Missioni Consolata - Gennaio 2010
12 MC GENNAIO 2010 altre chiese del mondo. Probabilmen- te per la prima volta nella storia della chiesa, le chiese africane han sentito di essere alla pari con le altre chiese, superando così una volta per tutte un certo complesso di inferiorità (accu- sati nel passato perfino di essere troppo accondiscendenti con Roma per paura di perderne gli aiuti econo- mici!). Questo è stato facilitato dalla presenza al sinodo non solo degli uf- ficiali della curia romana,ma anche dei rappresentanti di tutte le confe- renze episcopali del mondo, e dalla realizzazione che molti dei problemi che attanagliano le chiese d’Africa so- no condivisi da tutte le chiese su que- sta terra. Infatti famiglia e vita sono sotto attacco a livello mondiale; le mi- grazioni, le tratte e il traffico di perso- ne coinvolgono tutto e tutti; tensioni etniche, guerre e conflitti sono pre- senti in forme diversi nei cinque con- tinenti; il problema dell’uso-saccheg- gio delle risorse, la difesa dell’ambien- te, il cambiamento climatico non solo problemi localizzabili; la sfida di ridire la fede e proclamare Gesù come «Si- gnore e Messia» in un mondo infor- matico, materialista, edonista, liberi- sta e globalizzato tocca ogni singola comunità cristiana del mondo. Aggiungendo a questo che ormai missionari-sacerdoti africani sono presenze comune in Europa o Ameri- ca e perfino in certe zone dell’Asia e Australia, sia per la cura dei migranti che come aiuto-scambio pastorale, è facile rendersi conto che la rete che lega l’Africa e le altre chiese diventa sempre più forte e necessaria. Il messaggio e le proposizioni Tutti e due i documenti erano par- titi da delle bozze lunghissime, per poi arrivare a due testi finali più pre- cisi e focalizzati, evitando la tentazio- ne di dire tutto su tutto e tutti. Il «Messaggio al Popolo di Dio» venne ufficialmente presentato il 23 otto- bre, mentre le proposizioni il giorno dopo, l’ultimo giorno lavorativo del sinodo, concluso con un pranzo co- munitario con il papa nel grande a- trio dell’Aula Paolo VI. Lo scopo dei due documenti è chiaramente ben diverso. Il messag- gio vuole comunicare direttamente con i cattolici africani e non, con un linguaggio semplice e immediato. Le proposizioni contengono gli elemen- ti strutturali necessari per un futuro documento esortativo - programma- tico. Ma le aree di interesse sono le stesse. Vediamone alcune: Riconciliazione,giustizia e pace. Non bastano iniziative, bisogna arri- vare ad una cultura e ad una spiritua- lità della riconciliazione, il che vuol di- re un nuovo stile di vita permeato e guidato da questi valori. «Riconcilia- zione implica unmodo di vita (spiri- tualità) e una missione. Per attuare una spiritualità di riconciliazione, giu- stizia e pace, la chiesa ha bisogno di testimoni radicati profondamente in Cristo, nutriti della sua parola e dei sa- cramenti. Così, essi potranno sforzarsi verso la santità, sulla base di una con- versione permanente e di una intensa vita di preghiera, e darsi al lavoro di ri- conciliazione, giustizia e pace nel mondo, fino al martirio (lo spendersi ), sull’esempio di Cristo». Famiglia . «A causa della sua capita- le importanza e delle minacce che es- sa affronta, segnatamente la trivializ- zazione dell’aborto, il disprezzo della maternità (gravidanza), la distorsione della nozione del matrimonio e della stessa famiglia, l’ideologia del divor- zio e una nuova etica relativista, la fa- miglia e la vita umana devono essere protette e difese». I padri congratula- no le famiglie per essere: «rimaste te- nacemente fedeli agli ideali della fa- miglia cristiana e per aver conservato i valori migliori della nostra famiglia africana.Vi mettiamo in guardia con- tro gli attacchi di velenose ideologie provenienti dall’estero, che preten- dono di essere cultura“moderna”. Continuate ad accogliere i bambini come dono di Dio ed allevateli nella conoscenza e nel timore di Dio, per essere persone di riconciliazione, di giustizia e di pace nel futuro». Donne. «I padri sinodali condanna- no tutti gli atti di violenza» e «tutti gli altri atti disumani ed ingiusti contro le donne». Esse sono «spesso la spina dorsale della nostra chiesa locale». Es- se son già parte, inmolti posti, dell’at- tività apostolica della chiesa. «Ma an- cora molto resta da fare». È tempo di passare dalle buone intenzioni all’a- zione per «creare strutture concrete per assicurare la reale partecipazione delle donne“a livelli appropriati”». Giovani . «Oggi in Africa i giovani costituiscono la maggior parte della popolazione», sono la forza e la spe- ranza della chiesa e della società. «Essi dovrebbero essere amati, valorizzati e rispettati» e non trascurati e lasciati alla deriva come bersagli per ideolo- gie e sètte di ogni tipo o «spesso re- clutati ed assunti per pratiche violen- te. (...) Tutte le chiese locali (devono) considerare l’apostolato verso i giova- ni come un’alta priorità». Laici . I fedeli laici sono «la chiesa di Dio nei luoghi pubblici della società, specialmente nella sfera socio-politi- ca, in quella socio-economica e in quella socio-culturale». Essi sono «“ambasciatori per Cristo” impegnati per la riconciliazione del popolo con Dio e tra di loro. (...) Non è un impe- gno facile».Per questo hanno bisogno di una vita di grazia e preghiera,ma non solo.Devono avere anche una SINODO AFRICANO/3
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