Missioni Consolata - Settembre 2009

pali fondamenti: buon governo, cul- tura, sanità, educazione scolastica, e- quilibrio psicologico, ecologia, stan- dard di vita, utilizzo del proprio tem- po e qualità della vita comunitaria. «Il concetto che abbiamo in occi- dente di economia si misura esclusi- vamente dalla quantità di risorse e- conomiche messe a disposizione dell’uomo. In Bhutan,ma più in ge- nerale nelle economie buddiste, l’e- conomia si misura sulla serenità che la produzione materiale può dare a ciascun individuo» spiega Sender Tindeman, direttore del Maitreya In- stitute di Amsterdam. Criticato dagli economisti «mate- rialisti» per l’inaffidabilità scientifica di valutazione, il Prodotto di felicità lorda è forse ciò che più vicino oggi ci sia a quello che il Premio Nobel per l’Economia,Amartya Sen, affer- ma essere uno sviluppo sostenibile: «La libertà di scegliere e di poter scegliere compatibilmente con le proprie responsabilità». Durante un’intervista alla fine de- gli anni ‘90, avevo chiesto proprio ad Amartya Sen come si potevano creare i meccanismi sociali e cultura- li per rendere partecipi anche gli im- poveriti allo sviluppo economico. La sua risposta,mi accorgo ora, potreb- be essere un riconoscimento al Pfl: «Purtroppo in unmondo sempre più globalizzato, per i poveri è arduo entrare nel processo di sviluppo.Oc- corrono basi che non tutti gli stati possono o vogliono garantire: l’i- struzione in primo luogo,ma anche la sanità, il cibo, un’informazione e- sauriente e corretta, la possibilità di 54 MC SETTEMBRE 2009 BHUTAN tere, qui in Bhutan è proprio il massi- mo rappresentante a volersene pri- vare. L’imposizione democratica non è stata accettata dal popolo bhutanese, il quale ha così dimostra- to di aver sviluppato un elevato gra- do di maturità sociale e politica. «Siamo preoccupati - mi dice Tshering Lhadin, una ragazza impie- gata in un centro di informatica a Thimphu -. La storia dimostra che, o- gni qualvolta un paese raggiunge la democrazia, subisce un tracollo so- ciale e morale. È stato così per il Ne- pal e l’India.Non vogliamo che an- che il Bhutan segua questi esempi». Sono inmolti a pensarla come Lhadin,ma decenni di cieca fedeltà alla corona hanno convinto i bhuta- nesi a partecipare, nel marzo 2008, alle prime consultazioni elettorali nella storia della nazione. «Elezioni farsa - accusa dalla sua casa di Kath- manduVikalpa, nome di battaglia del segretario generale del clande- stino Partito comunista maoista bhutanese -. I partiti con idee e pro- grammi alternativi, repubblicani e antifeudali non hanno potuto pre- sentarsi. Gli unici due schieramenti in lizza non differivano nei loroma- nifesti». In effetti la schiacciante maggio- ranza dei voti è andata al Druk phuensum tshogpa (Dpt, Partito del- la pace e del progresso), più per la popolarità del suo leader, il primo ministro JigmeYoser Thinley, che per i contenuti programmatici. PRODOTTO DI FELICITÀ LORDA Lo sviluppo raggiunto dal Bhutan in questi 30 anni di modernizzazio- ne è unmotivo più che sufficiente affinché lo status quo sia, una volta tanto, l’obiettivo più ambito dalla maggioranza dei 690 mila bhutane- si. Elaborando un singolare metodo di misura della crescita, chiamato Prodotto di felicità lorda (Pfl), il Bhu- tan è il primo paese al mondo a sti- mare il progresso sociale della na- zione non solo su base materiale, ma monitorando l’effettivo senti- mento popolare verso nove princi- Trongsa dzong: fortezza-monastero, sede del potere religioso, politico, militare, economico e sociale. La via principale di Thimphu, capitale del Bhutan.

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