Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2009
74 MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2009 SCELTE DI VITA nella terra promessa Dio lo ammo- nisce, ricordandogli i requisiti del- l’Alleanza, chiedendogli di ascoltare, ricordare e trasmettere l’intensità del suo amore geloso ed esclusivo per l’uomo. Il ricevere la terra in do- no prevede l’assunzione di una re- sponsabilità etica, che consiste nel- l’obbedire ai comandamenti, stabi- lendo così una relazione di giustizia nei confronti di Dio e dei propri simi- li. Vuoi la terra? Non rubare, non mentire, non desiderare ciò che non ti appartiene e non uccidere per avi- dità e smodato desiderio di posses- so. Cura la terra che ti viene donata, inmodo da rispettare la volontà di Dio che te l’ha affidata,ma anche il diritto del tuo prossimo e del figlio del tuo prossimo ad avere la stessa porzione di dono che tu hai avuto la fortuna di godere. Lamaggior parte degli attentati alla pace avvengono da sempre per cause ambientali: dalle risse fra vicini per questioni di confini fondiari alle guerremondiali per il controllo delle risorse (petrolio oggi, acqua doma- ni) l’uomo si svincola con troppa fa- cilità dal suo ruolo di badante, sfode- rando denti da lupo per imposses- sarsi di ciò che non gli appartiene. Ambiente e giustizia sono un bino- mio pressoché imprescindibile. Il do- no della terra è segno di benedizio- ne, ma investe chi lo riceve di una re- sponsabilità grande e obbligante, una responsabilità globale nel senti- re la terra come propria e nello stes- so tempo patrimonio di tutti. Si im- pone allora, da parte dell’uomo, un atteggiamento profetico che inviti a vedere il mondo con gli occhi di Dio e a ricostruire attraverso l’impegno concreto l’armonia delle origini. So- lo con l’azione personale e di tutti gli strumenti di morte, oppressione, vio- lenza e sopraffazione verranno cam- biati in arnesi da lavoro, vomeri e fal- ci, per tornare a seminare e racco- gliere, lavorando insieme la terra ereditata (Isaia 2, 3-4). L’atteggiamento profetico implica scelte radicali e concrete che devo- no obbligatoriamente partire dal singolo. Si tratta di suscitare, a partire da noi stessi, una prassi che assuma stili di vita alternativi, attenti ai con- sumi e refrattari agli sprechi, solidali, impostati su quell’attitudine dell’a- nimo che più ci associa evangelica- mente ai poveri: la sobrietà.Vivere con sobrietà significa vivere con ri- spetto, mettendo in pratica uno stile di condivisione con chi ha meno e un atteggiamento di comunione con il pianeta, riducendo quella che è la nostra impronta ecologica.Vive- re con sobrietà vuol dire anche cre- scere nell’attenzione a ciò che ci sta intorno. Tutto ciò, comunque,potrebbe non bastare. Se la formazione delle co- scienze e le testimonianze di vita non fossero accompagnate da un at- teggiamento di denuncia verso chi rifiuta un atteggiamento etico nei confronti di ciò che ci circonda. Questo è il punto dove l’essere pro- fetico rivela tutte le sue spine,ma anche tutta la sua urgenza. Sentire la responsabilità del pianeta prevede anche di assumere posizioni scomo- de, radicali, controcorrente.Del resto questa è la nostra casa, la grande «maloca» affidata alle cure della co- munità umana affinché la renda un luogo fertile che dia a tutti possibi- lità di vita, costi quel che costi. ■ to di terra (in ebraico ‘adamah ). L’uo- mo viena dalla terra, è «terroso».An- che le filosofie e teologie indo-ame- ricane insistono sul concetto di terra madre, pachamama ,generatrice di vita, in quanto l’uomo da essa pro- viene, ricavandone identità, soprav- vivenza e sussistenza.Nel contesto di questo intimo rapporto, il compito assegnato da Dio all’uomo nel giar- dino dell’Eden,quello di dominare e soggiogare il creato (Genesi 1, 28), è segno dell’alta considerazione che Dio ha di lui e va letta nell’ottica della custodia,non della tirannia. L’uomo è chiamato ad essere guida e pasto- re, non sfruttatore.Quando questo non avviene, si crea una crepa nella relazione tra l’uomo e Dio. Ambiente e giustizia Anche una pagina molto bella del li- bro del Deuteronomio (Dt 6, 14-13) ci aiuta a capire l’importanza dell’im- pegno etico che Dio chiede all’uo- mo in collaborazione al suo proget- to di salvezza.Dopo aver consegna- to al popolo di Israele le tavole della legge e prima che questo penetri Due piccolissimi Samburu sanno già che non si deve sprecare l’acqua.
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