Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2009
MC / SPORCOMONDO damento del pianeta sia una bufala. L’alterazione del ciclo del carbonio è un fatto, non un’opinione da bar. La crisi climatica generata dalla ci- viltà ad alta intensità energetica e l’aumento continuo dei consumi di e- nergia, particolarmente nei paesi e- mergenti, sono due fattori in rotta di collisione che possono portare ad una profonda crisi della civiltà umana nel corso del XXI secolo. Su questi te- mi chiave per il nostro futuro sarebbe necessario aumentare il grado di consapevolezza degli abitanti di tut- to il pianeta. Le alternative: quattro non bastano Le alternative ai combustibili fossili si possono racchiudere in quattro principali categorie. La prima, di gran lunga più rilevante in termini quanti- tativi, è l’energia solare che può es- sere sfruttata, attraverso varie tecno- logie, sia direttamente (es.pannelli solari termici e fotovoltaici) o indiret- tamente (impianti eolici, idroelettrici, a biomasse, correnti marine, ecc.). L’e- nergia solare viene considerata «rin- novabile» in quanto il Sole conti- nuerà a illuminare la Terra per oltre quattromiliardi di anni, un periodo sostanzialmente infinito. La seconda è l’energia nucleare da fissione di elementi chimici pesanti (uranio e to- rio, non rinnovabili) o da fusione di e- lementi leggeri (deuterio e trizio,pra- ticamente illimitati,ma il trizio va «fabbricato»). La terza è l’energia geotermica , ovvero il calore imbri- gliato nel sottosuolo terrestre che in alcune regioni limitate del pianeta (es. Islanda,Toscana) giunge in prossi- mità della superficie e può essere sfruttato su larga scala. La quarta e ul- tima (anche in ordine di importanza) è l’energia di interazione gravita- zionaleTerra-Luna , che in alcuni punti del pianeta (es.Normandia) muove enormi masse di acqua (ma- ree), che possono venire impiegate per produrre energia. Qui ci limitiamo a discutere breve- mente di energia nucleare e di alcu- ne forme di energia solare, attenen- doci ai numeri.Questi sono i grandi assenti nei frequenti dibattiti italiani che spesso vedono protagonisti da un lato politici impreparati in cerca di improbabili consensi, e dall’altro «e- sperti» spessomolto attivi nello scri- vere sui quotidiani,ma non sempre rintracciabili sulle banche dati scien- tifiche internazionali. L’energia nucleare: pochi benefici, troppi costi L’energia nucleare costituisce il 15% dell’energia elettrica mondiale. La co- struzione di centrali elettronucleari a fissione ha conosciuto il suo periodo d’oro nel trentennio 1956-1986.Da 20 anni il numero di impianti nel mondo è sostanzialmente stabile at- torno alle 440 unità, il parco centrali è quindi molto datato.Ci sono attual- mente circa 40 impianti in costruzio- ne, che non riusciranno a rimpiazzare gli im- pianti che nei prossi- mi anni dovranno es- sere dismessi per ra- gioni di età. Nonostante questo stallo nel numero degli impianti, la produzione elettro- nucleare è cresciuta nel tempo.Questo è dovuto ad una gestione più efficiente degli impianti esistenti: nel 1973 le centrali nucleari funzionavano per il 50%del tempo mentre oggi funzionano,pur note- volmente invecchiate,per oltre l’80%. La crisi del settore ha ragioni prin- cipalmente economiche. La liberaliz- zazione dei mercati elettrici ha agito da deterrente sugli investimenti, di- mostrando in modo disarmante che il nucleare non sopravvive in regime di libero mercato. Se le casse statali non garantiscono la copertura degli enormi costi dell’intero ciclo indu- striale, in particolare quelli di costru- zione e dismissione, nessuna impre- sa privata è disposta a rischiare mi- liardi di capitali, tanto meno oggi dopo la peggiore bufera finanziaria della storia. Oggi la produzione di uranio è lar- gamente al di sotto della domanda, poiché anche gli investimenti in atti- vità estrattive sono stati bassissimi. Il prezzo dell’uranio è quindi salito di oltre 7 volte dal 2002 al 2007,molto più del petrolio.Tra i primi 15 deten- tori di risorse di uranio non vi è un so- lo paese dell’Unione europea, ren- dendo del tutto infondate le speran- MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2009 9 Una (vecchia) centrale nucleare per la produzione di energia elettrica. A destra: barili di rifiuti tossici in pessimo stato di conservazione.
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