Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2009
I n questi ultimi mesi,da più parti, si è riaperto il dibattito sugli «Organi- smi geneticamentemodificati» (Ogm), sull’opportunità della loro presenza nell’alimentazione umana e della loro coltivazione, sulla possibi- lità di fronteggiare,per mezzo di essi, la fame nel mondo o il cancro, o altre terribili malattie, come l’epatite B (grazie ad una patata transgenica, che contiene l’HbsAg, cioè l’antigene di superficie del virus dell’epatite B e può perciò stimolare la produzione dei corrispondenti anticorpi).Ma an- che sull’impatto, che possono avere sulla salute umana ed animale, sulla società e sull’ambiente. Gli organismi geneticamentemo- dificati sono tutti quegli organismi,di specie diverse, animali, vegetali,bat- terici, ecc., sui quali l’uomo può inter- venire, per modificare il genoma, al fi- ne di ottenere caratteristiche fenoti- piche vantaggiose, come la tolleranza ad un erbicida, la resisten- za a determinati insetti, un’aumenta- ta produttività, nel caso di piante col- tivabili, oppure la produzione di un utile ormone o enzima, da parte di lieviti o batteri, o addirittura di latte simile a quello umano dalle capre (si LA QUESTIONE OGM Si dice che saranno la soluzione per debellare la fame nel mondo e molte malattie. Ma si parla molto meno delle loro (pesanti) controindicazioni, a partire dall’impatto sull’ambiente e sulla salute umana ed animale. Soia, mais, cotone, colza, riso: il business è gigantesco. Per questo non è facile capire dove stia la ragione. Mancano anche chiare regole minimali, come quelle sulla contaminazione delle culture non-transgeniche. Alcuni chiedono «tolleranza zero», ma la partita è impari perché le multinazionali del settore (come Monsanto, Bayer, Syngenta, Du Pont, eccetera) hanno i mezzi per convincere chiunque (in primis, i politici e le cosiddette «agenzie di controllo», ma anche gli scienziati). Cittadini e consumatori sono frastornati. I LIMITI DELL’INGEGNERIA GENETICA di RobertoTopino e Rosanna Novara Gli Organismi geneticamente modificati (Ogm) tratta di capre geneticamentemodi- ficate, capaci di produrre latte con e- levate quantità di lactoferrina, una proteina caratteristica del latte uma- no). Ultimamente si sonomoltiplicati i convegni nell’Europa comunitaria e da noi, in Italia,perché la Commissio- ne europea vorrebbe concedere il nulla osta alle coltivazioni Ogm,men- tre una nutrita schiera di ministri del- l’ambiente chiedemaggiori garanzie di innocuità dei prodotti Ogm, sup- portate dai risultati di ricerche indi- pendenti e non solo di quelle delle multinazionali produttrici. Finora, in- fatti, il parere favorevole agli Ogm,da parte di enti preposti al controllo su- gli alimenti o sui farmaci o sull’am- biente, come la Fda ( Food andDrug Administration ) negli Usa o l’Efsa ( Eu- ropean Food Safety Authority ), o l’Epa ( Environmental Protection Agency ) è stato dato solamente esaminando i dati forniti dalle aziende produttrici. L’imbroglio della «soglia di tollerabilità» Innanzitutto,prima la Commissio- ne europea e poi il Consiglio dei mi- nistri dell’agricoltura dell’Ue, hanno MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2009 13
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