Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2009

MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2009 69 toccare conmano la limitatezza del nostro pianeta.Dobbiamo accettare il fatto che la crescita è finita: questo pianeta e questa umanità si possono salvare solo se passiamo dall'atteg- giamento del cowboy , che fa razzia per la prateria, all'economia dell'a- stronauta, che non spreca niente perché sa di essere a corto di tutto. Invertire tutti i nostri comportamen- ti - passando dallo spreco alla parsi- monia, dall’usa e getta al recupero, dall’indifferenza al rispetto - è il mo- do per recuperare speranza.Non di- sinnescheremomai la bomba socia- le e la bomba ambientale su cui il pianeta è seduto finché noi, gli opu- lenti, non accetteremo di consuma- remeno auto,meno luce,meno gas, meno acqua,meno cibo,meno ve- stiario, meno carta.Consumareme- no è indispensabile per lasciare ai nostri figli un pianeta vivibile e per consentire agli esclusi di risalire rapi- damente la china.Non dimentichia- mo che tremiliardi di persone non hanno ancora conosciuto il gusto della dignità umana.Hanno anch’es- si il diritto di mangiare di più, vestirsi di più, curarsi di più, studiare di più, viaggiare di più.Potranno farlo solo se i benestanti accettano di consu- maremeno. È come se il mondo fos- se caratterizzato dalla convivenza di pochi grassoni e un esercito di sche- letrici. Gli scheletrici hanno bisogno di mangiare di più,ma possono farlo solo se i grassoni accettano di sotto- porsi a cura dimagrante, ovvero a consumaremeno le risorse a nostra disposizione.Risorse come petrolio, acqua, foreste,minerali, che stanno i- niziando a scarseggiare e per il con- trollo delle quali sta già nascendo una forte competizione. Un nuovomodo di essere La morale della favola è che non si può più parlare di giustizia senza te- nere conto della sostenibilità, e l'uni- comodo per coniugare questi due elementi è che i ricchi si convertano alla sobrietà.Dobbiamo quindi assu- mere uno stile di vita,personale e collettivo,più parsimonioso,più puli- to, più lento,più inserito nei cicli na- turali, inmodo da soddisfare i nostri bisogni utilizzandomeno risorse possibili e producendomeno rifiuti che si può. Quasi un secolo fa Gandhi scriveva: «Il ricco possiedemolte cose super- flue, di cui non ha bisogno, che poi sciupa e spreca,mentremilioni di personemuoiono di fame perché non possonomangiare. Se ognuno si accontentasse di ciò di cui ha biso- gno, nonmancherebbe niente a nessuno (...). La civiltà, nel vero senso della parola, non consiste nella mol- tiplicazione dei bisogni,ma nella ca- pacità di ridurli volontariamente, de- liberatamente». Ogni volta che stia- mo per comprare qualcosa chiediamoci se ne abbiamo davvero bisogno o se invece non stiamo ce- dendo alle pressioni della moda,del- la pubblicità,della competizione so- ciale. Chiediamoci anche se abbia- mo fatto tutto il possibile per riparare ciò che, già in nostro posses- so, possiamo aver danneggiato. Se poi giungiamo alla conclusione che di quell’oggetto che vogliamo ac- quistare proprio non possiamo farne a meno,procediamo con calma. So- prattutto non precipitiamoci in ne- gozio per comprarne uno nuovo.Pri- ma facciamo un giro presso amici e parenti per accertarci che non ab- biano qualcosa di usato che fa al ca- so nostro. Unmodo per renderci conto se compriamo come vogliamo noi o come vogliono i supermercati e la pubblicità è quello di tenere la con- tabilità della nostra spesa.All’inizio di ogni mese, nella calma della no- stra casa,potremmo programmare cosa ci serve, esclu- dendo le spese super- flue. Poi, giorno per giorno,potremmo an- notare cosa compria- mo davvero e a fine mese potremmo fare un confron- to per verificare se abbiamo rispet- tato la nostra pro- grammazione. L’associazione «Beati i costruttori di pace» propone que- stometodo non solo per allenarci ad evitare le spese superflue,ma anche per imparare ad assumere altre abi- tudini di consumo e di risparmio che sono fondamentali per costruire un mondo più giusto.Per questo la loro proposta è stata battezzata «Bilanci di giustizia». (1) Nella vita di tutti i giorni, la sobrietà passa attraverso piccole scelte co- me, ad esempio,meno auto più bici- cletta, meno automobili piùmezzi pubblici,meno carne più legumi, meno prodotti globalizzati più pro- dotti locali,menomerendine confe- zionate più panini fatti in casa,meno cibi surgelati più prodotti di stagio- ne, meno acqua in bottiglia più ac- qua del rubinetto,meno cibi precotti più tempo in cucina,meno recipienti a perdere più prodotti alla spina, meno pasti ingrassanti più corret- tezza alimentare. L’esperienza di «Bilanci di giustizia» dimostra che la sobrietà è possibile, non costa niente, fa risparmiare e riempie di soddisfazione; la soddi- sfazione di sentirsi persone libere che decidono esse stesse cosa com- prare. MC / SPORCOMONDO A sinistra, bancarelle del commercio Equo Solidale. A destra,mercatino dell’usato.

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