Missioni Consolata - Settembre 2009

MISSIONI CONSOLATA ven ”e parlare sempre con“ usted ”», aggiunse José Gabriel, usando quel- le parole in spagnolo. «Io sono andato al“Museo della segregazione”alla spiaggia di Asia (4) ed eramolto interessante», inter- venne Sinchi, uno dei bambini di Li- ma, pronunciando con precisione i suoni più difficili della lingua que- chua . «I visitanti dovevanomettersi ad- dosso dei grembiuli bianchi o blu per poter capire come lavoravano le donne di servizio». T utti ibambini simiseroa chiac- chierare sull’ultima volta che e- rano andati in vacanza al mare, a Asia,Camanà o Paracas. Finché l’in- segnante chiese loro di tornare at- ni bianchi, che erano venuti da Lima per un programma di intercambio. Così potevanomigliorare il loro que- chua e anche approfittare di due o tremesi di sole, nel periodo in cui sulla costa il cielo è sempre coperto. La prima lezione era Storia peru- viana. Parlando in quechua , l’inse- gnante ricordò ai bambini il loro compito: «Avete fatto la ricerca sulla vita al tempo dei vostri genitori?». «La mia mamma ha detto che a quel tempo non c’era il riscaldamen- to», disse José Gabriel. «Neppure energia elettrica o so- lare», disse Kusi, che sedeva accan- to a lui. «Non c’erano bagni nelle case», aggiunse Cahuide. «Ne autocarri che portavano via la spazzatura»,precisò Ollanta. «Ma che schifo!», esclamò la picco- la Chaska, con una espressione tanto disgustata, che tutti gli altri scoppia- rono in una risata. «Tutto questo è vero,bambini - spiegò la maestra -. La vita era molto difficile a quei tempi... Ma tutti i pe- ruviani soffrivano tanto?». «No, assolutamente - rispose Inti, il più bravo della classe -.A Lima e in altre città della costa c’era gente che viveva moltomeglio. Alcuni aveva- no in casa anche la donna di servizio proveniente dalla sierra e che veniva trattata moltomale». «Sì,quelle donne dovevano sem- pre chiamare i padroni“ señor ”o“ jo- In queste pagine: immagini di bambini peruviani. MC SETTEMBRE 2009 59

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