Missioni Consolata - Gennaio 2010
Una denuncia franca Nel presentare i vari punti dolenti della realtà africana, il cardinal Turk- son, non usò giri di parole. La fran- chezza è stata una delle caratteristi- che del sinodo.Non so se sia perché la situazione socio-politica-economi- ca dell’Africa è ad un punto talmente disperato da rendere impossibile il tacere o perché costretti dalla brevi- tas latina (dire in 5 minuti, non un se- condo in più, quello che normalmen- te avrebbero detto in 50, come nor- malmente fanno nelle loro prediche), ma i vescovi hanno poi seguito lo sti- le del cardinale e han detto «pane al pane e vino al vino». La priorità spirituale Nella seconda parte del suo rappor- to il cardinale entrò poi nello specifico del sinodo.Alla domanda implicita: «Da che punto di vista affrontiamo il tema della riconciliazione, giustizia e pace?» egli rispose: «Rispondiamo da uomini di fede non da politici, perché questo è il nostro specifico!». Ed ecco allora la lunga seconda parte del suo intervento dedicata alla fondazione biblico-teologica delle tre parole chia- ve: riconciliazione, giustizia e pace. La sintesi: il fondamento è la persona stessa di Gesù, giustizia di Dio, unico riconciliatore e nostra pace. Da ultimo sviluppò la seconda par- te del titolo, essere sale e luce, sintetiz- zando la sua conclusione in un verbo ripetuto più volte: spendersi .Come il sale si consuma per salare, come la candela (energia) si consuma per da- re la luce, così la «chiesa che in Africa è invitata a spendersi (dissolversi) per la vita del continente e del suo popolo». Quello spendersi mi riportò all’ini- zio del 2009, quando p.Giuseppe Ber- taina fu ucciso, uno dei 521 che dal 1994 ad oggi si sono spesi, «martiri» per l’Africa. I 521 che non sono fuggi- ti, ma han condiviso fino in fondo, co- me Cristo, i drammi della gente co- mune dell’Africa, costretta all’insicu- rezza, dilaniata dalla violenza, alla mercé di forze politiche ed economi- che votate al puro profitto. Altri contributi introduttivi Il pomeriggio dello stesso giorno parlarono i rappresentanti delle Con- ferenze Episcopali degli altri conti- Nel giro di una settimana, più qual- che tempo supplementare nella se- conda, ci furono oltre 240 interventi su un’impressionante varietà di temi: dalla distruzione dell’ecosistema alla rapacità delle multinazionali, dalla critica ai politici corrotti e dittatoriali all’autocritica per inadempimenti e cattiva testimonianza all’interno del- la chiesa, dagli esempi di riconcilia- zione vissuta in situazione drammati- che ai problemi delle donne, dai bambini soldato alle nuove schiavitù dei migranti, dalla formazione dei se- minaristi ai problemi dei preti, dal dif- ficile rapporto con l’Islam ai consigli interreligiosi per la riconciliazione, dall’aggressività delle sètte al dialogo ecumenico, dal massacro della fami- glia al neocolonialismo culturale... e chi più ne ha più ne metta. Qualcuno degli interventi su espe- rienze di perdono e riconciliazione fu particolarmente emozionante per tutti, come quello della suora ruande- se che visitando le prigioni incontrò l’uccisore della sua stessa famiglia e lo perdonò facendo una duplice e- sperienza di guarigione, la sua e quel- la dell’assassino. Una prima sintesi Toccò al cardinal Turkson fare una prima sintesi (chiamata ufficialmente relatio post disceptationem , relazione dopo il dibattito) dell’enorme mate- riale raccolto dai tanti interventi così disparati. Il 13 ottobre incominciò il 10 MC GENNAIO 2010 nenti: America Latina, Nord America, Asia,Oceania e Europa.Questi inter- venti rivelarono che 1. c’è una gran- de unità delle altre chiese con la chiesa d’Africa, e 2. che i problemi at- tanaglianti l’Africa son condivisi e sofferti anche dalle altre chiese. Mons. Laurent Monsengwo, arci- vescovo di Kinshasa, Congo, conclu- se con una valutazione su come l’E- sortazione Apostolica post sinodale Ecclesia in Africa (1995) avesse in- fluenzato la vita teologica e pastora- le del continente. Sottolineò in parti- colare tre realizzazioni positive: la creazione delle commissioni giusti- zia e pace a tutti i livelli, anche nelle parrocchie; la creazione di una rete di radio diocesane (da 16 nel 1994 a oltre 130 oggi) e la formazione di commissioni ecumeniche e di dialo- go interreligioso. La danza degli interventi Martedì 6 ottobre, gli interventi cominciarono a raffica,mentre molti vescovi prendevano «furiosamente» nota. Invano la segreteria del sinodo aveva chiesto di sottomettere gli in- terventi seguendo l’ordine dell’ Istru- mentum laboris. Di fatto i testi furo- no letti nell’ordine con cui furono ri- cevuti: a caso. Il primo intervento fu del cardinal Pengo, arcivescovo di Dar-es-Salaam in Tanzania, seguito poi da uno del Ghana, Benin,Vatica- no, Tunisia, Camerun, Uganda... o- gnuno con un argomento diverso. SINODO AFRICANO/3
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