Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2009
MISSIONI CONSOLATA state criminalizzate e utilizzate come capro espiatorio della situazione po- litica ed economica che si vive nel triangolo del Nord,dove più della metà della sua popolazione ha meno di 24 anni.Questi programmi repres- sivi sono andati avanti ad oltranza, i- gnorando studi che affermavano co- se diverse: secondo il Pnud, in Hon- duras, solo l’11%dei crimini del 2007 era attribuibile alle maras ; in Guate- mala, un 14% secondo uno studio della polizia e in El Salvador il 12%, secondo l’Istituto di medicina legale. Questa campagna si è fermata solo nelle ultime elezioni dell’Honduras in cui il candidato Porfirio Lobo Sosa del Partido de la Innovaciòn y laUnidad ha perso le elezioni contro Zelaya del Partido Liberal per i toni alti del suo discorso di repressione alle bande giovanili.Allo stessomodo, in Guate- mala, Otto Perez Molina del Partido Patriota ha perso con la sua campa- gna elettorale della mano dura (alla violenza) contro Alvaro Colom. La delinquenza è stata un riflesso sociale della globalizzazione centroa- mericana, che - pur con una crescita media annua del 5% - negli ultimi an- ni ha visto crescere la povertà delle popolazioni. Rimesse e cooperazione, ancore (incerte) di salvezza Vent’anni di neoliberismo hanno attirato in questa parte del mondo la cooperazione internazionale,per sopperire agli effetti collaterali del modello. Il Guatemala, l’Honduras e il Nicaragua si trovano tra i 9 paesi a li- vello globale che ricevono più coo- perazione internazionale. Inoltre, il 60%della cooperazione internazio- nale dell’Ue per l’America Latina vie- ne data al Centroamerica,pur rappre- sentando solo il 7%della popolazio- ne latinoamericana. Nel Centroamerica, escluso il Costa Rica, la cooperazione internazionale rappresenta inmedia il 15%del Pil. Simile è la percentuale delle rimes- se degli espatriati,di cui El Salvador detiene il primato nell’Istmo.Con la minore spesa sociale della regione 6,6%del Pil (la metà della media lati- noamericana), eredità dei due de- cenni di governo di Arena,partito di ultradestra. Il costo sociale lo hanno pagato gli espulsi, un terzo della po- polazione del paese: 2milioni emez- zo di salvadoregni che vivono attual- mente all’estero,prevalentemente negli Usa,mentre in patria il 70% so- pravvive grazie alle rimesse. Le rimes- se e la coope- razione (nonostante la crisi abbia fatto diminuire queste voci d’entrata) costitui- scono ancora oggi il motore dell’e- conomia di questi paesi, insieme rap- presentano circa il 30%del Pil, con il quale i governi dell’Istmo tengono a galla l’economia della regione in una versione (pericolante) della globaliz- zazione (alla) centramericana. Ora che questomodello economi- co sta franando, sono le stesse fasce vulnerabili di questi popoli a pagare la fattura sociale, con la disoccupazio- ne che sale, le rimesse che crollano e gli espatriati che ritornano a casa, grazie all’inasprimento delle leggi migratorie nel Nord del mondo. Se nei paesi industrializzati la maggio- ranza della popolazione utilizza il 10- 15%dello stipendio in alimenti, nei paesi centroamericani, fra riso e fa- gioli, tortillas e ogni tanto un po’di carne, si arriva all’80%, emolto proba- bilmente sono queste le proporzioni che alla fine della crisi (fra 5 anni nel Nord e 10 nel Sud secondo gli esper- ti) pagherà il ricco e poveromondo. Strumenti alternativi: Alba e Petrocaribe Il nuovo quadro geopolitico nell’I- stmo vienemodellato dal diffondersi della crisi negli Stati Uniti, che au- menta la disoccupazione per via del rallentamento della domanda globa- MC LUGLIO-AGOSTO 2009 55
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