Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2009
MC / SPORCOMONDO mulo di inquinanti ambientali, come pesticidi ometalli pesanti. Il diparti- mento di tossicologia della Fda inve- ce ha redatto un documento, in cui è scritto: «Non possiamo garantire che tutti i prodotti transgenici, e in parti- colare quelli che provengono da fon- ti non alimentari, siano digeribili.Per esempio è stato dimostrato che alcu- ni tipi di proteine resistono alla dige- stione e possono essere assorbite in una forma biologicamente attiva». Per dare l’approvazione ai cibi tran- sgenici, la Fda si è servita solo dei dati forniti dalle aziende produttrici, co- me la Monsanto,dati decisamente succinti e poco dettagliati; in certi ca- si i parametri sanitari fondamentali, come la tossicità o il potenziale aller- genico delle proteine presenti, sono stati del tutto tralasciati. Soprattutto dalla documentazione che la Fda ha dovuto rendere pubblica sono emer- se gravi pecche nelle procedure dei tests tossicologici, in particolare quel- li della Monsanto, che ne inficiano completamente la validità: in pratica, per misurare la tossicità ed il poten- ziale allergenico delle proteine pro- dotte dalla piante Ogm, le aziende non hanno valutato realmente le proteine codificate nelle piante dai geni importati,ma quelle esistenti nel batterio di origine, cioè prima che il gene prodotto da quest’ultimo ve- nisse trasferito nella pianta.Di solito, infatti,quando viene individuato un gene d’interesse, esso viene isolato dall’organismo che lo presenta,poi viene fatto riprodurre in batteri parti- colarmente adatti ed infine trasferito nella pianta ricevente.Purtroppo molti studi hanno evidenziato che i geni trasferiti, e quindi le proteine da loro codificate, spesso sonomolto di- versi dai geni e dalle proteine di origi- ne, con la comparsa di proteine sco- nosciute. Ciò è dovuto al fatto che i geni sono inseriti a caso, con tecniche come quella del cannone,ma non so- lo. Bisogna, infatti, tenere presente che l’espressione di un gene, cioè il ti- po di proteina prodotto, non dipen- de solo dal gene stesso (la cui espres- sione può essere ampiamente diver- sificata dallo splicing , come abbiamo visto prima),ma anche dalla sua coo- perazione con i geni vicini,quindi il suo inserimento casuale in un geno- ma diverso da quello d’originemolto difficilmente porterà ad una proteina uguale a quella di partenza. L’ambiguo comportamento degli scienziati Da tutto ciò possiamo fare una se- rie di considerazioni. La prima riguar- da l’inadeguatezza delle procedure dei manipolatori di geni, che spesso hanno ben poco di scientifico ed an- cora meno di etico. A proposito di quest’ultima consi- derazione, si resta ancora più delusi, se si pensa che la Monsanto, nella sua azione di propaganda degli Ogm si serve addirittura di premi Nobel o di scienziati compiacenti, come Rita Le- vi Montalcini, JamesWat- son e UmbertoVeronesi, i quali appoggiano questa tecnologia, senza remore. Nel caso di Veronesi è evi- dente il conflitto d’interes- se, essendo lui azionista e dirigente della Genextra, una holding, che investe in start up nel settore farma- cogenomico e biotecnolo- gico. La seconda considerazione è re- lativa al fatto che, con la diffusione di alimenti Ogm, a cui si contrappongo- no gli alimenti biologici Ogm free , si andrà progressivamente incontro ad un tipo di alimentazione di massa,di infima qualità e foriero di un numero sempre più elevato di patologie, mentre il biologico,dai costi più ele- vati, sarà ad appannaggio solo delle classi più elevate. Come dicevamo prima, il compor- tamento della Monsanto e delle al- tre multinazionali produttrici di Ogm, come Syngenta, Bayer e Du Pont, è anche gravemente lesivo dei diritti umani. Innanzitutto per il fatto che esse hanno ottenuto che, con la manipolazione genetica, piante ed animali diventassero brevettabili, per cui chiunque utilizzi questi orga- nismi (o se li ritrovi, anche solo acci- dentalmente nel campo, nel caso delle piante) deve pagare pesanti royalties o, peggio, penali e, se que- sto fatto è grave nei paesi del Nord del mondo, figuriamoci in quelli del Sud. Altro che produzione di Ogm, per contrastare la fame del mondo, uno dei cavalli di battaglia cavalcato dalle multinazionali, nel loro tentati- vo di espansione. Anche perché le varietà transgeniche attualmente più diffuse sono il mais, il cotone, la soia e la colza e, di queste il cotone e la colza non hanno uno scopo ali- mentare, ma semmai, nel caso della colza, di produzione di biodiesel. Mentre per quanto riguarda il mais e la soia si tratta di coltivazioni adibite principalmente alla produzione di foraggi per gli allevamenti di bovini e di suini americani, europei e cinesi, oltre che, anche in questo caso, di biocarburanti. I casi del riso e della soia C’è poi il riso transgenico, la cui produzione non ha certo raggiunto le aspettative promesse dalla pubbli- MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2009 21 Sopra: soia. Sulle coltivazioni di soia Ogm in America Latina si veda il lavoro dei geografi Riccardo Russo e Claudio Sica.
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