Ci siamo fermati e siamo usciti con le mani in alto. Ne sono arrivati altri due, ci hanno picchiato e fatto stendere a terra, poi hanno puntato le armi al diacono e a me, chieden- do soldi. Ho dato tutto quello che avevo, però il capo non mi credeva. Così mi ha sparato. Sono caduto, sentendo un grande rumore all'orecchio destro. La pallottola mi ha sfiorato ed ha bucato la portiera della macchina. Poi se la sono presa col diacono e gli altri del gruppo. Meno male che non ci hanno ucciso. I quattro disgraziati stavano andando via, quando ho sen- tito un altro sparo: dietro di noi stava arrivando la macchina della mis- sione di Archers Post. Questa ha cercato di fare retro marcia, ma i predoni hanno ucciso l'autista e ferito gravemente un altro passeggero. Le botte mi hanno lasciato un po’ di lividi sulle spalle e sul dorso. Quello che ci ha rimesso di più è il mio timpano destro che è stato lesionato. Comunque sto bene. Ho ricevuto il battesimo del fuoco come missionario… Sperò che non succeda più. Dio mi darà coraggio e forza. Pregate per me... grazie» (e-mail del 28 novembre 2009). C iò che è successo a Benigno, in un giorno che doveva essere di festa, è il sintomo della vio- lenza chemarca oggi profondamente la vita dell’Africa, inun contesto che vede imissionari soli- dali con la lorogente, anchenelle situazioni dimaggior pericolo e insicurezza. I cambiamenti cli- matici in atto, la lotta per le risorse essenziali come l’acqua, il cancro della corruzione e dell’avidità che intacca governi e istituzioni, il commercio indiscriminato delle armi sono tutti fenomeni che contri- buiscono a rendere la situazione africana insicura e instabile. Ma la situazione dell’Africa è lo specchio di un disagio ben più diffuso, di un male che ci tocca a livello planetario. Non per nulla, il Papa Benedetto XVI continua a proporre la pace come unica via per la costruzione di un mondo nuovo. «Se vuoi coltivare la pace custodisci il creato», dice il Papa a tutti. Come ben sintetizza il documento di presentazione del consuetomessaggio papa- le per la Giornata mondiale della pace: «Il tema intende sollecitare una presa di coscienza dello stretto legame che esiste nel nostro mondo globalizzato e interconnesso tra salvaguardia del creato e coltivazione del bene della pace. Tale stretto e intimo legame è, infatti, sempre più messo in discussione dai numerosi problemi che riguardano l’ambiente naturale dell’uomo, come l’uso delle risorse, i cambiamenti climatici, l’applicazione e l’uso delle biotecnologie, la crescita demografica. Se la famiglia umana non saprà far fronte a queste nuove sfide con un rinnovato senso della giustizia ed equità sociali e della solidarietà internazionale, si corre il rischio di seminare violenza tra i popoli e tra le generazioni presenti e quelle future». Battesimo di fuoco A i lettori G IGI A NATALONI
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