Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2009

MC / SPORCOMONDO to, che prevedono la somministrazio- ne di mangimi ad altissimo contenu- to proteico,poiché contengono grandi quantità di residui animali (compresi piume ed ossa triturate, nonché escrementi),di pesce (circa due terzi del pescato finiscono nel mangime di polli, suini ed altri anima- li) oltre che cereali, soprattuttomais, soia,ma anche ormoni della crescita ed antibiotici, non solo a scopo pre- ventivo o terapeutico,ma come auxi- nici , cioè proprio per stimolare una crescita veloce (gli scienziati si sono resi conto che piccole quantità di an- tibiotici incrementano una rapida crescita, anche se non si sa ancora perché).Negli allevamenti industriali, gli animali sono spesso costretti a mangiare resti dei loro simili. Allevamenti,dove l’inimmaginabile è reale Ma ciò che è più raccapricciante è il trattamento riservato ai polli d’alleva- mento o alle galline ovaiole.Questi a- nimali sono stipati in elevatissimo numero nei capannoni adibiti all’alle- vamento. Possono essere tenuti in gabbie o «a terra», cioè sul pavimen- to, con pochissimo spazio a disposi- zione, il che può portare a comporta- menti aggressivi,per cui alle povere bestie viene eliminatomezzo becco con una lama rovente, senza la mini- ma forma di anestesia.Poiché la grande promiscuità è foriera di ma- lattie, preventivamente vengono somministrate grandi quantità di an- tibiotici. Questa è una pratica, che in- teressa tutti i tipi di allevamento e rappresenta un grave pericolo non solo per gli animali,ma per l’uomo, perché favorisce l’instaurarsi di feno- meni di resistenza, cioè si rischia lo sviluppo di ceppi batterici particolar- mente resistenti agli antibiotici,di fronte ai quali ogni tentativo di cura può risultare vano. Non va di sicuromeglio ai suini.Ba- sta pensare alle scrofe, che durante la gravidanza vengono tenute in gab- bie di gestazione talmente strette,da non potersi girare. Inoltre, appena partorito, esse sono separate dai pic- coli, che vengonomessi in una gab- bia adiacente e possono raggiungere lemammelle della madre solo attra- verso le sbarre.Ciò su cui vale la pena di soffermarsi,però, è il trattamento riservato alle vacche da latte,perché il metodo adottato per aumentare la loro produzione può avere significa- tive ripercussioni sulla salute umana. Attualmente esistono allevamenti per la produzione lattiera, contenenti esclusivamente vacche da latte (an- che 200 per stalla).Ciò che salta al- l’occhio, in queste enormi stalle è, in primo luogo l’enormità dellemam- melle di questi animali, che si ritrova- no a reggere un grande peso con e- strema fatica, al punto tale che alcu- ne vacche hanno difficoltà di deambulazione. Inoltremancano del tutto i tori ed i vitelli sono allevati so- lo se femmine. Antibiotici ed ormoni della crescita Perché una situazione così anoma- la, se paragonata a ciò che si poteva osservare nelle stalle tradizionali, fino a pochi anni fa? In primo luogo bisogna dire che gli allevamenti per la produzione lattie- ra sono ormai del tutto disgiunti da quelli per la produzione di carne. Le vacche da latte sono state progressi- vamente selezionate,per raggiunge- re prestazioni eccellenti.Basta pensa- re che negli anni ’50 una vacca pro- duceva 20-25 litri di latte al giorno, cioè 2-3.000 all’anno,mentre ora la produzione quotidiana è di 60 litri circa,per un totale di 12-14.000 litri all’anno. In pratica le vacche da latte attuali sono paragonabili ad una macchina da corsa.Questi risultati so- MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2009 25 no stati rag- giunti non solo con una die- ta non a base di erba, come sarebbe logico trattandosi di erbivori rumi- nanti, ma a base di cereali e soia ad alto contenuto proteico. L’input mag- giore alla lattazione è però dato dalla somministrazione dell’ormone della crescita bovina transgenico, detto rB- ST ( recombinant Bovine Somatotropin ) o rBGH ( recombinant Bovine GrowthHormone ), uno dei pri- mi prodotti transgenici della Mon- santo ad essere stati commercializza- ti. Sotto la spinta di questo ormone, la produzione di latte ha raggiunto li- velli mai visti prima,ma ci sono dei ri- svolti inquietanti sia per la salute de- gli animali, che per quella umana. Le vacche trattate con questo or- mone vanno facilmente incontro a mastiti (anche perché vengonomun- temeccanicamente tre volte al gior- no, il che rappresenta un ulteriore sti- molo alla lattazione), che devono es- sere curate con antibiotici, i quali passano ovviamente nel latte. Inoltre, questi animali diventano sterili molto presto, al punto che già a due anni di vita e dopo un solo parto diventa dif- ficile ingravidarle (le vacche allevate inmodo tradizionale possono arriva- re fino ad una decina di parti nella lo- ro vita, che in natura arriva fino a circa 16 anni),quindi vengono «rottama- te», cioè avviate al macello,per farne comunemente bistecche, a prezzi irri-

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