Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2009

MC / SPORCOMONDO intanto, tutt'intorno, i media posso- no dar ancora spazio alle nostre fan- tasie, rispolverando vecchi miti e creandone di nuovi, e la politica so- stituisce i vecchi slogan con quelli dello «sviluppo sostenibile» per cui è possibile «sviluppare senza di- struggere» e lancia programmi di accelerazione della crescita (14) - un'altra è in fermento. Nascono «punti di cultura» (15), in cui le comunità indigene produco- no cdmusicali e video, per rivendi- care il loro posto nel villaggio globa- le e le popolazioni tradizionali,Gps alla mano,mappano i loro territori e i loro diritti. Insomma, c'è tutto un vocabolario da riscrive- re e qualcuno ha già ini- ziato. I popoli indigeni, per bocca delle loro or- ganizzazioni, parlano dei loro vicini no contact come popoli liberi e quel- li che oggi riaffiorano laddove si pensava fossero estinti, si di- chiarano coscientemente popoli re- sistenti, rispetto alla dicitura tradi- zionale che li descrive come popoli «emergenti» o risorti. NON SOLOCACCIATORI - RACCOGLITORI Anche il dramma della foresta che scompare, lungo l'«arco della defo- restazione» (16), che si amplia sem- pre più, contribuisce a svelare delle verità finora impensate: fossi e terra- pieni sono stati lasciati da società or- ganizzate che un tempo occupava- no l'Amazzonia centro-meridionale. Società definite sinora di «cacciatori- raccoglitori» o «marginali»,mentre in realtà sono resti di società agrico- le costrette a fuggire dai colonizza- tori e a trasformarsi in nomadi. Lo rivelava, nel 2008, un articolo di Science (17).Tra gli autori Afukaka Kuikuro, leader indigeno del popolo omonimo (circa 500 individui), e gui- da della spedizione etno-archeolo- gica statunitense-brasiliana alle sor- genti del fiume Xingù. Un luogo dove, nel 1925, era scomparso l'avventuriero britannico Percy Fawcett,mentre era alla ricer- ca di una mitica città perduta, cono- sciuta come «Z». Certamente i nonni devono avere raccontato ad Afukaka la storia degli insediamenti fortificati, circondati da «cinture verdi» destinate all'agri- coltura, esempi di un'urbanistica a- mazzonica in embrione. Insedia- menti connessi da una pianificata rete di vie di collegamento.Gli at- tuali insediamenti Kuikuro ripete- rebbero l'antica struttura: vari villag- gi che si affacciano su uno spiazzo comune largo 120 - 150 metri, a for- mare due centri regionali, ciascuno di circa 250 kmquadrati, con una sorta di capitale, da cui si irradiano strade che connettono i vari villaggi delle due unità, assolutamente equi- distanti gli uni dagli altri lungo l'asse MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2009 53 in una fossa inmezzo alla selva; in al- tri casi hanno un nome e un volto come Carapiru, l'indio di Serras da Desordem (13), le montagne del Brasile centrale, dove ha vagato per dieci anni in fuga dai bianchi. Mentre una parte di foresta resta «ferma nel tempo», avvolta, almeno temporaneamente, nel silenzio - e Scene di vita di Yanomami. A sinistra in alto: tipica famiglia in cerca di acqua; in basso: un incontro di sciamani. A destra: cura dei capelli. Disegno: come i bambini yanomami ritraggono l’incontro/ scontro tra bianchi e indigeni.

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