Missioni Consolata - Gennaio 2010

18 MC GENNAIO 2010 COLOMBIA nientemeno che il cianuro,per di- fendersi. Se non che, le larve, invece di morire, assimilano il veleno a loro vantaggio e, sviluppandosi,diventa- no crisalidi e farfalle velenose. La passiflora deve però in qualche maniera difendere le proprie fo- glie…ecco che allora fa un’alleanza molto utile con un tipo di formiche che si mangiano le larve.Tale allean- za viene «stipulata» producendo un nettare, giudicato dalle formiche co- me assai delizioso.Così le formiche impediscono alle farfalle di lasciare le loro uova sul fiore della passiflora. Le farfalle eliconie, a loro volta, ne ricavano un grosso vantaggio. Il ve- leno prodotto dalla passiflora e che adesso è nei loro corpi, impedisce che venganomangiate,permetten- do loro di vivere a lungo. Altre farfalle non eliconie, emolto furbe, acquisiscono i colori della far- falla eliconia per farsi passare da ve- lenose senza esserlo e in questomo- do proteggono la loro vita. Siano benvenute tutte le alleanze che servono a proteggere la vita. Dall’alleanza di Dio con l’umanità, fi- no alle piccole alleanze della foresta amazzonica. L’ambito delle acque Gli acquazzoni nella foresta amaz- zonica sono terrificanti.Qualcuno potrebbe pensare che tutti gli esseri viventi restino affogati dopo una co- sì grossa quantità d’acqua che cade sulla foresta.Ma non è così. L’acqua sa dividersi molto bene, inmodo da essere benefica e non dannosa. In termini matematici possiamo dire che il 70 per cento dell’acqua ri- mane nella foresta, sugli alberi, e sol- tanto il 30 per cento scende fin nella terra. Quella parte che resta nella foresta serve per la sopravvivenza della fo- resta stessa emolto presto evapora, scendendo di nuovo in forma di un altro torrenziale acquazzone. Diversi ricercatori che studiano la realtà del cambiamento climatico asseriscono che la deforestazione dell’Amazzonia ha influito sull’au- mento di temperatura dell’Oceano Atlantico. Si è generata così una de- con insetti e sappiamo tutti quanto è buono un piatto di pesce.Per mol- te tribù, insetti come la formica sono piatti di primo ordine come erano per Giovanni Battista le locuste. La foresta amazzonica ci insegna che ogni essere vivente, anche se piccolo e ritenuto dagli altri di poco valore, è utile e positivo in qualche campo specifico. La nostra società ha da imparare dalla foresta.Nella foresta umana, in- vece, fra pulizie etniche, genocidi, tratta di bianche e altre forme di di- sumanizzazione ci si dimentica troppo spesso e troppo in fretta del valore dell’essere umano, ritenuto alle volte, troppe volte,piccolo, insi- gnificante, materia di scarto. L’ambito delle alleanze Si dice che la legge della foresta sia la legge del più forte. È vero,ma solo in parte. In realtà,molti soprav- vivono perché sono i più astuti.Altri ancora, non sono né forti né astuti, ma sono abili a fare delle alleanze. Prendiamo per esempio la pianta chiamata passiflora o «fiore della passione».Un certo tipo di farfalle, chiamate eliconie,pongono le loro uova sulla passiflora. Fin qui non c’è nessun problema. Il guaio è che quando nascono le piccole larve con un appetito da lupo, cominciano a mangiare tutte le foglie di questa pianta. La vittima, che non è scema per niente, inventa una sostanza tossica, no però tanto gli animali, in quanto non percepiscono tutta la dimensio- ne del problema,quanto lo viviamo noi, che entriamo in sintonia con il loro destino e possiamo riconoscere le forze di morte che vi girano intor- no. Queste forze fanno parte di una cultura della morte così presente nel nostromondo oggi,da intaccare i valori spirituali e, soprattutto, il valo- re della vita; tutto ciò passa in secon- do piano per cedere il posto all’in- gordigia, all’avidità, all’ansia di pos- sesso senza limiti. L’ambito della piccolezza È stato Francesco d’Assisi a dare spiritualmente forza a ciò che è pic- colo. La bellezza di ciò che sembra in miniatura appare pure in diverse maniere nella foresta amazzonica; vediamone una. Dove abito oggi, la terra da coltiva- re gode di almeno 70 centimetri di humus,mentre la foresta amazzoni- ca non ne ha affatto o ne ha appena un centimetro.Ma, se non c’è hu- mus, come vivono tutti quegli alberi straordinari? La risposta ha dimen- sioni piccolissime, come quelle di tre piccoli elementi che fan sì che gran- di alberi e grosse palme non se la passino poi tantomale: gli insetti, i funghi e i licheni. Il loro piccoloma prezioso lavoro consiste nel trasfor- mare la materia morta che cade dal- l’alto, come foglie, carogne d’animali e altro, inmateria assimilabile e al servizio della vita. Prendiamo in considerazione gli insetti.Non c’è essere al mondo che abbia una fama così pessima quanto gli insetti. Sono gli esseri più inutili e «rompiscatole» che conosciamo. Beh, sarà forse così a casa nostra, quando di notte girano sulla nostra testa con cattive intenzioni.Nella fo- resta è tutta un’altra storia.Qui, tutti gli insetti sono benefici e non soltan- to per le piante o per gli animali,ma inmodo particolare per gli esseri u- mani. Prendiamo le formiche e le ve- spe. La loro puntura inietta nell’uo- mo una sostanza che guarisce per lo meno da dodici diversi tipi di malat- tia. E il tarlo? Trasforma il legname in suolo fertile da cui si ottiene il cibo per gli esseri umani. Quasi tutti i pesci si alimentano Uno degli abitanti dei «piani alti» della foresta. In basso, l’indio abita la foresta da sempre.

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