Missioni Consolata - Settembre 2009
tornata a vivere coi genitori insieme ai suoi due bambini. Nel parco sarà Froilan la nostra guida naturalistica.Di etnia yasuní , discendenti dei primi abitanti della foresta, i nativi sono oggi superati in numero dai nuovi arrivati, che vivo- no nelle città.Depositari della cultu- ra amazzonica, solo loro sono auto- rizzati a farci conoscere le meraviglie della selva amazzonica, che è più dif- ficile da apprezzare rispetto alla fo- resta nebulosa della sierra.Qui infat- ti le dimensioni e l’altezza delle piante e la densità del loro fogliame mantengono nell’oscurità molti a- spetti della vita vegetale e animale, impossibili da cogliere e apprezzare in tutta la loro ricchezza, senza l’aiu- to di una guida indigena. Il ParcoYasuní, presentato come «oro verde» nei volantini di propa- ganda turistica, è stato dichiarato a- rea protetta e «riserva della biosfe- ra», ma la minaccia della corsa all’o- ro nero è sempre incombente e tiene gli indigeni sul piede di guerra. LA FORESTANUVOLOSA Padre Josè e fratel Giovanni mi ac- compagnano sul fuoristrada verso la Riserva di Otonga. È un giorno di so- le, ma appena lasciamo la vista su- blime dei vulcani Pichincha e Coto- paxi e superiamo il ciglio della sierra occidentale, troviamo la nebbia che sale dalla valle. Lunghe colonne di camion attendono che le ruspe libe- rino le frane che continuano a cade- re, a causa delle piogge. Il traffico è intenso e pesante; arri- va da Guayaquil e i carichi maggiori proseguono per l’Amazzonia, dove 12 MC SETTEMBRE 2009 ECUADOR NELLA FORESTADEL NAPO Un breve volo ci porta a superare il ciglione della sierra orientale, sullo sfondo le cime di ghiaccio dei vulca- ni. Dai 3 mila metri di Quito scendia- mo ai 300 di Coca, sul rio Napo, in A- mazzonia. Sorvoliamo una vasta zo- na dove le piantagioni di palma da olio africana hanno sostituito la fo- resta pluviale amazzonica. In lonta- nanza ci sono i fuochi dei pozzi pe- troliferi che hanno portato a uno sviluppo caotico e molta immigra- zione. Da qualche giorno è scattato l’allarme per via di una perdita che ha inquinato il grande fiume, la po- polazione è stata invitata a fare scor- ta di acqua, perché tra poco arriverà l’onda nera. «Le multinazionali che stanno sfruttando il bacino sono americane - mi spiega Emily, una biologa di NewYork che lavora in Ecuador da qualche anno per monitorare lo sta- to dell’inquinamento provocato da- gli insediamenti industriali -.Ma ora sono attente a non far mancare ac- qua potabile alla popolazione.Vi è stata una immigrazione da altre re- gioni del paese perché qui c’è più la- voro ed è meglio pagato». Un servizio di battelli lungo tutto il rio Napo permette di raggiungere in 8 il confine peruviano,per poi prose- guire verso il rio delle Amazzoni e addentrarsi nella foresta brasiliana. Ci imbarchiamo anche noi,ma per raggiungere uno degli «eco-lodge» sorti lungo il fiume per i turisti che visitano il Parco nazionaleYasuní. Facciamo il viaggio in compagnia di Conceptiòn e della figlia Hilda, che ha appena vinto il concorso di reginetta di bellezza del ParcoYa- sunì. La mamma è felice, sorride or- gogliosa accanto alla ragazza, seria e compresa nel suo ruolo, i lineamenti indi e la fascia di miss sulle spalle.Vi- vremo insieme questa piccola av- ventura. «Hilda mi assomiglia molto. Alla sua età avrei potuto sposare un americano, lasciare il mio povero vil- laggio sulla costa del Pacifico» ricor- da con rimpianto. Invece, con 6 figli da allevare, lei e il marito decisero alcuni anni fa di trasferirsi a Coca, dove aveva trovato un lavoro ben remunerato in una compagnia americana.Ma a contat- to con gli occidentali, l’antica tradi- zione familiare, cristiana, si sta sgre- tolando, si lamenta Conceptiòn: la fi- glia maggiore è già divorziata ed è Indigeni in piroga lungo il fiume Napo, affluente delle Amazzoni.
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