Missioni Consolata - Settembre 2009
58 «J oséGabriel lasciail computer cheadessoarrival’autobuse nonhai fattoancora colazio- ne!», disselamamma,mentreaprivail microondeperservireil succodiarancia cheavevariscaldato. «Mamma, soltanto unmomento, che sto per battere il mio amico tibe- tano!». «Ma lascialo stare! Lo sai che a quest’ora lui va a letto!». José Gabriel ingurgitò la colazione in fretta e furia.Unmomento dopo suonò il campanello, che il papà ave- va programmato con la musica di Star Trek. Si avvolse nella giacca ter- mica acquistata al Saga Falabella di Sicuani (1): fuori c’erano sei gradi sotto zero. Si mise il cappello di alpa- ca e,dopo aver salutato la mamma, corse al pullman. « Allinllachu ?» (2),disse l’autista, Richard Quispe. Quando nacque lui, nei primi anni del secolo XXI, ancora erano di moda fra i contadini i nomi in inglese. L’autobus continuò per la strada inmezzo alla puna (3), fermandosi presso altre case per fare salire i figli dei contadini. S iccomeeraancorapresto,JoséGa- briel ebbetempopergiocareuna partitadibasketballnelginnasioe lavarsi lafacciaconacquacaldaprima dellalezioneiniziale. Nell’aula appese la sua giacca al- l’attaccapanni, che si trovava a un’altezza adeguata per bambini di 8 anni. Fra tutte le facce andine dei suoi compagni si staccavano due bambi- PERÚ di Wilfredo Ardito Un breve racconto dal paese latinoamericano In questi mesi, il paese andino è stato sulle prime pagine a causa della durissima repressione del presidente Alan García contro le popolazioni amazzoniche insorte a difesa dei propri territori. In questo racconto di Wilfredo Ardito, una classe di bambini peruviani parla del proprio paese e dei suoi problemi. Con una sorpresa finale... PERÚ, «COME STAI»?
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