Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2009

MC / SPORCOMONDO gli immigrati, a seconda del paese d’origine, il che suggerisce una predi- sposizione genetica allo sviluppo di asma e di allergie. Sono risultate più predisposte le persone provenienti dal Centro-sud America e dallo Sri Lanka,mentre quelle provenienti dal Nord Africa e dagli altri paesi asiatici sono risultate a minore rischio a- sma/allergie. Gli allergeni più fre- quentemente responsabili di sensibi- lizzazione sono risultati: le gramina- cee, gli acari, le betullacee, la parietaria, le composite, i derivati epi- dermici del cane e del gatto, l’ambro- sia ed i micofiti.Poiché i soggetti esa- minati hanno riferito di non avere mai sofferto di allergia,prima dell’im- migrazione, è evidente che, al di là della predisposizione genetica, nel nuovo ambiente essi hanno trovato dei fattori coadiuvanti di origine an- tropica, che hanno contribuito alla comparsa della patologia allergica. Del resto è noto che il particolato die- sel, per esempio, favorisce la produ- zione di IgE e la sintesi di citochine TH2, caratteristiche delle persone al- lergiche. Questi soggetti sarebbero i- noltre passati, a seguito dell’immigra- zione, a migliori condizioni igieniche, con una ridotta esposizione ad agen- ti infettivi e parassitari. Secondo alcu- ni studiosi, la ridotta esposizione ad agenti infettivi, con conseguente scarsa pressione antigenica sul siste- ma immunitario, favorirebbe la rispo- sta anticorpale nei confronti di anti- geni innocui inalanti o alimentari. Se- condo diversi studiosi, in futuro le pa- tologie di tipo allergico sorpasseranno quelle infettive, so- prattutto nelle città a rapida crescita demografica dei paesi in via di svilup- po, dato il loro progressivo aumento di insediamenti industriali e di alleva- menti intensivi.Attualmente si stima che siano colpite da qualche forma allergica almeno 300milioni di per- sone al mondo.Negli Stati Uniti, il nu- mero degli allergici è cresciuto del 60%negli ultimi 20 anni ed in Austra- lia una persona su cinque, sotto i 16 anni, soffre di allergia.Nelle nazioni europee si ha un aumento annuale delle allergopatie del 10-15% circa. I- noltre l’aumentata frequenza di sen- sibilizzazione si rileva per tutti gli al- lergeni, sia quelli da inalazione (pol- veri, acari,derivati animali,miceti, ecc.), sia da ingestione (alimenti, far- maci), sia da iniezione o puntura (far- maci o veleni d’insetti), sia, infine,da contatto (sostanze chimiche varie, metalli pesanti).Un’altra ricerca con- dotta alla HarvardMedical School è giunta inoltre alla conclusione che e- siste un rapporto diretto tra asma ed allergie,da una parte, ed obesità e diabete di tipo 2, dall’altra. La spiega- zione starebbe nell’attività dei ma- stociti, cellule che svolgono un ruolo MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2009 35 chiave nei fenomeni allergici, essendo re- sponsabili della libe- razione di istamina. Tali cellule risultano particolarmente ab- bondanti nel tessuto adiposo degli obesi e dei diabetici di tipo 2. Le allergie daOgm Una nuova fonte di allergopatie è rappresentata dai prodotti transgeni- ci, che possono fare parte di alimenti o di farmaci, come nel caso del vacci- no anti-HPV, contro il virus responsa- bile dell’insorgenza del carcinoma del collo dell’utero. Sebbene lemulti- nazionali produttrici di Ogmpubbli- cizzino i loro prodotti come assoluta- mente sicuri per la salute umana, si sono già verificati numerosi casi di al- lergia, a seguito del consumo di cibi contenenti tracce di Ogm. Il primo caso si è verificato nel 2000, quando furono rilevate tracce di mais tran- sgenico Bt StarLink dell’Aventis nei tacos messicani. Si trattava di unmais modificato con il gene di un batterio, il Bacillus turingensis ,per avere pro- prietà insetticide ed approvato nel 1998 solo per uso animale.Al Cdc (Center Disease Control ) di Atlanta ar- rivarono 51 denunce di allergia, di cui 28 confermate. La Fda ( Food and Drug Administration ) decretò il ritiro del prodotto dal mercato, ne annullò la licenza e ne proibì la semina.Un Ogm infatti può causare allergie in al- meno duemodi: o perché il gene a- doperato per ingegnerizzare un ali- mento produce una proteina allerge- nica, oppure, nonostante il gene trasferito non codifichi per una pro- teina allergenica, è possibile che il prodotto proteico risulti diverso da quello atteso, in base alla sequenza genica trasferita.Questo fenomeno è stato dimostratomolto bene da una ricerca condotta in Australia da ricer- catori statunitensi ed australiani su topi di laboratorio, nutriti con piselli transgenici.Nei topi sono state ri- scontrate infiammazioni ai polmoni ed ipersensibilità cutanea. Le piante di piselli erano state ingegnerizzate per resistere all’attacco di parassiti fi- tofagi, che depongono le uova nei baccelli. In particolare era stato inseri- to nelle piante di pisello ( Pisumsati- vum ) il gene codificante l’inibitore

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