Missioni Consolata - Gennaio 2010
14 MC GENNAIO 2010 SINODO AFRICANO/3 non può essere superato con la distri- buzione di profilattici. «Chiediamo a tutti coloro che sono genuinamente interessati ad arrestare la trasmissio- ne sessuale dell’Hiv/Aids di ricono- scere il successo già ottenuto dai pro- grammi che consigliano l’astinenza tra i non sposati e la fedeltà tra gli sposati.Questo modo di procedere non solo offre la miglior protezione contro la diffusione di questa malat- tia ma è pure in armonia con la mora- le cristiana. Ci rivolgiamo particolar- mente a voi, giovani.Non permettete che nessuno vi inganni nel pensare che non potete autocontrollarvi: sì, con la grazia di Dio, lo potete». Migranti e rifugiati. Le cifre sono spaventose, sia per i rifugiati interni che per coloro che cercano nuovi pa- radisi fuori dell’Africa e invece muoio- no nel deserto o nei mari. Le risposte sono a dir poco inadeguate. I paesi ri- ceventi «considerano gli immigranti un peso e li (trattano) con sospetto e li ritengono un pericolo e una minac- cia. Tutto ciò spesso porta ad espres- sioni di intolleranza, xenofobia e razzi- smo» (Vedi le leggi recentemente passate in diversi paesi tra cui il no- stro). Invece «questa situazione pre- caria per tanti stranieri dovrebbe es- sere vinta dalla solidarietà di ciascu- no». Per questo il sinodo li raccomanda «tutti all’adeguata atten- zione pastorale della chiesa, famiglia di Dio, dovunque siano.“Ero straniero e mi avete accolto”(Mt 25,35) non è solo una parabola circa la fine del mondo,ma è anche un dovere da soddisfare oggi». Inoltre chiede ai go- verni di rispettare le leggi internazio- nali e non discriminare gli africani, e ai governi africani di fare di più per evi- tare la fuga di cervelli, garantire pace e sicurezza, e promuovere la creazio- ne di nuovi posti di lavoro. Coraggio, alzati! Ci sono ancora molti altri argo- menti nei due documenti, impossibi- le qui sintetizzarli tutti. Altri ancora a- vrebbero potuto esserci,ma non era scopo del sinodo parlare di tutto e di tutti. Lo scopo era una riflessione sul- la riconciliazione, la giustizia e la pa- ce. Uno dei risultati più belli è stato quello che il sinodo è stato capace di parlare di cose politiche con reali- smo ma senza far politica, ponendo una chiara fondazione spirituale e re- ligiosa alle sue riflessioni e proposte, senza diventare spiritualista o ritiran- dosi «in un mondo astratto e bello, ma non realistico», come disse il pa- pa durante il pranzo finale il 24 otto- bre 2009. «Cari fratelli nell’episcopato - così conclude il messaggio al popolo di Dio - cari figli e figlie della chiesa, famiglia di Dio in Africa, tutti voi uomini e donne di buona volontà in Africa e al- trove, condividiamo con voi la forte convinzione di questo sinodo: l’Africa non è impotente. Il nostro destino è ancora nelle nostre mani. Tutto ciò che essa chiede è lo spazio per respi- rare e per prosperare. L’Africa si è già messa in moto e la chiesa si muove con lei, offrendole la luce del vangelo. Le acque possono essere burrasco- se, ma con lo sguardo puntato su Cri- sto Signore (cfr.Mt 14,28-32) arrivere- mo sicuri al porto della riconciliazio- ne, della giustizia e della pace». E il papa, nella messa di conclusio- ne (il 25 ottobre), aggiunge: «Corag- gio, alzati!…Così quest’oggi il Signo- re della vita e della speranza si rivol- ge alla chiesa e alle popolazioni africane, al termine di queste setti- mane di riflessione sinodale. Alzati, chiesa in Africa, famiglia di Dio, per- ché ti chiama il Padre celeste (...) In- traprendi il cammino di una nuova e- vangelizzazione con il coraggio che proviene dallo Spirito Santo. L’urgen- te azione evangelizzatrice, di cui molto si è parlato in questi giorni, comporta anche un appello pressan- te alla riconciliazione, condizione in- dispensabile per instaurare in Africa rapporti di giustizia tra gli uomini e per costruire una pace equa e dura- tura nel rispetto di ogni individuo e di ogni popolo; una pace che ha bi- sogno e si apre all’apporto di tutte le persone di buona volontà al di là del- le rispettive appartenenze religiose, etniche, linguistiche, culturali e socia- li. In tale impegnativa missione tu, chiesa pellegrina nell’Africa del terzo millennio, non sei sola.Ti è vicina con la preghiera e la solidarietà fattiva tutta la chiesa cattolica, e dal cielo ti accompagnano i santi e le sante afri- cani, che, con la vita talora sino al martirio, hanno testimoniato piena fedeltà a Cristo». Un sogno? Un’impresa impossibi- le? I vescovi, nel messaggio, citano un proverbio africano: «Un esercito di formiche ben organizzato può ab- battere un elefante». Questo esercito è grande, perché non sono solo i cat- tolici africani,ma è la grande famiglia di Dio, la chiesa, siamo noi tutti insie- me, perché le sfide dell’Africa sono le nostre sfide, il futuro dell’Africa è il nostro futuro. ■ Julius Nyerere, primo presidente del Tanzania, con sua moglie quando incontrarono il Capitolo dei Missionari della Consolata nel 1999. Nyerere è proposto dal sinodo come modello ai politici.
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