Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2009
10 MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2009 QUALE ENERGIA? ze di chi vede il nucleare come una strada verso l’autosufficienza energe- tica europea (o addirittura italiana).A questo proposito, tra l’altro, giova ri- cordare che la distribuzione energe- tica nei consumi finali europei è la se- guente: 23% elettricità, 77% combu- stibili. Le centrali termonucleari producono solo elettricità quindi, an- che se producessimo tutta l’elettri- cità in questomodo, avremmo co- perto appena un quarto dei nostri consumi energetici. Le centrali elettri- che, di qualunque tecnologia, non producono combustibili,ma semmai li consumano. Si possono individuare vari scenari affinché il nucleare possa giocare un ruolo davvero rilevante nel sistema e- nergeticomondiale da qui al 2050. Uno di minima implica la costruzione di circa 2500 centrali da 1000 MW, ov- vero una la settimana da qui al 2050. Si tratta di uno scenario irrealistico: non c’è uranio a sufficienza e non esistono depositi adeguati per la messa in sicurezza delle scorie ad alta attività. Il più grande deposito pro- gettato sinora (Yucca Mountain,Usa) è stato definitivamente abbandona- to nel marzo 2009,dopo che sono stati spesi (a questo punto buttati) quasi 100miliardi di dollari. Il proble- ma della collocazione sicura delle scorie ad alta attività resta del tutto irrisolto. Le speranze di una rinascita nu- cleare sono tutte riposte in alcuni (6- 7) progetti di ricerca sulla fissione di Quarta Generazione e sulla fusione. Le prospettive della loro fattibilità su scala industriale, tutt’altro che certa, sono unanimemente poste tra non meno di 25 anni (50 per la fusione). Non vanno poi dimenticati gli intri- cati dilemmi di una tecnologia che ha risvolti etici molto profondi legati alla sua intrinseca complessità e alla cosiddetta proliferazione nucleare connessa al legame ambiguo,ma in- dissolubile, con le tecnologiemilitari (il caso Iran è emblematico). I risvolti economici, tecnici emilitari rendono particolarmente inadatta l’energia nucleare per i paesi poveri di risorse finanziarie, scientifiche e culturali: proprio quei paesi che hanno il dirit- to di aumentare la loro disponibilità energetica nei prossimi decenni. La difficile impresa di «immagazzinare il sole» Il sole invia sulla Terra una colossale quantità di energia sotto forma di ra- diazione luminosa. La potenza istan- tanea che colpisce l’atmosfera terre- stre ammonta a 170milioni di miliar- di di watt (170 PW). In pratica, in meno di un’ora il sole invia sulla Terra una quantità di energia pari all’intero consumomondiale annuale.Questo flusso di energia solare èmolto dilui- to ed intermittente su scala locale: non sarà mai possibile alimentare una infrastruttura ad altissimo consu- mo energetico locale, come un ospe- dale, mediante l’energia solare che ne colpisce i tetti.Quindi la principale sfida scientifica e tecnologica è quel- la di immagazzinare il gigantesco e diluito flusso di energia solare per poi utilizzarlo con «l’intensità» necessa- ria, laddove richiesto. A partire dalla radiazione solare è possibile ottenere tutte le forme e- nergetiche utili: calore, elettricità e combustibili.Oltre il 50%dei consu- mi energetici domestici in Europa ri- guarda la banale produzione di calo- re a bassa temperatura per scaldare gli ambienti,per lavarsi,per cucinare. La produzione di parte di questo ca- lore per via solare sarebbe un impor- tante passo avanti nella transizione energetica. La scarsissima diffusione dei pannelli solari termici in Italia, se confrontata alla situazione di altri paesi, è probabilmente il segno più e- vidente della nostra sconfortante in- capacità di trasformare inmodo so- stenibile il nostro decrepito sistema energetico. La ricerca scientifica nel settore so- lare è vasta ed in grande espansione nei paesi più avanzati. Si va dalla ricer- ca di nuove tecnologie fotovoltaiche (film sottili,materiali plastici, sistemi fotoelettrochimici), al miglioramento dell’efficienza dei sistemi al silicio che hanno raggiunto ormai rese del 20%, • ABITANTI DELLA T ERRA : 6,8 miliardi • ESTRAZIONE ANNUALE DI CARBONIO : 8 miliardi di tonnellate • CENTRALI NUCLEARI FUNZIONANTI : circa 440 • ENERGIA ELETTRICA DA NUCLEARE : 15 per cento Qualche numero da ricordare A sinistra: pozzi petroliferi ed inquinamento locale. A destra: gasdotto in fiamme in Nigeria, grande produttore petrolifero.
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