Missioni Consolata - Dicembre 2009

GABON 22 MC DICEMBRE 2009 storia della decolonizzazione.Nato nel 1935, diplomato all’Istituto tecni- co di Brazzaville, giovanissimo si ar- ruola nell’aeronautica francese e tra- scorre un anno nella base di Fort Lamy (oggi N’Djamena) in Ciad. Si dice che nel corso del servizio militare sia stato avvicinato dai ser- vizi segreti francesi dei quali sareb- be diventato agente. Prove non ne esistono,ma è certo che il suo rap- porto con la Francia e con i «servizi» transalpini sarà sempre molto stret- to. Quando nel 1960 il suo Paese di- venta indipendente, torna in patria. La sua carriera politica inizia poco dopo.Nel 1962, a soli 27 anni, diven- ta capo di gabinetto del primo pre- sidente, LeonM’ba.Nel 1965 è vice- presidente e nel 1967, alla morte di M’ba, diventa presidente, carica che ha mantenuto a vita. La sua longevità politica è legata a due fattori connessi tra loro: l’amici- zia con la Francia e il petrolio. Omar Bongo è sempre stato uno dei pilastri della cosiddetta França- frique , cioè quel sistema creato da Parigi per mantenere uno stretto rapporto politico-economico con le ex colonie. Il legame tra la ex madre- patria e i nuovi stati era unmisto di aiuto allo sviluppo, assistenzialismo, sostegnomilitare. Il tutto condito da corruzione,malaffare, scarsa atten- zione ai diritti umani.Di questo si- stema, Bongo era il prototipo.Da De Gaulle a Sarkozy, i presidenti france- si non gli hannomai fattomancare il supporto politico (il primo capo di Stato che Sarkozy chiamò al telefo- no dopo l’elezione alla presidenza fu proprio Bongo). Lo hanno appog- giato facendogli vincere le elezioni, favorendo l’arricchimento suo e del suo clan, offrendogli protezione mi- litare (a Libreville è ancora presente una base militare con unmigliaio di soldati francesi). E lui in cambio appoggiava le poli- tiche internazionali della Francia e a- priva le porte del suo paese alle a- ziende francesi.Soprattutto allemul- tinazionali petrolifere transalpine. Petrolio emassoneria È grazie all’oro nero che Bongo Ondimba ha potuto accumulare una fortuna enorme. Leggendaria la sua collezione di automobili: due Superficie: 267.667 kmq Capitale: Libreville Popolazione: circa 1,33 milioni di abitanti (stima 2006) Gruppi etnici: fang 32%, eshira-epunu 12%, njebi 8%, mbédé 7%, bakota 5%, altri. Lingue: francese, fang, punu, altre lingue bantu . Religioni: culti tradizionali 19%, cattolici 49,6%, musulmani 17,8%, protestanti 18,2%, altri 13,2% Crescita demografica: 1,7% (2000-2005) Aspettativa di vita: anni 54 (m), 57 (f) Mortalità infantile: 5,5% entro 1 anno Alfabetizzazione: 85,4% Ordinamento politico: Repubblica Indipendenza: 17 agosto 1960 (dalla Francia) Capo di stato e governo: Ali Bongo Ondimba (con mandato di 7 anni) Reddito pro capite: circa 6.527 dollari Usa (2006), uno dei più alti dell’Africa sub sahariana. Risorse economiche: petrolio, gas naturale, manganese, uranio, fosfati, oro, diamanti; industria: raffineria (Port-Gentil), tessile, alimentare, lavorazione del le- gno; agricoltura di esportazione: cacao, arachidi, legname pregiato; di sussistenza: cereali, manioca; allevamento, pesca. Debito estero: 3,9 miliardi di dollari (2005) Crescita Pil: +1% nel 2006 Inflazione: 4,8% Indice di sviluppo umano (Onu): 103 su 177 paesi. A sinistra: Omar Bongo Ondimba, a Ouagadougou, nel 2005. A destra: Sarkozy e Chirac ai funerali di Bongo, Libreville, 16 giugno 2009.

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