Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2009
MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2009 73 che e tragiche in altre parti del mon- do. E che dire della qualità degli ali- menti, dell’aria che respiriamo, del- l’inquinamento acustico? Il discorso ecologico, contenuto in manuali, articoli e saggi di ogni ge- nere, va oggi preso di petto per capi- re, approfondire e stimolare azioni concrete che ci aiutino a vivere in un mondo equo e sostenibile,ma la realtà appare nuda a tutti,basta vo- lerla vedere e non far finta di nulla.Al volo si percepisce una distonia di fondo, uno scenario inadatto alla re- cita che si vuole rappresentare, un quadro privo di armonia. In questo contesto noi missionari possiamo dare un contributo qualificato, gra- zie alla possibilità che abbiamo, at- traverso lemolte testimonianze di- rette, di dare confini molto più ampi a quella realtà che appare quotidia- namente ai nostri occhi. La ricerca dell’armonia I cristiani, che come ci ricorda la Let- tera a Diogneto «né per regione, né per voce, né per costumi sono da di- stinguere dagli altri uomini» vivono, osservano e sono chiamati a giudi- care il contesto in cui si trovano at- traverso la luce della ragione e della fede.Anzi, il rispetto del creato e la questione ecologica sono oggi ter- reni fertili di dialogo e condivisione con tutti i settori della comunità u- mana che sognano unmondo «al- tro», definito da nuove relazioni con l’ambiente. Fare rete sui temi am- bientali è, oggi, una delle nuove sfi- de della missione in Occidente e nel mondo.Un compito,per la verità, non sempre capito, a volte cataloga- to come un «pallino» per impeniten- ti ecologisti, da chi non riesce a co- gliere immediatamente l’intima con- nessione che esiste fra la tematica ambientale e le istanze di giustizia e pace. Lo stessomagistero della chiesa ha dovuto «lavorarci un po’ su», anche se va dato atto che in questi ultimi vent’anni sono stati compiuti svaria- ti passi avanti.Un documento im- portante è stato il Messaggio del 1° gennaio 1990, scritto in occasione della «Giornata mondiale della pa- ce» dall’allora papa Giovanni Paolo II.Rileggendo a ritroso la storia, è in- teressante notare come nel bel mez- zo di sconvolgimenti politico-sociali che avrebbero condotto l’Europa verso un futuro senza muri,blocchi e cortine, il pontefice pensasse a un di- segno universale di pace che non soltanto trascendesse gli interessi e i confini delle nazioni,ma assurgesse addirittura a una dimensione cosmi- ca, a un’armonia totale, come quella originaria voluta da Dio. La lettera ri- mane un passo significativo, un se- gno importante della volontà di por- re definitivamente il sigillo della pa- ce alla relazione che l’uomo vive con se stesso, con il suo simile,ma anche con tutto il creato e il suo creatore. Oggi, l’ultima enciclica del papa, Ca- ritas inVeritate (2009) dedica ben cinque paragrafi (nn. 48-52) al colle- gamento che esiste fra sviluppo e doveri che nascono dal rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale e anche il prossimomessaggio per la Giornata mondiale della pace: «Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato» insiste sullo stesso tema. Armonia è parola chiave per capire la relazione fra uomo e ambiente.Ar- monica è la situazione di pace, ordi- ne e benessere che si oppone al caos, l’unità del tutto contro il disor- dine della frammentazione.Armonia è anche la categoria per leggere questo rapporto teologicamente, al- la luce della Parola di Dio, in comu- nione (e in rete) con tutti coloro che desiderano rinnovare la faccia della terra con un make up rispettoso dei diritti di tutti. Armonia è il risultato del dono divi- no offerto all’umanità,ma affinché, l’armonia venga preservata vi sono ruoli ben prestabiliti da rispettare. La Scrittura definisce inmodo netto tali parametri,basta prendere inmano gli splendidi primi 11 capitoli del li- bro della Genesi in cui si trova con- densata la storia del rapporto fra Dio, l’umanità e quello che sin dall’i- nizio è il trait-d’union di questa rela- zione: l’universo creato. La terra è be- nedizione, ricchezza continuamente donata da Dio all’uomo con un atto libero e gratuito, affinché quest’ulti- mo se ne renda responsabile, ne di- venti il guardiano, colui che se ne prende cura.Cosa che puntualmen- te non avviene.A tutta una serie di gesti gratuiti di Dio l’uomo ri- sponde con atti di egoismo e superbia che tradiscono il desi- derio di farsi padrone della terra, non di di- ventarne il custode. Dio nell’uomo vede un «badante» della creazione da lui vo- luta; l’uomo, al contrario, vede in Dio un rivale, e nella creazione un terre- no da conquistare e da sfruttare. A causa di questa ambiguità l’armonia si perverte,danneggiando costante- mente la relazione fra Dio e il suo popolo.Queste fratture esigono di volta in volta l’applicazione di altret- tante «medicazioni», fatte di impe- gno e scelte concrete, nella pro- spetttiva del sogno di Dio: cieli nuovi e terra nuova, una rinnovata visione della realtà fondata sulla comunione fra Dio, l’uomo e l’ambiente. Una rilettura teologica del rapporto uomo-Dio-terra ci spinge a prendere una posizione che sia allo stesso tempo ecologica e profetica: non è la terra che appartiene all’uomo, quanto l’uomo alla terra. L’essere u- mano è chiamato da Dio ‘adam , fat- MC / SPORCOMONDO A sinistra, la natura: luogo di incon- tro e armonia con Dio. A destra, un uomo su sei vive in una baraccopoli: chi possiede il resto della terra?
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