Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2009
la hevea brasiliensis per rifornire di gomma na- turale l'emergente in- dustria automobilistica mondiale e la multina- zionale Goodyear; l'oro giallo dei giacimenti di Serra Pelada e della terra indigena yanomami. El- dorado ritrovato, fino all'oro verde (piante medicinali) e l'oro blu (acqua), destinati al mercato glo- bale delle materie prime. La corsa ai cosiddetti biocarburan- ti ( vedi MCmarzo 2009 ) ha determi- nato una nuova febbre dell'oro: soia, canna da zucchero, olio di dendê (4) è la triade che oggi alimenta l'agro- business, nuova minaccia alla fore- sta empé (in piedi) e a qualsiasi pro- getto di riforma agraria. La «piaga della soia - afferma Phi- lip Fearnside, dell'Istituto di Ricerca Amazzonica - non influenza solo il terreno occupato dalle colture: le multinazionali costruiscono strade e infrastrutture (5), che permettono l’installazione di basi temporanee per una più agibile penetrazione della foresta, consentendo poi l'e- spansione dello sfruttamento del le- gname e dell'allevamento intensi- vo» (6). Come «vene che sanguinano nella foresta», le strade tagliano territori indigeni legalmente riconosciuti o in fase di consolidamento, aree di protezione ambientale e riserve e- strattive (7). VARIETÀ SOCIO-CULTURALE Si dice che nessuna regione al mondo è tanto bio-diversa (biologi- camente varia) come l'Amazzonia. Lo stesso si potrebbe dire per la varietà socio-culturale che la carat- terizza. Nessuna regione al mondo ospita polarità così opposte come indios isolati e piantatori di soia, i seu João da Silva e i Blairo Maggi (8). La monocoltura, ce lo ricorda Van- dana Shiva, non è solo una modalità di piantare la terra,ma incorpora una mentalità ben precisa che «can- cella la percezione della diversità e, insieme, la diversità stessa» (9). Eppure ancora una volta, i nostri media, nell'ennesimo articolo della so terrestre o inferno verde - che nulla hanno a che vedere con la sua configurazione fisica e con la tradi- zione storica della regione,ma che hanno costruito nel tempo unmo- dello, omeglio unmito, difficile da smontare. Questa approssimazione del reale ha determinato distorsioni, nuove forme di colonialismo e distruzione. L'AMAZZONIA E I SUOI «CICLI» Questomodo di pensare l'Amaz- zonia è stato lo sfondo delle attitudi- ni predatorie che hanno caratteriz- zato il rapporto che l'uomo ha in- trattenuto con essa fin dalla sua «scoperta». I conquistatori di tutte le età, avidi delle sue terre e delle sue ricchezze, l'hanno sovente descritta come «vuoto societario» da «desbravar» (2), una «terra senza gente da riem- pire con gente senza terra» (3).Così l'Amazzonia è diventata presto una terra «desolata», frontiera «addome- sticata» da avventurieri, banditi e saccheggiatori di ogni risma. La storia dell'Amazzonia è una successione di cicli - con boom effi- meri e tragiche cadute - di sfrutta- mento di risorse apparentemente i- nesauribili: l'oro rosso, il sangue de- gli indios e degli schiavi neri da impiegare come manodopera nelle piantagioni del Nord est; l'oro bian- co, il caucciù estratto dal tronco del- MC / SPORCOMONDO MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2009 51 Strada che attraversa la foresta amazzonica.
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