Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2009

MC / SPORCOMONDO Deve essere letto in tal senso il di- battito aperto nella Corte Suprema, circa la definizione territoriale della Terra Indigena Raposa Serra do Sol (si veda MC settembre 2008), in cui i risicoltori di Roraima hanno avuto l’appoggio dei coltivatori di soia ed allevatori di altre regioni. Infine, la possibilità di realizzare lo sfrutta- mentominerario in terre indigene soddisfa tutte queste realtà, in quan- to rappresenterebbe un primo pas- so per rendere flessibili i diritti terri- toriali dei popoli indigeni. La proprietà collettiva della terra e l’accesso comunitario ad essa, e- spressi dai popoli tradizionali, rap- presenterebbero, pertanto, un osta- colo alla sua mercificazione.Queste due componenti hanno una funzio- ne sociale fondamentale e rappre- sentano una forma di resistenza i- deologica, in quanto, affidandone la gestione all’unità familiare, alla co- munità, o a una determinata etnia, impediscono che immense esten- sioni di terra vengano inserite nel mercato. TENSIONI SOCIALI Di qui l’intensificazione dei conflit- ti e delle tensioni sociali in ambito rurale e le contraddizioni delle stra- tegie governative e imprenditoriali - quindi non più solo delle agro-stra- tegie - rivolte a quello che è definito «sviluppo sostenibile», che poggia oggi su transazioni formali di com- pra-vendita di terre sulla base di due elementi. Il primo riguarda la crescita ascensio- nale dei prezzi delle commodities minerarie e agricole (e quindi del- l’ agrobusiness ), che ha pro- vocato un aumento della domanda di terre per l’estrazione mineraria e l’implementazione di grandi piantagioni di colture omo- genee con fini industriali (pino, eu- calipto, canna da zucchero, soia, dendê ) e, in generale, del loro prezzo. Benché le statistiche ufficiali parli- no di una riduzione dell’area defore- stata in Amazzonia, si registra invece un suo aumento in zone interessate dalla creazione di pascoli per l’alle- vamento intensivo, il cui prodotto è chiamato «carne verde». Il secondo riguarda nuove moda- lità di intervento nella questione ambientale, da parte di organi go- vernativi e agenzie di finanziamen- to, che stanno lanciando un ampio programma di concessione di credi- ti di carbonio (8) a progetti di pre- servazione o riforestazione. Per inco- raggiare tale pratica conservazioni- sta, sarebbero stati creati numerosi incentivi finanziari per mantenere le foreste «in piedi» (9). Tale pratica, denominata dai suoi critici «colonialismo verde», sta di- ventando anche il principale obietti- vo delle transazioni commerciali di terre da parte di associazioni non governative. Uno degli esempi più conosciuti si riferisce al fatto che più di 20.000 persone abbiano fatto donazioni, in appena una settimana di campagna lanciata dal sito della Ong Cool Earth, con l’appoggio di personalità ed entità ambientaliste britanniche, che promette di comprare e proteg- gere terre in Amazzonia. Il progetto propone che i donatori partecipino alla conservazione ac- quistando per circa 45 euromezzo acre di terra (equivalente a 2.000 metri quadrati). Di fatto non esiste nessunmodo per verificare che ciò sarà fatto. Un altro esempio è il fatto che la Repubblica della Guyana, ex colonia britannica, sarebbe disposta a «met- tere tutta la sua foresta sotto il con- trollo di un organismo internaziona- le, presieduto dalla Gran Bretagna», in cambio di finanziamenti destinati MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2009 57 senza precedenti sulle terre dei pic- coli produttori rurali e sullo stock di terre pubbliche. Alcune regioni stanno quindi cor- rendo il rischio di perdere l’autosuf- ficienza alimentare, con la disgrega- zione dell’economia agricola su ba- se familiare, vedendosi costrette ad importare volumi considerevoli di prodotti agricoli. FUORI DALLATERRA Nella regione amazzonica è dun- que in atto una vera e propria cam- pagna di «de-territorializzazione» (e- sproprio di terre, ndt .), che vuole li- berare le terre da fattori condizionanti di natura tanto giuri- dico-formale e politico-amministra- tiva, quanto dai fattori etnici, cultu- rali o determinati dalle modalità di uso delle terre tradizionalmente oc- cupate dai popoli indigeni, quilom- bolas , seringueiros , raccoglitrici di cocco babaçu , castanheiros, ribei- rinhos , e altre categorie sociali che vi abitano (vedi articolo pag. 50). Per quanto riguarda i tentativi di incorporazione delle terre indigene e altre popolazioni tradizionali nel mercato di terre, si osserva la con- vergenza di obiettivi tra imprese vincolate alle commodities agricole e quelle legate al mercato delle commodities minerarie. In alto: gruppo di Yanomami nella foresta amazzonica di Roraima. Sotto bambini Yanomami giocano sul Rio Catrimani (Roraima).

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