Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2009
48 MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2009 ARGENTINA no. In alto, ci sono plichi di carta bian- ca, accanto i cartoni e poi grandi sac- chi pieni di materiale plastico a de- stra, a sinistra, in alto. Due giovani operai sono all’opera, intenti a separare la plastica a se- conda della tipologia. Pino ed Her- nan si interrompono per spiegarci la logica seguita nel lavoro. «Perché tutto va separato», dicono.Tappi e dispenser vanno da una parte, dal- l’altra i contenitori vuoti; in un sacco diverso le bottiglie delle bevande e queste sono ancora separate a se- conda del colore (bianco, verde, ecc.). Anche i vasetti dello yogurt so- no raccolti a parte. Marcelo: un lavoro che cambia la vita Fisico robusto, capelli ricci e neri, barba folta, occhiali, Marcelo Loto è il presidente di Reciclandos sueños . «Questo - ci spiega - è il magazzino di separazione del materiale riciclabile raccolto da Riciclando sogni.Abbia- mo scelto di chiamarci così,perché a- vere un lavoro era il nostro sogno. In effetti, il nome sintetizza il cambia- mento che ci fu nella nostra vita». Marcelo è un anfitrione gentile, che racconta senza enfasi né piagnistei. «La cooperativa nasce a fine 2002, ini- zi del 2003.Pensammo che, unendo le forze, avremmo potuto raccogliere piùmateriale che da soli». In quegli anni, Reciclandos sueños i- nizia dunque a raccogliere i «residui solidi urbani», a differenziarli e a valo- rizzarli, indirizzandoli verso il riutiliz- zo e il riciclo. Svolgendo nel contem- po un’opera di sensibilizzazione col- lettiva verso una problematica - quella dei rifiuti - di sempremaggio- re rilevanza. «Dal 2005 - continua Marcelo - ab- biamo cominciato a fare una raccolta differenziata per il municipio di Aldo Bonzi,passando casa per casa a rac- cogliere il riciclabile, soltanto quello. Qui si fa la separazione.Abbiamo un altromagazzino dove si trasforma la plastica inmateria prima riutilizzabile industrialmente.Un altro,dove tene- vamo il materialemetallico, è attual- mente inutilizzabile a causa di un in- cendio». La cooperativa oggi dà lavoro ad una quindicina di persone. «Il nume- ro è variabile - spiega Marcelo -,per- ché alcuni se ne vanno per un tempo a cercare fortuna.Ma poi la maggio- ranza di loro torna indietro,perché qui ha trovato unmodo per vivere. Certamente non tutto va bene.Tutta- via, la cooperativa è conosciuta e vie- ne indicata ad esempio». Enrique il giorno degli applausi Seduto su uno sgabello ed intento a separare alcuni oggetti metallici, Enrique Correa ha capelli neri e lisci. Il suo sorriso aperto testimonia di- sponibilità e gentilezza. Noi insistiamo sul nome: qual è il sogno, Enrique? «Dall’immondizia abbiamo trovato un lavoro,questo è il sogno - risponde -. In Argentina è molto difficile trovare un’occupazio- ne, soprattutto se hai una certa età.A 47 anni io sono già considerato un vecchio». Lui faceva l’operaio.Poi,durante la presidenza di Carlos Menem,perse il lavoro, come tanti altri argentini. «Fui costretto a diventare cartonero.An- davo da solo a raccogliere l’immondi- zia nelle strade di Buenos Aires. La mia bambina più piccola mi guarda- va con occhi stupiti.Uscivo di casa con un borsone, raccoglievo i rifiuti, tornavo, classificavo ciò che avevo raccolto e quindi portavo il tutto al centro di raccolta.Provavo vergogna quando uscivo per le strade». Un giorno,proprio al centro di rac- colta, Enrique incontra Marcelo e Al- berto, che gli offrono di andare a la- vorare con loro. La sua vita cambia. «La prima volta che fui a raccoglie- re l’immondizia in una scuola di Aldo Bonzi - racconta - era unmartedì. Il venerdì seguente la portinaia del col- legiomi disse che c’era una maestra che voleva parlare conme.Andai ad incontrarla e lei mi disse:“Mi piace- rebbe che lei spiegasse ai bambini cosa fate nelle strade”.Accettai. Entrai nelle classi a raccontare cosa faccia- mo con la plastica, con il cartone, con le bottiglie delle bevande. I bambini mi applaudirono ed il mio corpo fu attraversato dai brividi.Mi emozionai tanto chemi si rizzarono i peli delle braccia. Era la prima volta che venivo applaudito così». Sopra: il gruppo di «Reciclandos sueños» nel magazzino de La Matanza. A lato: la plastica dopo le prime lavorazioni. Pagina accanto: Alberto Marrella; sotto, le dimensioni di un sacco.
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