Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2009

AMAZZONIA /2 allo sviluppo economico del paese. La Guyana possiede una superfi- cie di foresta tropicale superiore al territorio dell’ex paese colonizza- tore. Una variante di questo atteggia- mento sarebbe costituita dalle im- prese di biotecnologie, laboratori farmaceutici e industrie cosmetiche, la cui domanda di foresta è rivolta a determinate risorse genetiche da cui sviluppano poi i loro prodotti. Malgrado la differenza dei loro o- biettivi immediati, sia il «coloniali- smo verde» che la «carne verde», rappresentano una maggiore pressione sulle terre, le foreste e le sue ri- sorse, il cui risultato tangi- bile è la crescita del merca- to della terra. La soia occupa oggi il 47% delle aree piantate a cereali e legumino- se (in Brasile classificate granaglie). Con gli attuali ritmi di espansione, previsioni trionfalistiche annuncia- no che questa dovrebbe presto oc- cupare il 30% della superficie totale del Brasile. Sotto quest’ottica, è naturale che i popoli indigeni e le altre popolazio- ni tradizionali siano considerati un ostacolo all’ agrobusiness e alla tran- sazione libera di terre. Sono visti in- fatti come soggetti «biologizzati», ovvero come mera estensione delle risorse naturali, senza coscienza né diritti. DIRITTI «TERRITORIALI» Questo è uno dei fattori che spie- ga l’aggravarsi dei conflitti sociali in area rurale, in unmomento in cui in- digeni, quilombolas , raccoglitrici di cocco babaçu , castanheiros , ribei- rinhos e seringueiros stanno conqui- stando i loro diritti territoriali ed e- mergendo come soggetti sociali. A loro si oppone una potente coalizione di interessi, che vuole li- mitare tali diritti, così come control- lare, in vari modi, quelli di proprietà Sopra: cacciatori indigeni nello stato di Roraima. A fianco: cercatore d’oro a Itaituba, Nord del Parà. Sotto: cartello all’ingresso dell’area indigena Yanomami.

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