Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2009

MC / SPORCOMONDO rantendo un bagaglio culturale che consenta a ciascuno di realizzare tutto se stesso. Una delle parole d’ordine per vivere bene disponendo di meno è «consu- mare con rispetto», ossia trattare be- ne gli oggetti affinché possano fun- zionare a lungo. La società dei con- sumi ci ha abituati a buttare via la roba quando è ancora utilizzabile solo perché non è più di moda o perché non è più all'avanguardia tecnologica.Per percorrere la strada della sobrietà dobbiamo liberarci da questi condizionamenti, imparando a conservare ciò che abbiamo e a ri- correre di più al mercato dell’usato. Sobrietà efficace Un’altra parola d’ordine del futuro dovrà essere «efficienza»,ma non con il significato che al presente le viene attribuito.Oggi, l’efficienza si misura col denaro e se per una ra- gione qualsiasi una risorsa viene fat- ta pagare poco tende ad essere sprecata.Un caso concreto è quello del petrolio.Poiché costa relativa- mente poco si è sviluppato un siste- ma di trasporti assurdo che ci obbli- ga a consumaremerci che vengono da migliaia di chilometri di distanza quando potrebbero essere prodotte nella propria regione. L’efficienza vera è quella che riesce a garantire il massimo servizio col mi- nimo impiego di risorse e con la mi- nor produzione di rifiuti.Nel settore dei trasporti su breve distanza, il sim- bolo dell’efficienza è la bicicletta. Piccola, robusta, semplice,moltiplica la nostra velocità senza utilizzare carburante e senza produrre rifiuti. Un altro simbolo di efficienza è l’uso collettivo dei beni.Quello dei tra- sporti è un esempio classico ed è in- teressante che inmolte città si vada- no espandendo iniziative denomi- nate «car-sharing» per utilizzare l’automobile in comune.Molti altri servizi, oggi soddisfatti in forma pri- vata, potrebbero essere organizzati inmaniera collettiva. Invece di avere una lavatrice per casa si potrebbero avere delle lavatrici di condominio. Invece di avere ognuno il nostro fer- ro da stiro, il nostro computer, i nostri libri si potrebbe immaginare di ave- re una stireria di condominio, una piccola biblioteca di condominio, una sala giochi di condominio.Oltre a risparmiare risorse ci guadagne- remmo in rapporti umani. Finalmen- te la gente smetterebbe di vivere rintanata come topi e potrebbe in- contrarsi. Varie esperienze personali e di grup- po dimostrano che la sobrietà è pos- sibile ed è liberante, anche se preoc- cupa per i suoi risvolti sociali. In primo luogo l’occupazione. Se consumiamomeno,produrremo meno e come creeremo nuovi posti di lavoro? Parallelamente siamo preoccupati per i servizi pubblici. Se produciamo di meno, e quindi gua- dagniamo di meno, chi fornirà allo stato i soldi per garantirci istruzione, sanità, viabilità, trasporti pubblici? Il discorso si fa immediatamente poli- tico, ci rendiamo conto che se vo- gliamo coniugare sobrietà con pie- na occupazione e ga- ranzia dei bisogni fon- damentali per tutti non basta rivedere i nostri stili di vita, dob- biamo ripensare l’in- tera economia. Per sommi capi si tratta di ridi- mensionare il glo- bale, il mercato, il denaro, rivalutando il locale, l’econo- mia pubblica, l’uso diretto del lavo- ro. Su piccola scala, si stanno già spe- rimentando delle pratiche economi- che che si ispirano a questi principi. Alcuni esempi sono i gruppi di ac- quisto solidale, la produzione di e- nergia elettrica su base rinnovabile, le banche del tempo.Ma dobbiamo inventarci dei metodi per estendere queste pratiche a livello di sistema. Un passaggio che sembra obbligato è l’introduzione di unmeccanismo di tassazione del tempo in associa- zione o in sostituzione della tassa- zione del reddito.Una sorta di servi- zio civile permanente articolato per quartieri e comuni inmodo da rafforzare la partecipazione, il senso di comunità e di responsabilità. Di tutte le trasformazioni che dob- biamo introdurre, la più difficile è senz’altro quella relativa all’organiz- zazione economica perché dovre- mo scontrarci con un potere che farà di tutto per impedire il cambia- mento. Come se non bastasse dob- biamo fare i conti anche con una re- sistenza che abbiamo dentro di noi: siamo così intrisi di mentalità mer- cantile che stentiamo a concepire altri modi di organizzare la società e l’economia al di fuori della logica della crescita e conseguentemente del mercato e del denaro. Se però riuscissimo a liberarci delle nostre gabbie mentali, scopriremmo che oltre al vendere e al comprare esiste la gratuità, la solidarietà, il bene co- mune, il fai da te, lo scambio inter- personale, tutti mattoni indispensa- bili per la costruzione di un’altra e- conomia pensata non per servire i mercanti,ma la gente, nel rispetto dell’equità, delle generazioni future e del pianeta. ■ MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2009 71 (1) Cf. AntonellaValer, «Bilanci di Giustizia - Famiglie in rete per consumi leggeri», EMI,Bologna 2000.Oppure il sito: www.bilancidigiustizia.it . Scegliere mezzi alternativi di trasporto,magari riciclando.

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