Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2009
riciclaggio, il Tetra Pak è da considera- re come seconda scelta dopo il vetro, ma preferibile rispetto all’alluminio e alla plastica» (2). Comunque, i comuni che si dicono attrezzati per trattare i contenitori in Tetra Pak li fanno raccogliere nei bi- doni della carta. La carta costituisce infatti il 74%del prodotto. Su come essa venga separata dalle altre 2 componenti (plastica ed alluminio) e quindi recuperata,permangono però seri dubbi. A nche le bombolette spray, ge- neralmente utilizzate per pro- dotti da cucina o per l’igiene della casa (ad esempio,panna) e della persona (ad esempio, schiuma da barba,deodoranti, lacca per capelli, profumi...), sono prodotti multimate- riale, essendo costituite di acciaio (o alluminio) e di plastica. In generale, esse dovrebbero essere gettate nel contenitore del vetro e lattine.Ma non ovunque. In ogni caso, vanno e- scluse quelle contenenti gas,perché infiammabili. Andiamo ora a considerare un pro- dotto tecnologico come il telefono cellulare,prodotto contenente sva- riati materiali, alcuni nocivi (piombo e mercurio, ad esempio) (3).Nel 2008, 38 MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2009 RIFIUTI in Italia, a fronte di un calo dell’1%nei consumi, l’acquisto di cellulari è au- mentato del 15,4% (fonte Istat). I dati fanno impressione: nel nostro paese, ci sono 122 cellulari ogni 100 abitanti e si vendono 17milioni di cellulari al- l’anno. Un cellulare ha una vita media di soli 18mesi.Dove vanno a finire i cellulari in disuso? Ad oggi, non esi- ste un sistema di raccolta differenzia- ta di questi prodotti, a dispetto della loro enorme diffusione. E nonostante una direttiva europea del 2002, rece- pita dalla legge italiana nel 2005,ma non ancora operativa (decreto legge n. 208/ dicembre 2008). L e aziende non fanno quasi nulla per fabbricare i propri prodotti nel modo più ecocompatibile possibile e non fanno nulla per aiuta- re l’acquirente a smaltire adeguata- mente il prodotto, una volta termina- to il suo utilizzo. Per questo dovrebbe intervenire il soggetto pubblico con norme chiare e controlli severi (sia a monte con le imprese, sia a valle con i consumato- ri), ma non lo fa. E quando è obbliga- to a farlo per imposizione della Co- munità europea, trova sempre la scu- sa per rinviare l’applicazione delle direttive ad altra data: così è avvenu- Mentre all’estero si discute attorno all’obiettivo «rifiuti zero», in Italia la raccolta differenziata non supera un (vergognoso) 29 per cento (anno 2008). Ci sono responsabilità dell’ente pubblico (statale e locale) e delle imprese, ma ci sono anche grosse responsabilità dei cittadini. Perché negare l’evidenza? Gli italiani sono pessimi nella produzione e gestione dei rifiuti che producono in enorme quantità: sono 546 chili all’anno per ogni persona. La conferma viene dagli occhi. Basta guardarsi attorno. Tutti i giorni, in tutta Italia. DOVE LO METTO IL TETRA PAK? di Paolo Moiola Responsabilità pubblica e responsabilità individuale L a domanda - «Ed ora dove lo metto il Tetra Pak?» - non è di poco conto. Il Tetra Pak è un con- tenitore per liquidi inventato in Sve- zia negli anni Cinquanta. È un pro- dottomultimateriale (o poliaccop- piato), essendo costituito da carta, polietilene ed alluminio. È usato per il latte,ma anche per altre bevande co- me i succhi e il vino.Per i suoi vantag- gi pratici, il Tetra Pak si è diffuso in tutto il mondo. A sentire l’azienda (1), nulla è più e- cologico ed ecocompatibile del pro- prio prodotto.Ma la realtà è un po’di- versa. Rispetto ad esso, dopo aver considerato 3 parametri (zaino ecolo- gico, consumo energetico,prezzo ambientale del riciclo) la benemerita Guida al consumo critico così conclu- de: «Considerate le difficoltà legate al
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